Passa ai contenuti principali

The taxe's shadows


AGGIORNAMENTO
Il Senato, nella notte, ha approvato la riforma fiscale con 51 sì e 49 no. Solo il repubblicano Bob Corker ha votato contro.

Donald Trump si gioca molto, se non tutto, sulla sua riforma fiscale. ma la strada è tutt'altro in discesa nonostante il presidente presenti il suo piano come il più favorevole ai ricchi e alla classe media, ovvero al suo elettorato e a quello che vorrebbe ingraziarsi.
Ma non tutto sembra andare secondo i desideri della Casa Bianca, i dubbi - anche abbondanti - non mancano. Anzi, per dirla tutta, da un recente consesso con 42 economisti al top, non è arrivata una sola voce pienamente favorevole al piano.

Ecco perché

Ad aumentare l'incertezza in molti senatori del Gop, poi in queste ore si aggiunto un nuovo studio del CBO (Congressional Budget Office) secondo cui questo piano finirà per penalizzare i poveri, o comunque i meno abbienti,  più di quello che si era calcolato all'inizio. Un elemento che potrebbe frenare ulteriormente molti senatori repubblicani alle prese con l'anno che porta al voto di Midterm quando dovranno battere le contee anche a caccia di voti tradizionalmente non rivolti verso il Gop.
In sostanza, secondo  il rapporto CBO chi guadagna meno di 75 mila dollari annui finirà per pagare più tasse, al di sopra di questa cifra si avrà comunque un guadagno.
Tuttavia il meccanismo che viene introdotto nel piano fiscale è diabolicamente articolato. Anche perché con questo progetto Trump e il partito repubblicano vogliono cogliere due piccioni con una fava: ovvero tagliare la tasse ai più abbienti e smontare - o cominciare a smontare - l'Obamacare (il programma di estensione sanitaria del precedente presidente) attaccandone uno dei meccanismi più delicati e al tempo stesso qualificanti.

In pratica nella legge in votazione al Senato si toglie il requisito secondo il quale gli americani che non hanno un'assicurazione sanitaria possono comperarla o pagare una sanzione. Al tempo stesso, anche per compensare le compagnie, aumenteranno i premi e di conseguenza meno persone stipuleranno la polizza. In tal modo, sempre secondo il CBO, entro il 20127 almeno 13 mln di americani perderanno la copertura sanitari. Il principio repubblicano è quello di lasciare libertà di scelta e viene ribadito che non un dollaro sarà tolto dalla tasca dei cittadini. In che, secondo un altro studio eseguito da un altro organismo terzo, JCT, su istanza del Gop non è sbagliato. Infatti chi sceglieva un'assicurazione, con l'Obamacare otteneva un credito fiscale o un sussidio che però, in pratica finivano direttamente al governo alle compagnie. Secondo il CBO questo comporta comunque un aumento della tassazione proprio perché si perdono comunque sussidi o crediti fiscali tradotti in pratica dal fatto di non avere più l'assicurazione sanitaria. Per i repubblicani non è vero in quanto chi guadagna meno di 30-40 mila dollari all'anno non vedrà alcun aumento. Peccato però che, in base  a questa impostazione, i soggetti non abbiano più la copertura sanitaria: se si ammalano - ma non solo - in pratica dovranno pagarsi le cure a proprie spese. E in America, queste ultime, sono care, molto care, quasi impossibili senza una copertura assicurativa.

Ecco lo studio del CBO


Questo invece il rapporto JCT in cui non vengono considerate le eliminazioni dei sussidi o dei crediti d'imposta

In questo secondo report tutte le categorie, anche quelle a più basso reddito, avrebbero dei vantaggi che però si annullano  nel 2027, mentre resteranno lo stesso per chi guadagna oltre 75 mila dollari. A questa obiezione i repubblicani rispondono sostenendo che prima di quella data i tagli delle tasse verranno prorogati anche per chi ha redditi bassi. Ma nessuno, ovviamente, può sapere chi governerà in quel periodo e quali scelte verranno fatte. Anche perché, va ricordato, che secondo il Tax Policy Center il piano fiscale comporterà un aumento delle entrate fiscali pari a 169 mln di dollari nei prossimi dieci anni, a fronte però di 1436 trilioni di dollari di minori entrate per le riduzioni fiscali (per le aziende il taglio è consistente, dal 35% di tassazione media al 20%) che porteranno il deficit ad un aumento di 1266 mld. Per di più con un aumento modesto del Pil, lo 0,6% che nel 2027 sarà solo dello 0,3%.  

Altri studi non si discostano molto. Per il Penn Wharton Budget Model dell'Università della Pennsylvania l'economia dovrebbe crescere fra lo 0,4 e lo 0,9% nei prossimi dieci anni a fronte di minori entrate fra i 1470 e i 697 trilioni.  Per la Tax Foundation le entrate scenderanno di un paio di trilioni di dollari, a fronte di un aumento del 3,5% nei dieci anni e poco meno di un trilione di recupero. In totale però, anche per questo organismo vicino ai conservatori il debito finirebbe per ritrovarsi un un trilione di dollari in più.

Approfondimenti



Commenti

Post popolari in questo blog

WEF Davos 2019 - Giorno 1

Al via Il World Economic Forum di Davos, senza gli Stati Uniti e con l'ombra sovranista che incombe in particolare sul Vecchio Continente mentre nel contempo sembra attenuarsi la concezione globalista che è il topic dello stesso Wef.

Quale pace?

Bisogna intendersi sulle parole e sulla propaganda. Troppa quest'ultima nei due anni di guerra a Gaza. In ogni caso il piano Trump è approssimativo, aperto a mille interpretazioni. E arriva tardi

Il declino trumpiano

  Photo by  Abhinav Bhardwaj  on  Unsplash Rieccomi… felice di rivedervi. Grazie per aver letto Umberto’s Substack! Iscriviti gratuitamente per ricevere nuovi post e supportare il mio lavoro. Iscritto Dove eravamo rimasti? (Per usare una famosa frase conseguente a un enorme errore giudiziario consumato in Italia negli anni 80). Eravamo rimasti alla rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, E alle previsioni sui ciò che sarebbe succo. Ebbene, abbiamo sbagliato tutti. Sbagliato a pensare che sarebbe stata una presidenza simile al Trump 1, magari temperata dalla esperienza e dall’età del soggetto. Sbagliato a pensare che, grazie al suffragio pesante conseguito, sarebbe stata un’America più salda, un po’ più chiusa in se stessa, impegnata a ripartire dai suoi valori, più conservatrice anche rispetto alle ere Bush e perfino Reagan- Sbagliato a pensare che, con una presidenza annunciata come energica e meno “ideologica” (così sarebbe parso opportuno convergere visto che...