Yanis Varoufakis e la moglie |
Cosa accadde nel 2015 sull'asse Bruxelles-Atene? Sappiamo le diverse versioni ufficiali, le ricostruzioni di parte, il racconto che ne fece Yanis Varoufakis, allora ministro delle Finanze del governo Tsipras pronto alla sfida con i "falchi" del Nord e tedeschi in particolare, consapevole che un cedimento avrebbe rappresentato un dramma
per il suo Paese che magari si sarebbe salvato dal tracollo economico, ma avrebbe dovuto pagare un prezzo pesantissimo sul piano sociale e sulla sovranità, ormai limitata dai poteri finanziari del Vecchio Continente e del mondo globalizzato, al punto da consegnare intere fette di territorio, infrastrutture e parte del tessuto industriale - ovviamente i pezzi più pregiati - ai creditori. Del Nord Europa.
Ma qualcuno, quel Varoufakis ormai docente universitario trasmigrato dagli Usa alla sua terra, nonchè fondatore e principale esponente di Diem25, partito transnazionale europeo, vuole sapere cosa è successo dietro le quinte di quello che ritiene un piano per mettere in ginocchio la Grecia e in questo modo dare un avvertimento a tutti gli altri Paesi che potevano avere un'idea di scegliere un'altra strada rispetto al modello dell'austerità di marca in particolare tedesca. E per ottenere ciò, per vedere le carte segrete, ha fatto causa con un parlamentare tedesco alla Bce: in questo modo vuole ottenere l’accesso a un documento allo stato non consultabile che, come spiega Reuters, fu usato per la scelta della Bce di congelare i finanziamenti mai come allora vitali per le banche greche e la loro sopravvivenza.
Cosa successe il 5 luglio 2015
Varoufakis ha una sua versione di quanto era successo in quel periodo e nelle ore immediatamente precedenti e successive al referendum quando poi si dimise. Il ministro disse che Tsipras gli aveva chiesto di preparare un piano per l'uscita della Grecia dell'euro e di preparare una moneta elettronica. Il premier inoltre, sempre per l'ex ministro che ha raccontato gli avvenimenti in un libro uscito a settembre in Grecia, temeva un possibile colpo di Stato e per per questo era stati posti in allarme sia il governatore della Banca centrale greca che i servizi segreti. Ma non ve ne fu bisogno perché Varoufakis fece il passo indietro, lasciando aperta la porta all'intesa - sotto una sorta di ricatto - fra il governo di sinistra e la Troika della Ue, oltre che con i creditori internazionali.
L'allora ministro fu protagonista di accesi duelli con i "falchi" dell'austerità che lo misero ai margini accusandolo di superficialità e narcisismo. Ma lui si vendicò registrando le discussioni interne. Però ancora non basta per raccontare l'intera storia e per questo Yanis Varoufakis ora chiede la documentazione secretata.
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