Come prevedibile scatta la corsa al trumpismo. Ci saranno i trumpisti e le trumpiste, inevitabile la trumpolitics così come la trumpnomics, per i prossimi conflitti si parlerà sinistramente di trumptruppen e via dicendo.
In Italia soprattutto dove Salvini è stato il più lesto a mettere il cappello sopra la svolta americana con Grillo stavolta alla rincorsa un po' intimorito dalla vena di estrema destra che scorre sotto l'epidermide dei nuovi repubblicani. Ma è solo l'inizio, la destra ex fascista si sta riprendendo e a brevissimo il nuovo presidente Usa diventerà il punto di riferimento anche per questa, man mano che arriveranno le scelte anti Ue, quelle in materia di diritti civili(limitazione), di sicurezza e politica militare.
Trump fa di tutto in queste ore per rassicurare: anche verso i manifestanti che da giorni lo contestano nelle principali città, ha avuto parole più controllare di quelle di un qualsiasi pd italiano.
Occorre allora basarsi sui fatti. Ad esempio gli uomini che cominciano ad affiancare l'ex tycoon (a proposito il neopresidente pensa di affidare il suo immenso patrimonio a un blind trust che però non sarebbe tale perché il timone della gestione resterebbe a figli e parenti acquisiti, uno strappo con l'etica pubblica che in America non verrebbe facilmente perdonato anche perché di fatto sarebbe inutile) in questa prima fase: a partire da Reince Priebus , nominato capo dello staff e quindi responsabile della macchina organizzativa. Priebus arriva dalla presidenze del comitato repubblicano, è un uomo del partito che aveva visto male Trump fin dall'inizio, è un moderato e quindi "volto buono" del primo trumpismo.
Ma più inquietante è il chief strategist nonché ex responsabile della campagna elettorale, Stephen Bannon, leader del sito conservatore Breibart News e punto di riferimento delle peggiore e più estrema, razzista destra americana. Poi potrebbero entrare in scena i pezzi da 90, Rudolph Giuliani e John Bolton, quest'ultimo già falco neocon ai tempi di Bush jr, l'idolo dei teocon Sarah Palin e l'ex speaker della Camera Jewt Gingrich, il reaganiano che cercò in tutti i modi di incastrare Bill Clinton sul caso Lewinsky E con questi, circondato da una legione di lobbisti da far paura a chiunque pensi che Wall Street avrebbe preferito la Clinton, Trump è stato fin troppo chiaro - altro che ammannire prudenza a mani basse - a dire che nominerà un giudice alla corte suprema che sia contro l'aborto e per la libertà delle armi, che alzerà muri anti clandestini, che getterà fuori dall'America tre milioni di stranieri non regolari (come faccia trovarli e a mandarli via e dove è un mestiero?) , che riformerà (forse non troppo) l'Obamacare, che rivedrà i trattati internazionali e farà rientrare molte fabbriche andate in Asia, taglierà le tasse soprattutto a chi guadagna tanto e soprattutto darà spazio a petrolio e carbone essendo ben convinto che le politiche ambientaliste e soprattutto gli scenari di disastri sono bufale.
Ma il trumpismo non è una bufale ne lo sarà soprattutto in economia destinata fra isolazionismo e tagli profondi alla tassazione ad accentuare le diseguaglianze e a un aumento potente del debito pubblico. Per avere una prima idea leggere qui , qui , qui o qui
Commenti
Posta un commento