I nazisti dell'Illinois (dal film The Blues Brothers) |
si riassumono in questa visione. Sempre senza contare che i nazisti americani, sul serio sostenevano il tycoon.
Battute a parte, lo choc non potrebbe essere stato più forte. Gente come il nobel Krugman ammettono di non essere in grado di pensare all'economia ma solo di prevedere i peggiori disastri di Trump e del suo clan. Robert Kegan, il teorico delle guerre e dell'impero Usa concepito dai Bush, uomo di destra, aveva scritto qualche mese fa che con Trump il fascismo sarebbe entrato nelle stanze del potere americano. La sinistra, moderata, radical chic o veramente radicale, non sa spiegarsi, perfino Bernie Sanders che con la Clinton ingaggiò il duello più duro dentro il partito democratico, sembra non credere a quanto accaduto e chiede a Trump di pensare a quegli operai che lui avrebbe potuto raccogliere al contrario dell'ex segretario di Stato.
La sola consapevolezza che a sinistra si ha, in America e nel mondo, è che la Clinton era il candidato più sbagliato che poteva avere in questo momento. Lo spiega bene Luigi Zingales su Il Sole 24 ore
e Paolo Rumiz su La Repubblica definisce bene con il consiglio a tornare ad ascoltare la gente sui tram, laddove la politica occidentale (non solo quella della sinistra, ma soprattutto quella della sinistra) ha fallito lasciando spazio a populisti, demagoghi e despoti.
Da Washington a Londra, via Parigi, Vienna, e un po' più a sinistra a Madrid e Roma, emerge il ruggito di chi aveva e non ha più, lavoro e qualche soldo, certezze e sicurezze. Tramontate le ideologie e cancellate le passioni - questi i lasciti peggiori e più profondi della crisi - il cittadino e il contadino si vendicano, senza badare a colori, senza tener conto di etica e tendenze/scelte politically correct, senza finire di preoccuparsi se per riscaldarsi o viaggiare si ricorrere al petrolio o allo sporchissimo carbone piuttosto che al gas o al fotovoltaico.
La gente si è stufata in buona parte, la classe media diventata classe inferiore, povera. Povera e ignorante, poca cultura perché costa, niente giornali(obsoleti meglio il mare magnum e rabbioso dei social), tanta tv e tv spazzatura, una dose crescente di odio verso chi - la solita tv e il verbo instillato giorno dopo giorno - è scoperto come un nemico: lo straniero immigrato, il politico, lo statale garantito, il finanziere e il mondo astruso di chi fa soldi e insegna a farli senza scrupoli. Con questa dotazione una buon fetta d'America è andata ai seggi, chi ha perso tanto - status, soldi, famiglia, casa - arrabbiato con i privilegiati (spesso cittadini, nel senso di abitanti urbanizzati in grandi realtà ) tutto-green e sharing economy, vegani e vegetariani, difensori di tutti i diritti, quelli gender in particolare. E ha votato Trump.
Il paradosso in America come in Europa è che la classe media (ex) e la classe operaia( ex) prima convinta da una sinistra blairiana, molto cool, attratta dal bel mondo e dai soldi, conquistata dal mondo dell'economia dei corsari così affascinante e sprizzante (in apparenza) libertà, alla fine ha deciso, per disperazione, di buttarsi sul più squalo di tutti, sul furbone, sull'uomo senza etica, di credere a promesse senza fondamento (talmente palesi che potrebbero essere facilmente lette) , sul ricco che, chissà perché, annuncia di volersi dedicare ai più poveri, a chi ha perso lavoro, ai lavoratori, all'ex classe media. Una scelta incredibile se non la si valuta alla luce dei parametri di conoscenza che ha, quei parametri che potrebbero far ragionare su quanto detto in precedenza - la resipiscenza del ricco - ma soprattutto sul fatto che proprio i più abbienti sono all'origine sia della crisi dei più deboli sia delle gestione unilaterale della stessa e della relativa, crescente, disuguaglianze. Un film già visto in Italia con Berlusconi. Ma negli Usa potrebbe essere ben peggio. Chissà l'ex classe media e l'ex classe operaia a chi daranno la colpa la prossima volta? Intanto Trump si affretta a tagliare le tasse alle società, a non aumentare quelle dei super ricchi, a cancellare la riforma sanitaria (che ha dato cure a 40 milioni che non le avevano) ridando fiato alle assicurazioni e perfino la legge Dodd Frank sulla regolamentazione dei mercati finanziaria, la cui efficacia divide gli esperti, ma che certo aveva introdotto meccanismi di controllo sui mercati più selvaggi.
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