Sondaggi, croce e delizia. Speranza e incubo. La più brutta campagna elettorale degli Stati Uniti rischia di coincidere con la peggiore performance dei sondaggi elettorali anche se non per tutta colpa loro.
Perché? Perché martedì notte le anticipazioni di questi mesi e soprattutto giorni potrebbero essere confermate o drammaticamente smentite. Del resto negli Usa e anche nel resto del mondo, Europa e Italia in particolare, nonostante la bravura degli analisti e la raffinatezza dei metodi usati, sempre più spesso le previsioni sembrano smentite dai risultati reali. L?ultimo esempio arriva dall'Islanda dove il partito dei Pirati sembrava abbastanza tranquillamente vincente e invece è andata in maniera ben diversa. In Spagna Podemos sfondava nella previsioni ma non nelle urne, La Brexit abbiamo visto come è finita, il fenomeno dei Cinquestelle tre anni fa non era stato affatto intuito nelle sue dimensioni reali.
Così Hillary Clinton adesso e data in recupero rispetto a qualche giorno fa dopo l'esplosione del caso "Mailgate". Ma sarà vero? Certo l'ex Segretario di Stato può contare sull'onda favorevole delle settimane scorse che dovrebbe averla aiutata nel voto anticipato: in 30 milioni hanno già votato, 38 stati su 50 consentono questa procedura anche se la Corte Suprema dell'Arizona proprio oggi ha vietato il voto anticipato.
Ma per il resto i sondaggi dicono che il suo vantaggio (presunto) su Trump oscilla fra 1,5 e 5 punti con una media ponderata attorno al 3% tra rilevamenti telefonici o interviste dirette. Ma, come spiega bene questo articolo , quando Obama è stato rieletto contro Mitt Romney in molti Stati la differenza tra voto "annunciato" e reale si è aggirata attorno al 3%. Un margine di errore che potrebbe tranquillamente capovolgere qualsiasi aspettativa. A favore di chi? Di Trump verrebbe da dire, essendo la Clinton in testa, ma anche per Hillary visto che il principio può valere anche laddove il tycoon è dato in vantaggio.
Questo un panorama dei maggiori sondaggi secondo FiveThirtyEight:
Ma la situazione è talmente sospesa ancora che gli azzardi nelle previsioni sono pochi. Lo mostra questa mappa di RealClearPolitics che dà a Hillary sono 216 delegati sicuri, 54 in meno di quelli necessari e 158 ancora in gioco, da testa o croce come si dice in questo caso con Pennsylvania, Ohio, Florida, Nevada, NorthCarolina, Georgia, Michigan incerti (in quella forbice fra 1 e 3 punti dove tutto può accadere)
L'unico che non sembra avere troppe incertezze, ma qui si parla di calcolo di probabilità ed è un'altra cosa, è il guru Nate Silver e le sue possibilità di vittoria:
E se alla fine si arrivasse a un pareggio? La Camera decide il presidente, il Senato il vice: quindi alla casa Bianca, avendo i Repubblicani la maggioranza, andrebbe un loro uomo: Trump? Possibile, ma dovendo comunque trattare con i Democratici feriti la preferenza potrebbe cadere sul terzo incomodo, il repubblicano alternativo al miliardario, Ewan McMullin (chi è)che potrebbe conseguire i 6 delegati dello Utah, lo Stato dove è in grado di vincere. In questo caso sarebbe tutta un'altra Storia, con la maiuscola.
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