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Usa 2016 - The Rocky Horror Trump Show


Prologo: in fondo a questo pezzo si trovano gli ultimi sondaggi che danno il sorpasso di Trump sulla Clinton. Questi numeri, pur risentendo dell'effetto "convention" sono il naturale prodotto dell'analisi che si fa qui di seguito. E in quanto a "lettura" del Trumpismo che potrebbe divenire addirittura vincente, non va assolutamente perso questo intervento choc di Michael Moore .

E se Donald Trump fosse l'uomo della provvidenza americano? E se con lui le tasse dovessero ricominciare ad abbassarsi e la classe media potesse tornare al lavoro e riprendesse a trovarsi qualche soldo in più in tasca? E se l'America
tornasse  a fare paura al mondo pur tenendosene lontana? E se finisse per appoggiare i  regimi neo liberali in cambio della mano libera contro terroristi e  affini?
E se... e se, con i se non si fa la storia, è il vecchio adagio.
Tuttavia osservando da fuori la convention repubblicana di Cleveland tutte queste domande possono apparire meno retoriche di quanto vogliono apparire perché il dato che emerge anche dalla convention, un dato che è palpabile non solo negli States, è che Trump c'è non solo a Cleveland o nelle città e nei paesi del Texas o del Midwest. Trump c'è nella testa e soprattutto nella pancia dei tanti, tantissimi americani espulsi dal lavoro, dalla loro condizione di media borghesia che riusciva a mandare i figli all'università - pur gravandoli e gravandosi per decenni di pesanti mutui -, degli americani che hanno visto svanire i loro risparmi e le loro pensioni con l'evaporare dei fondi sull'onda del disastro subprime, degli americani che vedono l'immigrazione - anche quella ispanica - capace di cambiare usi e abitudini consolidati nella tradizione Wasp (White anglo-saxon protestant), degli americani sconfitti nel mondo (vedere qui Zucconi) e non più capaci di farsi ascoltare come un tempo e soprattutto non più capaci di capire il mondo esterno (particolare quest'ultimo che è sempre stato una costante degli Usa però mai ammesso).
...nella testa e nella pancia degli americani
E soprattutto Trump è nella testa e nella pancia degli americani che hanno paura di tutto questo e delle ingiustizie (a loro modo considerate tali) che lasciano i deboli e i violenti per strada (poveri disperati e neri) e per tutto quanto chiedono più sicurezza: con l'esercito in giro a colpire, la polizia a reprimere e loro stessi con la pistola in tasca, pronti a sparare. A questa America Trump ha parlato (lo spiega bene Rampini qui)
Trump da questo punto di vista assomiglia molto al nostro Berlusconi: sa cogliere la pancia del Paese, di una parte consistente del Paese, e sa parlare a questa pancia con un linguaggio e concetti del tutto sovrapponibili a quelli della platea.
...sfonda laddove la pancia ribolle e il portafoglio langue
Ecco quindi che "first America" e il resto degli slogan di Cleveland altro non sono stati ciò che questo pezzo d'America voleva sentire. Anni, decenni di tv spazzatura hanno fatto il loro lavoro (come in Italia, del resto), negli States si legge di meno (libri e giornali) e si guarda più tv, si dipende sempre di più dall'informazione "mordi e fuggi" degli smartphone. Così gli slogan sfondano laddove la mente non è allenata a tradurre e ad approfondire, a interrogarsi, sfonda laddove la pancia ribolle e il portafoglio langue. Sfonda almeno nella parte di americani in gran parte bianchi, conservatori, a bassa istruzione, in gran parte ex classe media, sfonda nel cuore dell'elettorato del Gop (Grand Old party). Sull'altro versante, quello della classe operaia, per lo più bianca, e quello dei giovani, delusi, disoccupati anche se acculturati, la scelta è caduta su Bernie Sanders. Trump vorrebbe parlare anche a questo mondo, ma il personaggio è troppo stigmatizzato, troppo showman perché quest'altra America possa fare un salto del genere.
Ciò tuttavia al di là delle note di colore o quasi (la presa di distanza dalla nato, l'isolazionismo, la possibile uscita dal Wto, il muro con il Messico, la cacciata dei musulmani, i controlli su tedeschi e francesi, le ricette economiche ultraliberiste etc etc) porta a far risaltare un Trump diverso dall'iconografica caricaturale che la sinistra ne ha fatto all'inizio, un Trump che potrebbe anche vincere contro tutto e tutti, suo partito compreso. Nel mondo è in atto una rivoluzione che non vediamo, ma esiste: gli Stati nazionali sull'onda di crisi e paure stanno riprendendo il sopravvento sulle alleanze, le unioni e le confederazioni (Brexit), le teorie religiose si stanno affermando sui credi laici (Isis e Turchia) e le ideologie, che la solidarietà sta cedendo al cinismo e all'interesse personale e che il denaro (o la sua mancanza) sono il primo valore. Trump si muove sulla groppa di questi destrieri e non si preoccupa che il suo popolo, o quello che considera tale, s'interroghi su cosa può voler dire uscire dal Wto, isolarsi anche rispetto all'Europa, cambiare alleanze: sono temi "alti" dai quali la maggioranza è lontana e ignora, o vuole ignorare, le conseguenze, come hanno fatto gli inglesi con la Brexit.
...l'1% ha un quarto del reddito
E poco importa a questa base potenziale di voto che Trump faccia parte di quell'1% che, come sostiene Stiglitz, si porta a casa un quarto del reddito Usa e controlla il 40% della ricchezza nazionale, di quell'1% che nell'ultimo decennio ha visto crescere i propri redditi del 18%. Anzi il messaggio di speranza he porta implicito con se (compresa l'esibizione della famiglia, bella, bionda, sexy come la moglie Melanie)
può spingere a condividere le ricette per quanto brutali e semplicistiche. Il voto e le preferenze, ancora la Brexit lo dimostra, non sono più frenati da fedi e ideologie, anche l'operaio e il povero può scegliere Trump magari condividendo l'analisi di Sanders e senza sentirsi in colpa con la sua coscienza.
Ora tocca a Hillary Clinton dare battaglia a Philadelfia per conquistare le teste e dare risposte convincenti alle pance (vedi qui).  Dei suoi, è ovvio, in particolare del popolo di Sanders ma anche a quelle di chi non è ricco, è vittima della crisi, ha paura del futuro e crede che ci si possa salvare dalla disperazione guardando indietro anziché in avanti. Spiegando che la democrazia non è un optional.

Qualche approfondimento qui , qui e qui

Gli ultimi sondaggi (e osservate le sorprese!):


E queste le previsioni e le percentuali di vittoria di Ralph Nader e di FiveThirtyEight



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