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Il PunT.U.M. - Putin perde la battaglia, ma può vincere la guerra all'Occidente


Qui non si parla di missili, bombe e carri armati. Di morti e feriti sui campi di battaglia ucraini, di stragi e terre da occupare o conquistare.

Qui si parla di politica e perché il neo zar del Cremlino mentre rischia di perdere la sua "operazione speciale" in Ucraina dovendo rinunciare almeno agli obbiettivi iniziali,  può ottenere la più clamorosa e devastante guerra all'Occidente.

Come? Semplicemente, usando l'Ucraina (e prima ancora la pandemia) come fattore di distrazione di massa, mentre la sua vera guerra - peraltro confermata in vario modo da s suoi consiglieri e aedi più o meno prezzolati - la vince operando nelle retrovie. Ovvero in Europa e in America, neiPaesi che più stanno sostenendo Zelensky-

Il quadro è tutt'altro che definito, ma le possibilità che si componga nel senso più favorevole e gradito in Russia sono alte. Anzi stanno aumentando sulla spinta delle paure e delle preoccupazioni - peraltro ben alimentate da un vasto schieramento disinformativo e da problemi reali - che stanno da ormai due anni avvicendo e stritolando le opinioni pubbliche americana e europea.

Il risiko che può portare al trionfo di Putin su scala globale si può realizzare in tre mosse.

  1. Francia. A due giorni dal voto il presidente Emmanuel Macron, stando ai sondaggi, ha un solo punto di vantaggio sulla leader dell'estrema destra Marine Le Pen. In pratica sono alla pari. Se i polls saranno confermati la Le Pen potrebbe addirittura arrivare prima al ballottaggio con un vantaggio morale e psicologico non indifferente. Al secondo turno poi l'eredità del 2017 è abbastanza stinta: sempre all'estrema destra la le Pen può contare sul 10% e passa per cento dei voti che dovrebbero andare all'islamofobo e razzista Zemmour e sulla metà se non di più dei voti dei gollisti che ormai sembrano in grado, almeno per la metà dell'elettorato, di sdoganare la (ex?) destra fascista di Marine Le Pen. Quest'ultima ha adottato una strategia comune nella destra estrema e parafascista o post fascista in tutto l'Occidente: assumere una veste moderata attorno a temi identitari dal nazionalismo, all'opposizione verso i cosiddetti poteri forti, all'euro e alla Ue e compartecipazione ai problemi dei ceti più poveri, attratti dal mito dell'uomo ( o donna) forte. Così ha fatto Trump in America, così potrebbe copiare la le Pen in Francia giocando contro un Macron perfetto rappresentante delle elite tecnocratiche seppure molto ancorate all'idea europea. Non è difficile immaginare cosa potrebbe diventare una Francia in mano alla Le Pen, l'architrave della Ue scricchiolerebbe forse in modo definitivo. Niente di meglio per Putin che, non è da dimenticare, ha figurato nel recente passato tra i finanziatori delle campagne della le Pen. Una circostanza confermata e in parte ammessa. 
  2. America. A novembre con il voto di Midterm Joe Biden corre seriamente il rischio di perdere una o entrambe le Camere: il Senato, dopo si regge sul voto della vicepresidete Kamala Harris, è quasi perso di sicuro, la Camera molto probabile. A quel punto gli ultimi due anni di presidenza porrebbero Biden sulla scomoda condizione di essere una sorta di "anatra zoppa" con il Congresso pronto a fermare ogni iniziativa della Casa Bianca. Per di più con l'appoggio della maggioranza conservatrice della Corte Suprema e con il non indifferente particolare che buona parte degli eletti repubblicani sarebbe molto vicini a Trump. Il quale nel 2024 potrebbe essere pronto a ritentare l'assalto alla Casa Bianca. Con non poche possibilità di farcela. Anche qui nessuno potrebbe essere più soddisfatto di Putin, che già "aiutò" la conquista della Sala Ovale  nel 2016 secondo quanto accertarono Fbi e Cia e fonti indipendenti. A quel punto la guerra in Ucraina potrebbe, sia con Biden dimezzato che con un possibile Trump nel 2024, cambiare decisamente fisionomia. A favore di Mosca, naturalmente.
  3. Italia. Fra un anno l'Italia torna al voto. Con il centrodestra a trazione Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni in vantaggio su un ipotetico centrosinistra a maggioranze ancora incerte, di 5 o anche 10 punti. Il quadro delle possibili alleanze a sinistra, il ruolo incerto dei 5 Stelle, le aggregazioni al centro non sembrano, oggi, poter segnare un'inversione di tendenza. E le difficoltà economiche, quelle ereditate dal passato come il debito astronomico, i ritardi nella modernizzazione del paese, e quelle nuove dovute a pandemia e guerra, finora sembrano in grado di aiutare ulteriormente iil centrodestra. Il quale, nonostante la competizione interna fra la Meloni e Salvini e il ruolo marginale ma comunque "pesante" di Berlusconi e la sua Forza Italia e le divisioni anche forti recenti, troverà comunque il modo di presentarsi unito alle urne, approfittando del sistema semi maggioritario del sistema elettorale. Se il centrodestra vincesse il più felice sarebbe proprio Putin, peraltro legato da interessi di varia natura  e spesso in modo imbarazzante sia a Berlusconi che a Salvini, il quale avrebbe al suo servizio un'Italia in piena crisi economica, con un governo sempre euroscettico, la cui ultima preoccupazione sarebbe la guerra ucraina. Un Paese che come una Francia lepenista potrebbe fare fronte comune - dal peso non differente - con il Gruppo di Visegard e finire quindi sull'uscio di una Ue a quel punto ridotta ai minimi termini e raccolta attorno a una Germania con una scarsa leadership.
Perché a quel punto Putin potrebbe non proclamarsi vincitore e ridere sulle macerie europee o forse dell'intero Occidente e dei suoi valori?

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