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Il PunT.U.M. - È Nato un altro problema

 


13 aprile - 49° giorno

Tre i punti centrali del giorno 49 della guerra in Ucraina: la battaglia forse finale per Mariupol e le conseguenze di una caduta o di un'ulteriore resistenza; lo stallo o meglio il vicolo chiuso dei possibili negoziati: l'allargamento della Nato a Nord. Tre questioni non di poco conto e che possono rappresentare ciascuna una possibile svolta in un senso piuttosto che nell'altro.

👉Mariupol. Di fatto la città chiave del sudest è in mano russa. Lo è ma anche non lo è in quanto nuclei di resistenza si stanno opponendo alle forze russe. Tra questi il famigerato battaglione Azov, neonazista e purtroppo uno degli errori della nuova Ucraina nata dalla rivoluzione di piazza Maidan. Il battaglione è uno dei nuclei più duri e più resistenti, combattenti coriacei che non si pieganoOSCE report says Russia committed 'war crimes' in attacks on Mariupol, Ukraine - The Washington Post. Questo li sta facendo diventare eroi dell'Ucraina ed esempio per una generazione di resistenti. Non è una buona notizia per quello che rappresentano e non per quanto fanno. Ad esempio la notizia ultima uscita o fake news è che un migliaio di marines ucraini si sono arresi, mentre quelli di "Azov" no. Può essere vero oppure no, però in ogni caso rafforza la fama di "Azov" o, nel caso di sua rapida caduta, esalta l'azione dei russi. Non va dimenticato che il sottotitolo della "operazione speciale" era la "denazificazione" dell'Ucraina. Niente di meglio per Putin che far sfilare il 9 maggio i i resti del battaglione Azov. Magari dimenticando che molte delle forze speciali russe hanno gli stessi simboli e gli stessi credo di "Azov" . In ogni caso sembra proprio che il destino di Mariupol sia segnato, è solo questione di tempo. La sua caduta rappresenterà la prima vittoria di Putin in un quadro di disastro completo. Ma sarà anche la prima sconfitta di Zelensky  dentro uno schema di totale condivisione e affermazione della causa ucraina. 

Il problema a questo punto non è più tanto Mariupol, quanto il "dopo Mariupol". Secondo le affermazioni di Putin - per il peso che possono avere e la credibilità che possono vantare - si comincerà a trattare forse dopo che il sudest e l'intero Donbass sono caduti in mano russa. Mariupol finché non cade tra l'altro immobilizza 15 mila soldati, utili per l'altra offensiva. Finché rimangono lì non sono schierabili altrove. E dopo? Mariupol sarà russificata in fretta anche se dovrà essere ricostruita dlala Russia. Cosa non facile e non breve. E soprattutto: non si può escludere, anzi è probabile, che l'Ucraina darà vita a una sanguinosa guerriglia che bloccherà sul posto e sull'intero Donbass decine di migliaia di soldati a tempo indefinito. Questa guerriglia - ben alimentata dalle armi Usa Biden Administration to Provide Ukraine With More Intelligence, Heavier Weapons to Fight Russia - WSJ- entrerà negli ipotetici colloqui di pace e potrebbe essere una delle carte - non fortissima - in mano agli ucraini.

👉Appunto i colloqui di pace. O almeno per una tregua, un cessate al fuoco che potrebbe durare decenni come quello fra le due Coree. Putin si vuole sedere al tavolo da vincitore e in vantaggio, quindi con - almeno - il Donbass in mano. E Zelensky? La sua non adesione alla Nato potrebbe essere uno degli argomenti robusti. L'altro dato: quello di poter imprigionare l'armata russa in una guerra di anni.  Non molto di più però. Questo perché gli assi veri li  hanno in mano gli alleati. l'Occidente in primis. Nonostante le sanzioni non facciano, per ora, molto male, Mosca sa che sui tempi lunghi  possono avere ripercussioni importanti anche sulla vita di tutti i giorni. Se poi, con il passare dei mesi e degli anni, l'Europa tagliasse il gas e il petrolio russo, allora sì che per Putin sarebbero dolori. Nonostante la sua affermazione che la Russia si può rivolgere ad altri. Con la Cina ci vuole tempo, idem con l'India (ammesso che in questo caso le pressioni Usa non abbiano efficacia) e poi i prezzi dovrebbero essere molto più bassi degli attuali. Tutti sanno che la Russia avrebbe il problema di vendere, quindi... Senza contare che con tanto gas e tanto petrolio invenduti sul mercato, il prezzo crollerebbe ancora di più. E  questo anche gli attuali non allineati come l'Arabia e gli Emirati arabi uniti non potrebbero tollerarlo.

Ottenere un allentamento delle sanzioni e degli aiuti militari a Kiev sono quindi le armi con cui l'Occidente potrebbe trattare. Fin dove? Difficile dirlo anche perché gli ucraini forgiati e feriti nella guerra devastante saranno soggetti complicati da convincere sulla strada di un compromesso. 

Il guaio è anche un altro, sottolineato qualche sera fa da Pierluigi Bersani (Articolo Uno - LEU) : che in questo momento tutte le voci e le azioni occidentali sono avviate sulla strada del conflitto armato. Non si vedono all'orizzonte proposte, idee, possibilità di avvio di colloqui. Si parla solo di guerra e l'escalation è nei fatti operativa ogni giorno.  Oltre tutto mancano perfino i soggetti in grado di essere credibili e accettati per entrambi i campi. Lo stesso Erdogan, molto simile  a Putin nel modello di società e democrazia, sembra non avere mote possibilità. Forse qualcuna in più Israele ma anch'essa è più sbilanciata sull'Ucraina.

👉Ultimo punto: l'allargamento della Nato a nord.  Svezia e Finlandia sono spaventate e allarmate e chiedono di entrare nella Nato in tempi brevissimiUkraine-Russia War Live News and Latest Updates - The New York Times. La Finlandia ha un confine ampio -oltre 1300 km -  in comune con la Russia. Secondo la presunta dottrina di Putin, l'adesione sarebbe come avere un paio di Ucraine alla frontiera. Motivo valido, per Mosca seguendo lo schema Ucraina, per attaccare. Con rischi molto più enormi: si tratta di Paesi molto più europei e integrati ne vecchio continente dell'Ucraina, che Mosca ritiene - al contrario di Svezia e Finlandia che tuttavia ha il ricordo drammatico del 1939 - parte della Russia secondo la storia imperiale, zarista e sovietica. Certo la partita su questo versante è delicata e la stessa Nato ne è cosciente. Ma altrettanto è una forma di pressione su Mosca non di poco conto, anche questa in chiave trattative di pace. 

👉👉👉👉Un ultimissimo punto, da sviluppare nei prossimi giorni: al di là di guerra, sanzioni, minacce, bugie e trattative, la sconfitta peggiore per Putin, questa ormai reale e non controvertibile per tantissimo tempo, è la rottura del patto di fiducia - eccessiva - che l'Occidente aveva stabilito con il dittatore imperialista e fascista russo e che aveva consegnato a Mosca le chiavi di accesso a una globalizzazione di marca occidentale a cui ora non potrà più accedere. Neppure sul piano personale. Un dato questo che non da trascurato.

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