Un atto d'accusa netto, quattro minuti - altro che le affabulazioni retoriche e spesso confuse del Parlamento italiano e non solo del Parlamento- un atto d'accusa contro la Commissione Ue sulla disastrosa vicenda dei vaccini, un atto d'accusa contro la stessa presidente Ursula von der Leyen.
A scagliarlo non è uno dei tanti populisti, il rappresentante di un partito fieramente antieuropeista o un esponente della destra. Questo è un cahier de doleance che arriva da sinistra, dalla sinistra radicale, da una giovanissima rappresentante dell'estrema sinistra. Non quella italiana, tra l'altro molto, troppo maschile. Bensì a scagliarsi contro la von der Leyen è Manon Aubry, 31 anni, francese, europarlamentare, copresidente della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica.
(2) Vaccini: Intervento di Manon Aubry - GUE - YouTube
E alla fine la stessa Aubry chiede l'istituzione di una commissione d'inchiesta sulla responsabilità del disastro, dopo aver sottolineato che la Commissione Ue si è inginocchiata di fronte ai colossi farmaceutici, i cui vaccini sono anche il frutto di poderosi interventi pubblici a suon di miliardi mentre, appunto, Big Pharma ha ampliato enormemente i suoi margini di profitto. . Commissione che, accusa la Aubry, finisce sul banco degli imputati anche per la scarsa trasparenza: solo tre contratti resi pubblici ma nelle parti meno importanti tanto che l'europarlamentare mostra i fogli dove sono più gli omissis e le parti coperte che non le frasi "libere".
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