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La guerra del tasso (e del debito stellare)


Tassi giù o su? Questo è il problema. Parafrasando Shakespeare è la situazione in cui si trovano le autorità centrali del mondo alle prese con la volontà e la realtà di un'inflazione al rialzo, spinta dagli ottimismi e dagli acquisti  che cominciano a circolare sul pianeta di fronte alle vaccinazioni di massa contro il Covid e quindi alla visio0ne di un a possibile uscita dalla recente catastrofe mondiale.

Ma se da un lato  i rendimenti dei titoli di Stato sono in salita per la catena che dovrebbe portare a un aumento dei tassi d'interesse, misura per porre un argine al trend in ascesa dell'inflazione, sull'altro versante però emerge una preoccupazione che potrebbe ricadere sugli stessi mercati congelando aspettative e affari. Infatti l'aumento dei tassi d'interesse e dei rendimenti in vista della aspettative di rialzo dell'inflazione significano maggiore indebitamento, in un mondo che, come ricorda Dion Rabouin di Axis, proprio con la pandemia si è ulteriormente appesantito ( 356% nel 2020, +35% rispetto al 2019) sul fronte del debito e senza un piano di rientro o riduzione che sia attendibile e praticabile.

Global debt soars to 356% of GDP - Axios

I titoli di Stato: per il futuro guardare agli Usa 3Fattori - Ep. 205 - Rendimenti dei titoli di stato

Ora tocca, come alla fed, alla Bce far sentire la sua voce di fronte a uno scenario del genere. E lo farà nella riunione di giovedì 11 marzo. Per ora la Lagarde è stata in osservazione, la svolta potrebbe essere quella di un aumento di acquisti d'asset d'emergenza. Oppure, secondo una linea suggerita dall'interno dello stesso board di Francoforte (QUI) , limare ancora il tasso d'interesse di un altro mezzo punto (in negativo)






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