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Pioggia di soldi. L'Italia credulona e illusa


In questi frangenti bisogna essere chiari ancora più di sempre. Anche brutali, se dovesse servire, considerata la messe di opinioni sballate, dati incerti e confusi, notizie palesemente fasulle messe in rete e in giro per le case degli italiani. Che, va detto senza offesa per nessuno, a causa della loro poca frequentazione di giornali e anche tv di qualità, trasparenti, come pure di librerie e prodotti ivi in vendita (il fatto che le abbiano chiusa e i più gretti le tengano serrate ancora la dice lunga...), spesso si affidano ai "si dice", a qualche scampolo di slogan sventolato qua e là e non approfondiscono o cercano di capire cosa c'è di vero e cosa no.
La gente, i cittadini in questi giorni, tantissimi, hanno problemi di liquidità immediata. Ai cinque milioni e mezzo di poveri ufficiali (a questi dovrebbero pensare i soloni che dalle loro scrivanie pontificano e si indignano per qualche truffa sul reddito di cittadinanza, misura concepita in modo sbagliato e attuata ancora peggio, ma che comunque affronta un problema reale) se ne stanno aggiungendo altri, milioni anche in questo caso, che letteralmente rischiano di non avere i soldi per la spesa. E, con loro, lavoratori precari, a tempo, tanti artigiani, piccoli professionisti, irregolari di tutti i tipi, caduti nella trappola indegna di chi cerca di far credere che in America (la mitica America dove tutti stanno bene, sono ricchi, quella dei film e avanti con i luoghi comuni) e in Svizzera in questo periodo d'emergenza i soldi te li danno facilmente, senza burocrazie, tanti, maledetti e subito.
Nel primo caso leggetevi il pezzo qui sotto sulla promessa di Trump di dare a ciascuno 1200 dollari. Intanto la cifra non è unica per tutti ma scala a scendere verso i redditi maggiori, in molti casi è complicato averla - se non altro perché notate il numero di americani che non hanno conti nelle banche! - e per una fetta dei beneficiari la somma potrebbe arrivare addirittura a settembre. Senza tener conto della cifra totale messa in campo, non rapportabile con le disponibilità italiane e della sua effettiva efficacia.

Poi, la Svizzera. Lasciamo perdere l'uso strumentale e politico di Salvini, non è stato l'unico politico ad avvalorare tesi strampalate in questo periodo. Anche qui soldi a valanga, semplici, tanti, a tutti o quasi. Questo è quanto si è trattato di far credere, ma non è.  Innanzitutto si parla di prestiti - credito ponte - garantiti dallo Stato federale. Esattamente quando ha disposto il nostro governo che, anzi, offre una spazio di garanzia pubblica più ampio e per un periodo leggermente superiore a quello elvetico. Le procedure, questo sì è vero, sono semplici: la banca ti viene incontro - non qui dove sei tu ad andarle a braccare -, ti sottopone un questionario agile e di una sola pagina (pensate a quante firme mettete ogni volta che concludete un accordo con le vostre banche, e non cambia che siano firme digitali, il massimo che la nostra burocrazia anche privata ha concepito e accettato) e il denaro di arriva in un paio di giorni. Questi sono sistemi che funzionano, in Italia sappiamo bene quanto siamo indietro e non basteranno alcuni decreti infarciti di commi e rimandi a risolvere un problema che è di un eccesso di legislazione, a più livelli, spesso contrastante e un problema mentale, di mentalità dei nostri uffici, dal Comune allo Stato, dal pubblico al privato. 

Anche in terra elvetica, quindi, nessun helycopter money, si tratta di prestiti e, particolare che qui si dimentica spesso, se le procedure sono più veloci, oltre frontiera anche i controlli sono più veloci. E implacabili, non come qui, infiniti, improbabili ed esigui (un esempio? I controlli degli ispettorati del lavoro o, appunto, quelli fiscali). La Svizzera ha un controllo quasi "militare" dei suoi cittadini contribuenti. Non si sgarra molto, non vi sono i falsi garantismi italiani, le punizioni arrivano abbastanza veloci e dure. E, a dispetto dell'Italia, chi non ce la fa non ha molte speranze di aiuti: fallisce con meno ammortizzatori di quelli concepiti di qua. Magari sperare in un condono o nella ipocrita e falsa, stupida "pace fiscale"? Non provate neppure a usare questi termini da Chiasso in là: prima vi riderebbero dietro, poi vi guarderebbero con sospetto anche se prendete un caffè. In fondo "siete italiani". Con buona pace di chi s'incavola perché il resto d'Europa non si fida, pur raccogliendo - la Svizzera in primis (ma non è nella Ue) e l'Olanda poi - il denaro (on olet) chi sfugge al fisco tricolore.  
Leggete qui sotto la storia dei soldi facili della Svizzera

No, in Svizzera i soldi non piovono dal cielo (Articolo della tv pubblica svizzera la quale sottolinea, non a caso, che la Confederazione non fa ricorso a ulteriore stampa di moneta perché la liquidità ce l'ha e ha un debito pubblico esiguo)

Le procedure semplici in Svizzera  (Il sito svizzero del governo che aiuta in questa fase e non solo)
 

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