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Helicopter Money. Più facile a dirsi che farlo



Miliardi su miliardi. da tutte le parti, a Pioggia. Gli Stati del mondo, nella loro grande maggioranza, sono piombati nel panico dopo aver sottovalutato o addirittura colpevolmente negato per settimane e settimane il dispiegarsi della potenza distruttrice del coronavirus e soprattutto le sue conseguenze economiche. Così adesso, corrono, in ritardo, ai ripari. O cercano, almeno. Quando l'agenzia dell'Onu per il lavoro parla di una possibile perdita di 195 mln di posti di lavoro e fino a un mld e 25 mln di lavoratori a rischio dopo che, solo una quindicina di giorni fa, lo stesso ente ipotizzava "solo" una riduzione di 25 mln di posti.
Tutti, quindi, stanziano soldi. Chi che li ha, destina una parte importante in contanti (la Germania, ma anche gli Stati Uniti), gli altri contano, come l'Italia, su una movimentazione appoggiata dal mondo finanziario e protetta dallo Stato che, anche per questo, emetterà altri titoli di debito ulteriore appoggiato dalla Ue (ma le prospettive ad oggi sono nere). I 400 mld di Conte e i precedenti del CuraItalia, erano 350, non sono quindi soldi pubblici freschi , ma la possibilità di finanziamento delle banche al mondo produttivo, garantiti dallo Stato. Una sorta di effetto leva peraltro non facile considerati gli imbuti burocratici del Belpaese e la complessità di far affluire questi prestiti in fretta nelle casse delle aziende e dei professionisti.
Su tutti resta il sogno del famoso "helicopter money". Il primo a crederci, come quasi tutte le destre ultraliberiste del mondo, è stato Trump che cerca di far dimenticare agli americani il disastro della sua gestione dell'epidemia varando un pacchetto di 2200 mld di dollari. Anche in Italia il presidente Usa ha i suoi emuli e in molti cianciano di mettere sui conti correnti dei cittadini la somma decisa, in America circa 1200 dollari (destinati a chi guadagna fino a 75.000 dollari all'anno e altri 500 dollari per ogni figlio. Esclusi invece coloro che guadagnano più di 99 mila dolari), il che vuol dire sborsare, liquidi, circa 250 mld di dollari e consegnarli in fretta a circa 150 milioni di persone. Ma l'operazione è tutt'altro che semplice. Scrive la Reuters che "gli americani dovrebbero iniziare a ricevere pagamenti diretti dal governo degli Stati Uniti a metà aprile, ma alcuni potrebbero non vedere i soldi fino a metà settembre, secondo un comitato del Congresso".
Anche al di là dell'oceano, con buona pace dei nostri populisti dell'economia, prima di consegnare i 1200 dollari si andrà andranno a guardare le dichiarazioni dei redditi 2018 e 2019 (che sono molto più attendibili e realistiche di quelle italiane, comunque), E se mancano le informazioni bancarie, fino al 4 maggio, non arriverà alcun assegno, senza contare che si sta mettendo a punto un sistema per entrare nelle informazioni delle banche relative ai depositi, operazione delicata e a rischiosa per la privacy perfino negli Usa. L'Internal Revenue Service ha in previsione di inviare 5 mln di assegni a settimana. Di questo ritmo gli ultimi avranno i 1200 dollari far 20 settimane sebbene si partirà da chi ha i redditi minori. Altro che aiuti veloci e burocrazia italiana regina delle tartarughe! "Non molto efficace - ha dichiarato alla Reuters Howard Gleckman del Tax Policy Center, agenzia indipendente - .Devo comprare cibo oggi. Adesso devo pagare le bollette. Mi stai dando soldi a settembre? Li prenderò, ma non mi aiuta con i miei problemi immediati. "
I nodi però non finiscono qui. Intanto 15 mln di americani non presentano la dichiarazione dei redditi perché hanno introiti bassissimi. Per questi dovrebbe essere prevista una richiesta semplificata, ma pure questa va messa a punto. Poi si devono fare i conti con circa altri 70 mln di americani che non hanno conti con le banche e anche le società di pagamenti digitali non possono offrire molto aiuto al Tesoro. Una via d'uscita potrebbero essere gli accrediti attraverso le piattaforme di pagamenti attraverso lo smartphone, considerando la diffusione di questi ultimi (il 98 per cento dei giovani fra i 18-29 anni ha gli smartphone, così come quasi il 75 per cento di coloro che guadagnano meno di 30 mila dollari) .

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