L'età dei cattivi a tutti i costi, di chi gode ad essere antipatico e della destra che martella, punisce, irride qualsiasi persona o situazione che non rientri nei piani programmati, forse questa era sta tramontando. O almeno potrebbe avere preso la strada del declino.
Lo spunto arriva dalla vicenda della conduttrice della Fox News Channel Laura Ingraham (nella foto) che, alcuni giorni fa, in un tweet ha irriso uno dei ragazzi sopravvissuto alla strage di Parkland perché lo stesso - David Hogg, 17 anni - si è lamentato per essere stato respinto da quattro college
Il problema è nato perché il ragazzo, indicato dalla Ingraham come "provocatore" in quanto trascinatore del movimento per imporre un controllo alle armi, non si è intimidito di fronte all'attacco scomposto della pasionaria della destra pro armi, ma ha chiesto alle aziende inserzioniste pubblicitarie di boicottare il programma della Ingraham in particolare. E qui la sorpresa non è mancata perché per la prima volta si sono visti i frutti del movimento #MarchForOurLives dei giovani americani che ha portato in piazza forse due milioni di ragazzi in America e in tutto il mondo.
Adesso, a distanza di una settimana la Fox comincia a fare i conti con una situazione che non si aspettava e forse aveva sottovalutato. Infatti, nell'immediato, dopo l'appello di Hogg, otto società hanno dichiarato di aver ritirato la pubblicità e questo nonostante le scuse della Ingraham.
Queste le otto società: TripAdvisor, Wayfair, Hulu, Nutrish, Johnson & Johnson, Nestlé, Atlantis Paradise Island e Stitch Fix cui va aggiunta Expedia che ha detto di aver ritirato la pubblicità ma senza fornire dati specifici. Per Hogg quello è stato solo il primo passo per convincere programmi e conduttori come la Ingraham a cambiare registro nell'affrontare temi ostici per il canale sostenitore della destra americana.
Ora emerge che i danni subiti da Fox Channel sono superiori a quelli previsti e che cinque delle aziende che hanno ritirato la pubblicità sono nelle prime 20 in quanto a spesa nel prime time. Secondo alcuni studi la pubblicità sullo show è stata ridotta del 50%, anche se i comportamenti dei consumatori non sono in linea con quelli scelti dagli inserzionisti che hanno deciso di togliere i loro marchi dal programma della Ingraham. Intanto la conduttrice è in congedo.
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