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TumPost Diary 4 apr 2018

Un muro di tweet


Trump in attesa che si costruisca il muro con il Messico - tutto da dimostrare che la barriera, come voluta all'inizio, prenda forma e non si limiti a un rattoppo e a qualche passaggio bloccato rispetto a quanto esistente con Obama - vuole mandare l'esercito a presidiare il confine. Ma, come al solito, il presidente Usa, mette i tweet davanti alle possibili decisioni o alle scelte dell'amministrazione e dei funzionari. In genere è un modo per premere su situazioni da cui non riesce ad uscire o per forzare le riserve. Su questo punto, poi, le obiezioni sono massicce, a cominciare dal capo dello staff presidente John Kelly - un sopravvissuto fra i moderati che circondano ancora il comandante in capo. Gli ostacoli non sono pochi a cominciare dalla reazione messicana di fronte all'invio di truppe al confine. Inoltre rimarrebbero i nodi, già affrontati con Bush e Obama, di compiti di polizia ad elementi militari o della Guardia nazionale.
Ad allarmare ulteriormente la Casa Bianca vi è la marcia di migliaia di uomini, ma soprattutto donne e bambini, dal Centro America verso il confine con gli Stati Uniti. Se arrivassero lì sarebbe oltremodo complicato bloccarli e impedire una catastrofe umanitaria che gli usa, sul piano dell'immagine, non possono affrontare.


China Connection

Sale la tensione per i dazi con la Cina. Pechino ha reagito su vino, rottami di alluminio, carne di maiale etc e gli agricoltori e coltivatori americano sono sul piede di guerra. Trump insiste e il segretario al tesoro Mnuchin preme sulla necessità di ridurre di 100 mld il deficit commerciale. Trump, di fronte alla reazione cinese rispetto  al primo provvedimento sull'acciaio, ora sposta l'offensiva sul piano più alto della proprietà intellettuale e industriale, sui brevetti e l'acquisizione di tecnologia avanzata usa che Pechino persegue attraverso joint venture e acquisizioni di aziende americane. Non solo, perché la prossima mossa potrebbe essere quella di introdurre dazi su hitech, macchinari e tecnologie cinese, per un valore di circa 50 mld un po' per indurre Pechino a trattare, un po' per reagire mostrando i muscoli. Anche se i critici non mancano :

“The pain will be very visible and the potential gains will be very abstract. The administration hasn’t prepared the U.S. for the downsides of a trade war,” said Brad Setser, a former White House economist in the Obama administration. (The Washington Post)
Rebus siriano

Secondo Axios nel corso di una conferenza stampa  con i leader degli Stati baltici, Trump ha detto che la coalizione militare americana ha "quasi completato" la missione di eliminare l'Isis in Siria e quindi di essere ponto a ritirare le truppe  dall'area, lasciando il compito di occuparsi dell'area ad altri paesi . Un discorso simile Trump l'ha fatto anche la scorsa settimana.

"Voglio uscire, voglio riportare le truppe a casa, voglio iniziare a ricostruire la nostra nazione". (Trump)

La terra del principe 

Il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman rompe un altro tabù: in un’intervista a The Atlantic ha detto “credo che i palestinesi e gli ebrei abbiano diritto alla loro terra”. È la prima volta che dal mondo arabo arriva una simile apertura anche se Salman sta abituando il mondo a svolte radicali in nome di un nuovo spazio e di una nuova leadership che l’Arabia sta cercando di conquistarsi nell’area in contrapposizione all’Iran.

Giù le mani da Amazon

Il mondo degli affari non è d'accordo con la Casa Bianca sugli attacchi ad Amazon. La Camera di commercio Usa ha criticato i funzionari che criticano le società nazionali.


“It’s inappropriate for government officials to use their position to attack an American company,” said Neil Bradley, executive vice president and chief policy officer for the Chamber of Commerce, the nation’s largest business group. (reuters)




Info@tumpost.com 



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  Photo by  Abhinav Bhardwaj  on  Unsplash Rieccomi… felice di rivedervi. Grazie per aver letto Umberto’s Substack! Iscriviti gratuitamente per ricevere nuovi post e supportare il mio lavoro. Iscritto Dove eravamo rimasti? (Per usare una famosa frase conseguente a un enorme errore giudiziario consumato in Italia negli anni 80). Eravamo rimasti alla rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, E alle previsioni sui ciò che sarebbe succo. Ebbene, abbiamo sbagliato tutti. Sbagliato a pensare che sarebbe stata una presidenza simile al Trump 1, magari temperata dalla esperienza e dall’età del soggetto. Sbagliato a pensare che, grazie al suffragio pesante conseguito, sarebbe stata un’America più salda, un po’ più chiusa in se stessa, impegnata a ripartire dai suoi valori, più conservatrice anche rispetto alle ere Bush e perfino Reagan- Sbagliato a pensare che, con una presidenza annunciata come energica e meno “ideologica” (così sarebbe parso opportuno convergere visto che...