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Trump e i misteri del Niger


Quattro soldati americani morti, ammazzati da estremisti islamici, in Niger. Anzi tre, poi dopo due giorni anche il corpo del quarto, quel La David Johnson protagonista della gaffe di Trump - l'ennesima - che ha ribattuto ai genitori del militare sostenendo che il militare "sapeva cosa aveva firmato", un po' come dire sapeva che rischiava. E nulla più.

Ma cosa ci fanno in Niger i Berretti Verdi dellle forze speciali? La verità è che non sono lì da oggi, ma la presenza sempre più significativa risale al 2013 sotto la presidenza Obama. Fin da allora gli esperti del Dipartimento di Stato e del Pentagono avevano vista che il Paese era l’ideale per tenere d’occhio la guerriglia jihadista nel vicino Mali dove stava intervenendo, temendo un tracollo del governo, anche la Francia. E dice molto il fatto che in Niger èstato spostato il comando strategico per l’Africa AFRICACOM è quello responsabile per l’area delle forze speciali SOCAFRICA.
Non èdunque un caso che l’imboscata nella quale sono caduti i quattro soldati americani sia avvenuta durante un pattugliamento a una ventina di chilometri dallla frontiera con Il Mali, appunto. E non é neppure un caso che i Berretti Verdi fossero impegnati non nelle classiche operazioni di addestramento usate per coprire i reali intenti, ma in una missione direttamente sul terreno. Operazione non ufficiale, ma "fantasma" dunque. Siamo oltre quyanto aveva affermato nei giorni scorsi al Washington Post Andrew Lebovich dell’ECFR: 
 «L’incidente dimostra come gli Stati Uniti si stiano avvicinando sempre di più a operazioni di combattimento»
Una situazione che si sposa con il dato di fatto dell'escalation di questi anni con la progressiva dislocazione di droni e relative basi nelle vicinanze di Nimey e Agadez e la crescita di truppe speciali, ormai fra i 650 e gli 800 effettivi. Un sistema di attacco che guarda alla possibilità di controllare la Libia con i droni e intervenire nel Sahel sempre più preda-obbiettivo dei gruppi jihadisti, gli stessi che battagliano nel Mali e offrono un retroterra sicuro e inquietante al caos libico, a sua volta piattaforma per la penetrazione dell'Isis in Europa. E anche di al Qaeda che in Africa starebbe approfittando dello sbandamento del gruppo concorrente dopo la caduta del Califfato.
Tuttavia attorno e dentro questo quadro non mancano le pressioni per autorizzare il Pentagono ad effettuare vere e proprie azioni di guerra. Nel Mali, ma anche negli altri punti caldi e ancora "segreti". Anche per questo, da più parti ma soprattutto dall'opposizione, arrivano richieste per far chiarezza su quanto è avvenuto e sta avvenendo in Niger. Anche perché rimangono ancora molti punti oscuri anche se emergono nuovi particolari. E qualcuno, fra i Dem, evoca lo spettro del massacro di Bengasi che costò caro a Hillary Clinton all'epoca Segretario di Stato. 

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