Trump e Manafort
Russiagate, la svolta. Forse. E alla Casa Bianca sono preoccupati, nonostante le smentite. Il procuratore speciale Robert Mueller ha accusato (e disposto l’arresto anche se poi si sono consegnati) l'ex capo della campagna di Donald Trump, Paul Manafort e altri due ex funzionari - il braccio destro e collaboratore di Manafort Rick Gates e George Papadopoulos, ex consigliere di politica estera per il neo presidente - di cospirazione contro gli Usa, riciclaggio ed evasione fiscale oltre ad altri 9 capi di imputazione. In sostanza sotto la lente di Mueller sono finite operazioni d’affari che però, anche se per ora non viene detto, dovrebbero portare a contatti e scambi con uomini d'affari russi e personaggi legati a Putin: un punto dal quale partire per ipotizzare la decisiva influenza di Mosca sulla campagna elettorale americana.Bisogna dire che le accuse, come del resto un twitter della Casa Bianca ha subito rimarcato, riguardano giri d' operazioni oscure, riciclaggi e manovre per appoggiare i filo russi in Ucraina ben precedenti al voto americano. Ma la strategia di Mueller sa essere molto efficace quanto sottile: questa prima mossa ha il sapore di un'esca gettata in un lago per attirare i pesci. O, meglio, il lavoro dei battitori che scuotono la boscaglia per far uscire le prede. Tutti sanno e Trump più di ogni altro, è che le accuse a Manafort sono solo il prologo, un modo per lanciare un avvertimento e per stanare altri personaggi coinvolti nelle operazioni pro russe durante la campagna elettorale repubblicana.
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Un elemento che spicca subito è intanto la collaborazione con l'Fbi di uno dei tre accusati, George Papadopoulos che ha ammesso di aver mentito sui suo contatti con elementi russi di alto livello. Contatti che avrebbero dovuto portare a un incontro di questi funzionari russi con uomini direttamente legati alla campagna di Trump. E già questo di per sé è molto grave tanto che dall'ufficio stampa della Casa Bianca, per bocca di Sarah Huckabee Sanders si è parlato di un ruolo molto marginale di Papadopoulos nella campagna.
Altro elemento che ha fatto scattare l'allarme rosso al 1600 di Pennsylvania Avenue è la profondità degli accertamenti di Mueller, che pure ha preso le mosse da lontano, su Manafort (qui le accuse) e Gates e sul riciclaggio di denaro attraverso oscure società nell'orbita ucraina, del governo filorusso di Yanukovic e quindi un'attività di lobbing con l'America, omettendo di dichiarare al fisco milioni di dollari e di lavorare con un governo straniero, come prevede la normativa Usa.
Una trama complessa e sottile che però legherebbe ancora una volta personaggio filorussi e americani vicini a quello che sarebbe diventato poi il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti. E questo sarebbe l'elemento d'interesse che ha sollevato la curiosità del procuratore speciale. Del resto non può non suscitare perplessità una quadro d'intrecci, più o meno chiari, tra uomini dello staff di Trump, suoi amici d'affari e membri dell'establishment finanziario russo, il tutto aggravato dalla volontà comune - accertata in molti casi e partire da quello, ammesso, dell'ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn - di stabilire relazioni strette con uomini di Putin con il fine, palese, di sviluppare affari, ma anche di definire tavoli di rapporti che sarebbero tornati utili una volta che Trump sarebbe arrivato alla presidenza.
Those include meetings the president’s son-in-law, Jared Kushner, had with the Russian ambassador and a banker from Moscow in December, and a June 2016 meeting at Trump tower involving the president’s son, Donald Jr., and a Russian lawyer. Mueller’s team has requested extensive records from the White House, covering areas including the president’s private discussions about firing James B. Comey as FBI director and his response to news that Flynn was under investigation, according to two people briefed on the requests.
Mueller is also investigating whether Trump obstructed justice leading up to Comey’s firing. His team has been actively presenting records and bringing witnesses before the grand jury in D.C. for the last three months. (By
Ecco come il Washington Post ha ricostruito cosa si sa del Russiagate, finora.
Infine non deve sfuggire un terzo elemento, messo in risalto da Politico: la velocità. Mueller si è mosso in fretta e sembra intenzionato ad andare a avanti anche a dispetto degli indizi che vorrebbero la Casa Bianca impegnata a tentare di bloccare o almeno rallentare l'attività investigativa del procuratore speciale incaricato a maggio scorso. Ma i Repubblicani non sembra dello stesso avviso e il capogruppo Paul Ryan ha assicurato che l'attività del procuratore speciale deve andare avanti. Verso la Casa Bianca? Non lo sappiamo anche se arrivare a stringere in un angolo Donald Trump sarà tutt'altro che facile (Leggi qui)
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