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Un uomo solo (e mezzo Paese) verso il disastro

Ha vinto. Ai punti, ma ha vinto il secondo dibattito. E ora spetta il terzo faccia a faccia con i sondaggi che continuano a volare a suo favore. Fra video rivelatori,

gaffe e bugie plateali (vedere qui) Hillary Clinton ha la Casa Bianca in mano. Non ha ancora schiantato Trump, ma a questo sembra provvedere da solo. Con risultati "evidenti".





I leader repubblicani sono rassegnati e continuano a prendere decisamente le distanze, in particolare dopo la diffusione del video sugli assalti sessuali a cominciare dalla generazione dei Bush, a Condoleeza Rice allo speaker della Camera Paul Ryan, con la sola eccezione di Rudolf Giuliani. Perfino Pence, candidato alla vice presidenza ha preso le distanze ed è quasi stato sbeffeggiato da Trump durante il certame con la Clinton. Anche se una parte consistente del partito Repubblicano più che della sconfitta di Trump (data nel partito come molto probabile se non certa) è preoccupata della possibilità di perdere il controllo del Congresso e quindi si sta muovendo in modo ambiguo su scala locale, negli Stati dove i rappresentanti sono più a rischio, per cercare di ottenere i vantaggi del "Trumpismo" pur prendendone le distanze.
Ma nonostante le previsioni del "mago" Nate Silver (le possibilità di vittoria del grafico in alto), analisti, esperti e giornalisti che sono sul terreno sono più cauti e invitano a fare i conti con il Paese reale. E l'elemento più rilevante è che fra i bianchi, i meno istruiti, i più colpiti alla crisi - sia operai che classe media - il tycoon sessualmente scorretto, evasore fiscale, dalle proposte politiche impraticabili per non dire di quelle economiche, statalista e isolazionista, quasi filo-russo continua ad essere più che gradito. 
Date un'occhiata al grafico elaborato per il Washington Post sul posizionamento per classi sociali, scolastiche, razziali e di genere.



Trump, dato in netta flessione e sull'orlo del disastro, ha rivelato anche durante l'ultimo dibattito una dote che potrebbe aiutarlo più di quanto si possa pensare: la spregiudicatezza Un tempo la civiltà americana avrebbe affondato anzitempo un candidato simile. Ma l'America è cambiata, gli americani sono cambiati, la globalizzazione funziona nei due sensi , nella fascia del Midwest, nelle grandi praterie  l'uomo macho va ancora, nelle grandi periferie dei grandi sogni e delle illusioni grandi almeno quanto le false promesse dei ricchi l'uomo macho, per di più se ricco e brillante, convince, fa sperare in una presidenza che rimetta indietro le lancette di almeno trenta-quararant'anni. 
E per quanto possa far sorridere o dimostrare la disperazione del personaggio, anche la richiesta di un esame antidroga sull'avversaria Clinton, su larga parte di una società disgregata e arrabbiata, egoista ed emarginata, può sembrare meno provocazione di ciò che è. Come se una fetta d'America ormai mettesse sullo stesso piano la sfida elettorale (dalle conseguenze pesantissime sul piano interno come su quello internazionale) e un incontro di wrestling. Magari dimenticando che quest'ultimo è soprattutto una rappresentazione costruita ad hoc per le masse, molto lontana dalla realtà.







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