"La crescita non è una scommessa, arrivare all'1% con il Pil nel 2017 è un obbiettivo ottimistico, ambizioso, ma realizzabile". Parola di ministro Padoan a cui bisogna aggiungere lo sbuffo di chi non sopporta le critiche, soprattutto quelle motivate dai numeri, come i ragazzini dell'oratorio che quando perdevano la partita si portavano via il pallone. Ovvero il commento del premier Renzi:
"Vedremo tra un anno chi ha ragione, ma stiamo parlando di decimali e tutte le volte in questo periodo arriva la solita solfa, come le occupazioni studentesche".
Si parla di riforma costituzionale, tanto, perfino troppo, ma sulla realtà dell'Italia si preferisce passare oltre. Così i tg non mettono on evidenza che il ministro dell'Economia dovrà tornare davanti al parlamento a difendere l'impostazione della legge di stabilità dopo le osservazioni della Banca d' Italia e dell' Ufficio di bilancio secondo i quali è quantomeno dubbio che la crescita del prossimo anno possa balzare in avanti all'1% dal tendenziale 0,6%.
Padoan prospetta sorprese positive, ma un anno fa aveva detto la stessa cosa, più o meno. E nell'aprile corso idem, sempre prospettando una ripresa che poi non si vede. Il tutto grazie agli investimenti e ai vari moltiplicatori, finanziati in deficit. Una impostazione simile al piano di Juncker dei 315 miliardi ottenuti con un moltiplicatore x15 e un investimento effettivo di soli 21 miliardi: un sistema, quello Ue, che qualcosa ha mosso ma molto poco e spesso si è trattato di finanziamenti del Feis già previsti e dirottati. Una sorta di gioco delle tre carte che anche il nostro governo potrebbe adottare.
Grafico tratto dal Corriere delle Sera ed elaborato su stime Fmo, Ocse, Mef |
Anche il Fmi (che intanto qui lancia l'allarme mondiale sul debito abnorme) non è convinto dell'ottimismo italiano. Per la Lagarde la ripresa è stabile ma debole soprattutto nell'eurozona e molto dipenderà dalle elezioni Usa e dalla Brexit. Il pil mondiale crescerà del 3,1% , 1,7% (0,1% in più) nell'area euro; taglio all' Italia: 0,8% (0,1% in meno). La Gran Bretagna resiste nel 2016: 1,8% (0,1% in più), ma precipita all' 1,1% nel 2017 (-0,2%). Il Fmi non è così ottimista come Padoan, crescita sempre sotto l'1% e il rapporto deficit-Pil 2,6% quest' anno e il 2,5% il prossimo contro le previsioni romane di 2,4% e 2% nel 2017. Senza contare il colpo basso che potrebbe arrivare da Draghi, ovvero una riduzione graduale progressiva del Qe, ovvero acquistare meno bond e titoli di stato (pari a 80 mld mensili).
Era stata Bloomberg l'altro ieri a far uscire un'indiscrezione secondo la quale Eurotower stava valutando se alleggerire gli acquisti tagliando 10 mld al mese. E questo prima della fine del programma, annunciata per il marzo 2017. La Bce ha smentito ma i mercati si sono messi in moto. E lo stesso faranno probabilmente le prossime settimane.
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