👉👉👉Che sia una patata bollente su cui nessuno vuol mettere le mani lo prova l'ennesimo rinvio nel ddl sulla Concorrenza della questione delle concessioni demaniali, ovvero sul rispetto - dal 2006 - della direttiva Bolkenstein che obbliga indire gare d'appalto per la concessione delle spiagge.
Dunque Draghi ha rinviato aspettando il Consiglio di Stato che ora ha deciso: in pratica concede due anni di tempo per adeguarsi, ma👉🏖 dal 1 gennaio 2024 stop a tutte le concessioni. Entro quel termine dovrà essere approvata una nuova regolamentazione in base alle direttive Ue e non c'è spazio, ha avvertito il Consiglio, per interventi legislativi come quelli di anni recenti che hanno previsto proroghe infinite o cercato soluzioni per aggirare la possibilità di indire gare.Spiagge, il Consiglio di Stato azzera tutte le concessioni balneari dal 2024 - La Stampa
La Ue finora ci ha multato a ripetizione e l'Italia in questi anni ha cercato di rinviare sine die la questione allungando, con provvedimenti legislativi ad hoc, le concessione di decine di anni! La spiaggia libera? Un miraggio* – Lavoce.info
Nessuno ci vuole mettere mano, perfino Draghi su pressione della Lega e sulle paure del Pd emiliano-romagnolo ha dovuto togliere la questione dal ddl Concorrenza. Ma non potrà farlo a lungo e la lobby dei concessionari si affida alle speranze sulla Corte costituzionale dimenticando che la legislazione nazionale deve piegarsi a quella europea (vedi Polonia). A meno di rompere, appunto.
La realtà resta la stessa: che il 70% dei concessionari paga meno di 2500 euro l'anno a fronte di 💰💰💰guadagni a più zeri che però non emergono molto visto che due concessionari su tre non dichiarano il giusto secondo il fisco italiano. Concessioni balneari, il Consiglio di Stato prende tempo. Ora il governo deve decidere se rinviare ancora il ddl concorrenza - Il Fatto Quotidiano
Che l'Italia sia un'eccezione non è un mistero e neppure va tralasciato il fatto che l'organizzazione dell'accoglienza balneare non ha paragoni nel resto del continente. Il problema però non sono gli spettri del possibile assalto delle multinazionali "cattive" ed estere alle nostre spiagge (perché poi gli italiani non si possono organizzare allo stesso modo, dando vita a multinazionali etc etc e concorrere alla pari e con una offerta di qualità superiore, ecco tutto questo resta un mistero, se non è rischiarato dal sospetto che pagare 2500 euro all'anno per una spiaggia che garantisce anche mille volte di più sia la reale giustificazione), ma le condizioni di favore di cui godono le imprese balneari in Italia. Non solo per i canoni ma anche per la condizione di quasi monopolio ultradecennale e per l'estrema libertà di cui godono i concessionari di appropriarsi di fette di spiagge libere facendole proprie gratis e limitando i diritti di chi vuole andare a prendere il sole anche al di fuori di uno stabilimento. Che altrove vada in molto diverso lo spiegano 👉i documenti della ricognizione della Camera dei deputati. Le concessioni demaniali marittime in Croazia, Francia, Grecia, Portogallo e Spagna
Draghi si muove felpato per aggirare i veti e avvia una mappatura in modo da arrivare a porre la questione in mano al prossimo governo che si troverà intrappolato nella morsa della realtà italiana svelata e dell'imposizione europea che non potrà più essere rinviata o elusa. Ma non è escluso che fra sei mesi, finita la mappatura e magari Draghi ancora a Palazzo Chigi si arrivi allo strappo definitivo. L’ultima spiaggia di un paese irriformabile | Phastidio.net
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