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Pillole di Forum. Giorno 1


Nel Forum Teha di Cernobbio sul lago di Como - edizione numero 46 - più eccezionale di sempre, con una presenza fisica di manager, vip, politici e perfino giornalisti ridotta al minimo - per le rigide misure di sicurezza sanitaria -  e il ricorso agli ologrammi per gli interventi più glamour (in senso politico-finanziario, ovviamente), non sono mancati gli elementi d'interesse fin dalla prima giornata, quella riservata alle politiche mondiali riassunto nello slogan: "Il mondo dopo la pandemia: sfide globali e impatti sull’economia".

  • Il messaggio del Papa. Fra le novità di questa edizione particolare il messaggio del Santo Padre (QUI). E' la prima volta. Francesco ha scritto che "è necessaria una “riconversione ecologica della nostra economia”, perché diventi davvero espressione di “cura” della “casa del mondo”, che “non esclude ma include”, “non sacrifica la dignità dell’uomo agli idoli della finanza, non genera violenza e disuguaglianza, non usa il denaro per dominare ma per servire”. Secondo il Papa è necessario abbandonare il “paradigma tecnocratico”, improntato “alla logica del dominio sulle cose”. Francesco ha altresì sostenuto che la prova della pandemia, ci ha mostrato “la grandezza della scienza ma anche i suoi limiti”, visto che l’aiuto più grande è venuto del “surplus di generosità e di coraggio, messo in atto da tante persone”. La prova ha anche “messo in crisi la scala di valori che pone al vertice il denaro e il potere” e “ha costretto a fare a meno del superfluo e andare all’essenziale”. 
  • L'intervento del ministro Di Maio. Il titolare degli Esteri ha detto che serve  "una rafforzata collaborazione internazionale, con particolare riguardo al sostegno a un multilateralismo basato su regole chiare e condivise e sulla centralità dell'Unione Europea". Di Maio ha spiegato che "guardando al futuro, l'ampiezza e la complessità dei problemi posti dalla pandemia ci spingono a una revisione dell'agenda dell'Italia per un'efficace diplomazia della ripresa. Un cambio di passo che non trascuri un ammodernamento dei processi multilaterali, regionali e nazionali a disposizione del nostro sistema Paese". 
  • Il benvenuto del Ceo  Ambrosetti. Valerio De Molli ha dato il benvenuto (QUI) ai presenti e ai partecipanti da remoto ricordando come siamo in presenza della più drammatica crisi di sempre con il peggio che, probabilmente, deve ancora arrivare. De Molli ha ripreso le parole di Albert Einstein: "La crisi è la più grande benedizione per le persone e per le nazioni, perché la crisi porta progressi". In conseguenza di ciò, per il Ceo Ambrosetti questa dev'essere l'epoca della velocità, creatività e innovazione per arrivare a abbracciare un futuro migliore. 
  • Rilevazione sulle prospettive economiche. Il modello econometrico elaborato da The European House -Ambrosetti (QUI) indica per il 2020 una contrazione del 10,8 del PIL, la terza più grave nei 150 della storia della Repubblica. Per trovare una riduzione peggiore bisogna tornare al 1943.l Dagti in lunea con quanto previsto dal FMI secondo il quale si andrà a una recessione  del 4,9% per il 2020: un livello che mai, negli ultimi 60 anni, si era registrato a livello planetario.
  • Il televoto. Un classico dell'Ambrosetti, il televoto tra i partecipanti. Nel primo poll sui fattori che avranno  impatto maggiore sull'ordine globale alla luce del Covid, la maggioranza (46,9%) teme la guerra fredda tecnologica tra Cina e Usa, con un altro 30,6 che teme le crescenti tensioni fra Cina e India e un 20,4 che guarda con attenzione alle conseguenze del voto presidenziale negli Usa. Sul ruolo dello Stato nell'economia italiana post Covid, il 46,9 ritiene che questo ruolo rimarrà ma non aumenterà, il 30,6 che si intensificherà mentre il restate 20,4 lo ritiene solo un fenomeno temporaneo (QUI). Infine sulla gestione del Covid promossi la Germania al 36,4% e l'Italia al 30% (QUI). Sul quadro economico la maggioranza vede la propria impresa stabile rispetto ai concorrenti, mentre il 37,5 prevede di chiudere l'anno con una flessione del fatturato entro il 10% e il 15% prevede un calo oltre i 10 punti. Ma il 30% vede dati in aumento fra i 10 e anche più punti. Risultati clamorosi nel poll sul voto americano: il 61,9 prevede un risultato incerto fino all'ultimo, il 23,8% pronostica la vittoria di Biden e il 14,3 Trump. Sui desideri però si registrano i pareri più eclatanti: il 68,2 tifa Biden, il 31,8 avrebbe voluto altri candidati, nessuno - lo zero assoluto - rivorrebbe Trump (QUI). 
  • Report.  Il futuro strategico dell'industria italiana 

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