Il sito americano di notizie Axios, e nello specifico il giornalista Bryan Walsh ci regala una chicca: le vendite on line di alcolici durante il lockdown e comunque nel corso dei mesi caldi della pandemia, sono aumentate. E non poco. I servizi di recapito di birre, vino e liquori hanno dovuto affrontare un periodo di superlavoro, al contrario di altri settori della produzione penalizzati dal virus e dalle misure di contenimento.
La conferma arriva dal fatto che, con la riapertura, le consegne sono scese, anche per l'esaurimento delle scorte e comunque sono due volte e mezzo sopra i dati dell'agosto 2019.
Negli Usa, a cui si riferiscono i dati, mostrano un incremento notevole proprio quando una parte dell'America ha dovuto chiudersi in casa, per obbligo o per paura. In fondo non è difficile capire che in molti hanno cercato nella bottiglia una qualche forma di compensazione e consolazione per affrontare le lunghe e noiose ore. Per di più non c'era neppure l'ostacolo del dover uscire e recarsi al market. Era sufficiente premere un "invia" sul pc.
Ecco i dati di un'azienda leader (QUI).
Il fattore "consegna a domicilio", in qualche misura, ha quasi compensato, benché in misura minima, le perdite nel settore dei prodotti per la ristorazione, nella fattispecie il comparto delle bevande alcoliche. E se per aziende come quella citata sopra gli affari sono andati bene proprio grazie al Covid-19, per molte altre non è andata bene. Al punto che non sono state poche quelle che - riferisce sempre Walsh su Axios - hanno cercato u a riconversione. Con il caso (QUI) del fabbricante di gin che ha usato proprio la popolare bevanda - con un maggiore contenuto di alcol rispetto a quanto richiesto dai protocolli - e con varie aromatizzazioni per "convertire" il suo gin in un disinfettante per le mani.
In fondo chi ordinava gin a casa lo faceva come misura di sanificazione personale!
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