Siamo al numero 45, 45 anni di Forum Ambrosetti, ora Forum European House -Ambrosetti secondo la nuova definizione (TEHA). E potrebbe essere l'edizione, quella che si apre venerdì 6 settembre nella consueta atmosfera soffusa e sottilmente esclusiva del Villa d'Este di Cernobbio sul lago di Como, potrebbe essere l'edizione più immanente, più interessante, di più alta caratura internazionale (e ce ne vuole visti i confronti con gli anni e i decenni precedenti) della sua storia.
In primo luogo per la tempestività o la grossa fortuna - così va definita, non vi sono altri termini adeguati - di essere la vetrina ideale dopo il rientro dalla pausa delle ferie estive. In questo senso è l'appuntamento principe non solo in Italia ma nell'intera Europa (e per questo il TEHA è fra i primi dieci think tank continentali e fra i 100 più apprezzati nel mondo) in pratica da sempre, ma stavolta ha diversi bonus al suo attivo, da spendere sulla scacchiera che accoglie politici, finanzieri, manager, industriali, studiosi, scienziati, premi Nobel, capi di Stato e di governo. Il bonus che emerge subito è quello del nuovo governo italiano, quest'alleanza che qualcuno considera spuria tra un movimento di nascita populista e un partito strutturato dalle origini post comuniste e post democristiane, forse mai compiuto nella sua fusione di vertiti più che di popoli, e oggi ancora alla ricerca, come Diogene, dell'uomo della sinistra, ovvero dell'uomo libero, capace di vivere e affermarsi senza vincoli nella società odierna non più compiutamente capitalista, di un capitalismo ammaccato seppure vincente e affermato, ma ormai neppure socialista, neanche nella prospettiva lontana.
Altro bonus è quello di trovarsi all'incrocio che porta alla nascita della nuova commissione europea, quella che si mette alla spalle l'austerità di marca tedesca e nordica, quella che ha stremato forse irrimediabilmente la Grecia facendone strami a vantaggio dei partner continentali più forti. Un'Europa che deve fare i conti, appunto, con il suo capitalismo che non girà più appieno, che ha creato e alimentato disuguaglianze intollerabili, che ora segna il passo nelle sue capitali. Un'Europa che, con il fiatone, è riuscita a respingere la minaccia sovranista e fascistoide, confinandola solo nell'affermazione italica (anche se il risultato finale è stato, come visto, ben diverso), ma deve ora scoprire un nuovo terreno sul quale rinnovarsi perdendo le caratteristiche di corazza burocratica soffocante di cui si è dotata negli anni, per fare i conti con popoli e Paesi che ancora non hanno 9individuato la prospettiva di evoluzione economica e sociale, in un quadro globale molto,, troppo compromesso. Un'Europa che si trova, di qui a meno di 60 giorni, orbata di uno dei paesi che più l'aveva condizionata ma dal quale, in ogni caso il Vecchio Continente, se non altro per la storia, non può prescindere. Ebbene in questo crocevia si trova il Forum di Cernobbio: e chiamatelo poco come bonus da giocare sul tappeto!
Altro asso che può calare è quello più confacente alla sua natura: offrire una molteplicità di tavoli di confronto soprattutto economico alla vigilia di una nuova, e molto probabilmente importante ( meglio non usare il termine grave) recessione. Lo scorso anno le nubi erano già ben presenti, guru come Roubini avevano portato i dati macroeconomici che dimostravano il rallentamento in corso. Ma adesso in pratica, nella recessione ci siamo in mezzo, se non altro per lo stop della locomotiva tedesca e per i progressivi danni della guerra dei dazi fra America e Cina. Dunque, anche su questo punto il Forum TEHA non potrebbe cadere in un momento più indicato.
Questa edizione però rischia di passare agli annali anche per un secondo motivo: per la convergenza di protagonisti e presenze che a vario titolo possono far pesare il loro ruolo (magari apparentemente di secondo piano o dietro le quinte) su ciascuno dei precedenti bonus, ovvero dossier delicati, che in queste settimane arrivano al loro punto di massima criticità. Venerdì ad esempio si parla di sfide globali del futuro e degli impatti sull'economia con i rappresentanti russi, turchi e di Singapore, quindi con gli ambasciatori delle situazioni più delicate del momento: la Russia, in crisi pure lei e incapace di aver completato la transizione dall'autoritarismo e dirigismo sovietico al una società aperta, con la leadership di Putin che comincia a essere messa in discussione: la Turchia, dove Erdogan è, pur'esso, alle prese con una crisi monetaria che comincia a erodere il suo potere assoluto stabilito dopo il fallito colpo di Stato del 2016 e si muove sullo scenario più pericoloso del Medio Oriente, restando membro della Nato ma con i missili russi e un asse con Mosca; e Singapore, punto di osservazione privilegiato per tenere d'occhio le convulsioni di Hong Kong, prima piazza finanziaria d'Asia, dal cuore legato al liberalismo democratico occidentale ma con la testa e il corpo affidati alla voglia di sovranità totale di Pechino.
Sabato poi sarà la volta dei focus sulla nuova Europa che verrà avanti, sulla crescita in tempi di recessione, di sostenibilità ambientale nell'era di Greta, sulla Brexit che sta mettendo in discussione perfino alcune basi democratiche della Gran Bretagna (sarà ospite il ministro dedicato al "divorzio" Steve Barclay), fino ad arrivare a parlare degli Usa nell'anno delle presidenziali con una che di quel voto fu la protagonista l'ultima volta: Hillary Rodham Clinton. Con lei il senatore Lindsey Graham e altri politici di primo piano del Congresso Usa.
Domenica, come da tradizione, il palcoscenico è per la politica italiana e qui torniamo al discorso d'inizio con in più i possibili colpi di scena di politici in precedenza di primo piano e ora "retrocessi" all'opposizione (e magari neppure presenti, a questo punto) e dei "nuovi" che hanno subito una ribalta tanto succosa quanto intrigante ma potenzialmente infida per un neofita.
In ogni caso tra invitati, convergenze imprevedibili come il nuovo governo italiano e coincidenze temporali inedite, anche quest'anno il TEHAmbrosetti, ma anche la deliziosa Cernobbio, potranno contare sul tradizionale stellone che protegge il Forum. Anzi stavolta sarà uno stellone ancora più grosso.
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