"I mercati ?Sono violenti e banali. Ma sono molto razionali”. Parola di ex ministro, di Renato Brunetta a richiesta di un commento sul perché fantomatici mercati Ma hanno steso un tappeto - rosso ca va sans dire - ai piedi nel nascente governo giallo-rosso, bonificando le Borse e riducendo ai minimi termini lo spread.
Ovviamente Brunetta parla sì da professore di economia, ma soprattutto da esponente dell’opposizione finora abbastanza latitante nel primo giorno della Forum TEHAmbrosetti, appuntamento della tradizione economico-finanziaria e geopolitica dopo le ferie estive. Quindi un oppositore fermo, come ha specificato, lontano da piazze e social d’odio, ma senza concedere alcunché a un esecutivo che potrebbe talvolta essere carente di ossigeno di voti parlamentari.
A suo modo però Brunetta ha riassunto l’atteggiamento prevalente di questo “salotto buono” della finanza internazionale, rinunciando - visto il suo ruolo politico e le sue idee - però all’aria di soddisfazione che nessuno si è dato la pena di celare troppo. Inutile girarci intorno: la svolta d’agosto della politica italiana, un’autentica rivoluzione anche per le consolidate tradizioni della politica continentale, ha impresso e infuso un’ondata di ottimismo in Europa e anche oltre, forse eccessivo, ma comunque. Interessante. Un anno fa qui, sulle rive del lago di Como ieri imbronciato e troppo freddo perla stagione, si respirava a ieri polmoni aria di paura: paura per la possibile cavalcata inarrestabile del sovranismo di marca Len Pen-Salvini con l’Afd tedesca e i nazionalisti ultrà di Polonia e Ungheria a far da ancelle, paura per la Brexit e per l’Europa futura, paura per l’Italia in bilico, paura per la recessione in arrivo, paura per la guerra dei dazi. Dodici mesi dopo il cielo si è rasserenato sul versante italiano ed europeo. I sovranisti hanno vinto solo in Italia nel voto europeo e ora addirittura sono stati cacciati dal governo, con in più la svolta liberal dei populisti temuti dei Cinquestelle rivelatisi decisivi perfino per l’elezione della presidente della commissione Ue Ursula von del Leyen, commissione che ora sembra decisa ad aprire le istituzioni più al versante dei cittadini che non degli Stati e delle annesse burocrazie, di puntare più su politiche di crescita e flessibilità fiscale piuttosto che marcare ancora il terreno con l’austerità pronuba del disastro greco. Anche la Brexit, evento sciagurato, sembra che ora possa avere evoluzioni meno traumatiche dopo le ripetute sconfitte del tonitruante Boris Johnson. Resta la recessione, che ormai ha catturato perfino la Germania e la guerra dei dazi, le cui ricadute stanno inducendo qualche secondo di riflessione perfino nel negazionista Trump e si allungano anche verso il Vecchio Continente.
Eppure il Forum che guarda al cielo plumbeo di Cernobbio, riesce a vedere qualche raggio di sole: dall’’Italia esce una squadra con Gentiloni a Bruxelles, Gualtiero e Amendola a Roma che rassicura, anzi garantisce, le cancellerie economiche e le “war rooms” della finanza che scommettono fra Orso e Toro e sono in fuga da Londra. L’apertura di credito nei giardini di Vìlla d’Este è ampia, rassicurante, perfino gli accenti soddisfatti della Ue vengono giudicati razionali senza lasciar spazio alle favole complottiste. “Il governo più a sinistra della storia d’Italia”, è il mantra del centrodestra scosso e diviso (difficile pensare che il solo Speranza di Leu e il suo stesso partito quasi più a destra di Berni Sanders spostino così tanto un asse della coalizione), forse dimentico che proprio un governo di sinistra vera (ci sono dentro perfino i comunisti) sta portando il Portogallo fuori dalle secche della crisi post troika, rilanciandone crescita e sviluppo. Di questo Cernobbio non si preoccupa (per ora), anzi. Poi verranno i fatti da giudicare. Ma intanto il sole atteso su questo ramo del lago di Como è un più rosso e non dà fastidio.
La prima giornata
La prima giornata
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