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E la banca passò...

Il giochetto sembrava fatto: 20 miliardi postati sul debito pubblico e messi a disposizione del risanamento delle banche italiane sull'orlo del precipizio, Mps (Monte dei Paschi di Siena) per prima. Poi ci è messa l'autorità
di vigilanza presso la Bce e ha chiesto per la banca senese un impegno di ricapitalizzazione pari a 8,8 miliardi invece dei cinque previsti dal governo e da Padoan. Un segnale di mancanza o difetto di fiducia sia nelle autorità politiche che nel management bancario. Messi alla stregua delle banche greche ai tempi della Trojka con la richiesta della massima garanzia, il Cet 1che misura il patrimonio.
Del resto che  Bce e Bundesbank siano preoccupate della tenuta del nostra sistema bancario dopo le esperienze delle quattro bad banks emiliano-toscane, delle due venete e della stessa Mps non è un segreto. Tanto che riportava il Corriere, Isabel Schnabel del consiglio degli esperti economici dle governo tedesco, si è spinta a dire che

"... visti i problemi profondi del Monte, ci si può chiedere se una ricapitalizzazione precauzionale sia realmente appropriata. Le autorità dovrebbero verificare attentamente se la banca non debba essere liquidata gradualmente. Il denaro dei contribuenti potrebbe essere sprecato"
Insomma i contribuenti italiani rischiano di pagare caro, di vedere il debito aumentare (invece di calare), di assistere a due pesi e due misure nel trattamento dei risparmiatori delle quattro banche messe in risoluzione dopo l' amministrazione straordinaria (Banca delle Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio di Chieti), siano essi privati che istituzionali. Ma quel che è peggio è che oggi si paga (caro, più caro), quanto si doveva fare mesi fa risparmiando. Una procedura che nel fantastico mondo della ripresa di Matteo Renzi non era previsto. Salvo che ora il ministro Padoan ammette che le condizioni di crisi dell'Italia sono tali da determinare queste situazioni. Nel frattempo Mps in un anno ha perso in borsa l'86% del suo valore, la sua liquidità mensile è passata da 12,1 mld a 7,7, in pochi mesi, ha perso 14 mld di depositi e ha 27 mld di crediti Npl o quasi, quindi difficilmente esigibili, più del doppio del patrimonio.
Non si è fatto nulla alimentando la soluzione privata (J&P Morgan, il fondo sovrano del Qatar) ben sapendo che molto probabilmente non avrebbe scongiurato quanto è ora accaduto. Anche perché probabilmente non c'era niente di concreto.
Fubini sul Corriere ha spiegato efficacemente che il piano di salvataggio non esisteva o era inconsistente,  appoggiato su piedi d'argilla.
"(....) Non una parola da Soros, il cui interesse sembra non esserci mai stato. Un operatore conferma che all' anziano finanziere era stato proposto in ottobre di valutare l' offerta Mps e lui l' aveva girata alla sua squadra per un esame. Alla fine, il fondo Soros aveva deciso che la proposta non era valida e già nella prima metà di novembre lo aveva comunicato alle banche globali che gestivano l' operazione di Siena. Quanto al Qatar, spiega una persona vicina alla vicenda, il documento arrivato in Bce era così pieno di distinguo e scappatoie da risultare shallow: superficiale." (Fubini, Corriere delle Sera 28 dicembre)
Non bastasse, come detto, Mps ancora gode di privilegi (nella conversione i piccoli risparmiatori avranno il 100%, le obbligazioni subordinate diventeranno obbligazioni senior con copertura totale del capitale, quelli istituzionali il 75%) e i vecchi vincoli politici hanno ancora influenza, un loro peso, attraverso la Fondazione di controllo.
Il problema, al di là dei temi impliciti ed espliciti citati finora è: servirà tutto questo? Probabilmente sì per Mps, ma da questo a dire che diventerà una banca di nuovo competitiva sul mercato ce ne vuole. E non è escluso che si debba prendere in considerazione l'ipotesi della Schnabel. Perché altrimenti servirebbe una vera svolta, una rivoluzione copernicana in Italia che dovrebbe prendere le mosse dalla considerazione di Alberto Bisin su Noisefromamerika.org

I banchieri, in Italia, hanno fallito nel proprio mestiere. Certo, non sempre per colpa loro, non sempre per incapacità; qualche volta per la collusione stato-banche che ne ha condizionato l'operato, che li ha (mal) selezionati nella carriera; qualche volta perché corrotti. Ma non importa, questa è una classe dirigente che ha fallito - un sistema di governance efficiente azzererebbe il management. L'efficienza del mercato richiede crudeltà soprattutto con la testa del pesce. Ma il problema è appunto la governance, in Italia. Le banche sono colluse con una classe dirigente, nazionale e locale, anch'essa fallita che protegge se stessa proteggendo le banche. Anche lì bisogna fare piazza pulita - con le fondazioni e tutto l'ambaradan che le circonda!

Lo stesso Bisin diceva anche cose interessanti sulla differenza fra il salvare le banche oppure il sistema bancario:

Una ricapitalizzazione dopo un bail-in (che attacca obbligazionisti e depositanti in eccesso ai 100 mila Euro assicurati) o una conversione di obbligazioni in azioni non salvano la banca - nel senso che la banca nella sostanza fallisce (perché gli obbligazionisti ed i depositanti oltre 100 mila Euro non sono garantiti) - ma permettono alla banca stessa di continuare a contribuire al funzionamento del sistema bancario, con nuovo capitale. Salvare il sistema bancario richiede risanare le banche, metterle in condizione di operare efficientemente con nuovo capitale, perdite azzerate, nuovo management e nuova governance.

Ma farà così il nuovo governo, debole, a tempo e pesantemente condizionato/controllato dal precedente premier in pieno trip di rivincita veloce? Difficile credere che avrà questa forza e di andare oltre verso quella "rivoluzione" auspicata e necessaria. Ecco perché Bce e tedeschi (con questi ultimi dimentichi dei loro salvataggi di stato, fatti però in altri anni, per tempo e in altre condizioni) hanno imposto nuove condizioni così penalizzanti.
Ma, siccome al peggio non c'è mai  limite, se questo governo è debole, non è detto che lo sia la Politica, intesa come sistema politico nel suo complesso, maggioranza e opposizione compresi. Così la Politica potrebbe dimostrarsi molto forte nel tenere Mps a lungo, redistribuire le risorse con un iniziale risanamento (a spese di tutti gli italiani) secondo vecchie logiche di una banca a lungo occupata dalla Politica (come la maggioranza delle altre). Arrivando poi a coinvolgere a l'immancabile Cassa depositi e prestiti. Come ben ipotizza il sempre ottimo Sandro Brusco.
E poi sia dia sempre la colpa a Bruxelles e ai cattivi (ma accorti) tedeschi. Che, di fronte a questi esempi, le loro politiche di austerità, fallimentari e ultraliberiste, antipopolari e generatrici di diseguaglianze, hanno un buon motivo per portarle avanti,

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