Neve, gelo, tempeste come, negli anni recenti, non era accaduto. Così la gente ha freddo, vuole riscaldarsi di più, negli Usa e non solo, le tempeste di neve hanno ridotto la produzione anche del gas in Texas e di conseguenza il prezzo dell'oro nero sale portando su del 24%, nel 2021, i future del greggio WTI. Arrivando a 60 dollari al barile al benchmark texano e ai massimi arriva anche il prezzo del Brent.
Ecco cosa accade: Oil hits pandemic high as winter storm pushes demand and poses production risk
Ma un accenno di sole non basta a compensare l'anno più nero e difficile, il 2020. Royal Dutch Shell ha denunciato 21 mld di dollari persi nel 2020 con un calo addirittura del 71% rispetto all'anno prima. Non sono cifre facilmente recuperabili. E sono condivise dalle altre grandi, Exxon, Chevron, Bp anche se tutti ne hanno approfittato per tagliare la produzione (all'orizzonte si profila un mondo meno petrolio-dipendente e più green, a intanto Shell si è data il 2050 per uscire come azienda dalle emissioni nette e puntando a diversificare in settori come la ricarica di veicoli elettrici QUI ) e posti di lavoro. Con questi interventi, come ha spiegato a Bloomberg il ceo Ben van Beurden, la Shell vuole guardare al futuro con ottimismo, contando su una ripresa forte nel secondo semestre dell'anno, complice la probabile frenata della pandemia e soprattutto i primi effetti della massiccia campagna mondiale di vaccinazione.
Oil: Shell reports sharp drop in full-year profit, raises dividend
Il nodo per Shell e per gli altri resta comunque quello di un mondo più sostenibile, meno dipendente da energie fossili e come i big possono sopravvivere o crescere in uno scenario del genere. Tuttavia la strada da compiere è ancora lunga come ha documentato l'Onu sul divario fra il trend delle emissioni globali e i percorsi a minor costo per rispondere in modo adeguato agli obbiettivi dell'accordo di Parigi sul clima.
Ecco il rapporto Onu: EGR20ESE.pdf
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