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Lavoro dell'altro mondo


Il lavoro non sarà più lo stesso. Come la nostra stessa vita post Covid. Un concetto ribadito, tra gli altri, anche dal premier italiano Mario Draghi nel suo primo discorso nel quale ha enunciato i principi del suo governo:

(...) Quando usciremo, e usciremo, dalla pandemia, che mondo troveremo? Alcuni pensano che la tragedia nella quale abbiamo vissuto per più di 12 mesi sia stata simile ad una lunga interruzione di corrente. Prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima. La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così.

Come viene ripetuto da economisti, sociologi, scienziati e anche politici i modelli di crescita dovranno cambiare. Come è cambiato il mondo, come cambierà, come sta cambiando l'ambiente. Così come muterà e tanto il lavoro, il mondo del lavoro. Sempre riprendendo Draghi, ex presidente Bce quindi non un rivoluzionario da Comune parigina

(...) uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce. Questa osservazione, che gli scienziati non smettono di ripeterci, ha una conseguenza importante. Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi.

Il lavoro sarà diverso, profondamente. E le aziende ancora di più, dovranno entrare più in sintonia con l'ambiente, rispettarlo. Così come gli uomini. Un compito non agevole per molti segmenti anche culturali del moderno capitalismo e del liberismo avanzato che, sovente, si soffermano solo sull'aspetto di business dei fattori environment e wellness. In questo senso, perfino un fedele al modello capitalistico attuale come Draghi ha avvertito: non tutte le attività economiche saranno protette, alcune dovranno cambiare, anche radicalmente e spetterà alla politica scegliere. Molte dovranno cambiare, sarà meglio dire. L'importante sarà soprattutto proteggere i lavoratori e quindi rimettere mano al concetto di lavoro, alla sua funzione, forse ragionare sulla sua esistenza in un mondo sempre più guidato dall'AI. 

Un'inchiesta del New York Times su sette occupati durante la pandemia e ora spiega le domande e i dubbi che ci dobbiamo porre Work Will Never Be the Same - The New York Times

Una prova, la più immediata, a portata di dito? Tante app, tanti algoritmi che governano la nostra giornata, la nostra occupazione, ma nessuna app può risolvere, anzi non affronta nemmeno il problema principale: l'alienazione del lavoro nel 21esimo secolo The Rise of the Wellness App - The New York Times

Dal canto suo la prospettiva dei lavori futuri è molto condizionata dall'impatto della pandemia. Uno studio del Bureau of labor statistics americano indica le variazioni rispetto al periodo pre Covid e indica in settori che subiranno una contrazione e quelli in espansione Employment projections in a pandemic environment : Monthly Labor Review: U.S. Bureau of Labor Statistics
Da rilevare che, rispetto al passato recente, le previsioni sono nere per i lavori a basso reddito, a bassa specializzazione e bassa scolarità, che subiranno i maggiori effetti della contrazione sia per i risparmi in senso organizzativo di molte attività, al trasferimento di compiti sia a remoto sia con un uso più intensivo delle tecnologie e dell'AI. In contemporanea si assisterà  a un boom di professioni legate alla salute, alla ricerca, ai servizi tecnologici, ai servizi alla persona.




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