Da Apocalypse Now |
This is the end...
"Ha fregato il Paese". "Dopo aver fregato i suoi e adesso si è fregato da solo" riporta Politico citando un ex funzionario della campagna presidenziale del 2016 (QUI). In queste parole si riassume la parabola finale, la più drammatica, della presidenza di Donald Trump alla luce di quanto è successo mercoledì con l'assalto dei suoi sostenitori a Capitol Hill - programmato da tempo e sottovalutato, intenzionalmente o no - , con il seguito di vandalismi, eversione, disprezzo per la democrazia, morti, feriti e un'immagine della democrazia Usa distrutta e offerta in pasto al resto del mondo fra la silente - ma non poi tanto - goduria dei regimi totalitari.Nelle ore in cui si discute, con poche possibilità di concretezza, se sia possibile inibire se non rimuovere l'ex tycoon dalla sua carica vista la palese pericolosità dello stesso che aveva chiamato a raccolta i suoi a Washington per protestare sotto le bandiere del "ci hanno rubato il voto", l'immagine e il futuro stesso di Trump - che, va sottolineato, poche ore dopo l'accaduto ancora commentava sui social che "mercoledì sarebbe stato un giorno da ricordare per sempre" - sembrano e forse sono definitivamente compromessi.
La sua idea di condizionare ancora di più il Gop e sacrificarlo alla sua ambizione personale di correre fra quattro anni è tramontata sotto le orde dei Proud Boy, dei QAnon e degli altri gruppi paranazista, pararazzisti, suprematisti bianchi verso i quali Trump aveva sempre avuto un atteggiamento che sconfinava nel fiancheggiamento. Il Gop, i cui esponenti di minuto in minuto stanno prendendo le distanze dall'ancora presidente - il caso del suo vice Michael Pence è emblematico: lui ha mobilitato la Guardia nazionale dopo che il Pentagono per tre giorni aveva ignorato la richiesta della sindaca di Washington; lui ha cercato di convincere Trump a riconoscere la vittoria di Joe Biden; lui non si è opposto alle illegali richieste di intervenire nella seduta del Congresso che doveva ratificare la nomina del Democratico; lui ha finito per proclamare Biden certificando il voto del Congresso - deve rifondarsi lontano da Trump, pur conscio che la grande maggioranza della sua base, oggi, ha condiviso tutto o quasi arrivava dalla Casa Bianca. prendendo le distanze solo di fronte al paradosso di un presidente che, novello re Lear o peggio come l'Hitler chiuso nel bunker - farneticava di furto di voti, elezioni rubate e contraffatte, di valanga di suoi voti avvalorando anche i dubbi sulle sue effettive condizioni mentali. Tra l'altro, dichiarazioni queste che sono arrivare anche nel giorno in cui, eventi senza precedenti, i Dem conquistavano i due seggi della Georgia per il Senato, assicurando a Biden il controllo delle due Camere.
I rischi d'incriminazione che già Trump correva prima dei fatti di Capitol Hill, sono adesso aumentati in modo enorme. Su di lui si preparano a convergere le azioni di magistrati che indagano sul suo fisco, sul Russiagate, su altre vicende private, sulle pressioni-minacce per far cambiare il voto popolare. Ora a queste inchieste se ne potrebbe aggiungere un'altra per l'istigazione all'assalto al Congresso, considerata che la manifestazione a Washington era stata "chiamata" dallo stesso presidente e che lui ha aizzato la folla in un comizio assurdo e condito da affermazioni totalmente false.
Non sarà facile per il Gop ripartire dopo anni di azzeramento e appiattimento sulle posizioni oltranziste trumpiane, ma soprattutto per i Repubblicani è consentire ai moderati, del partito e del Paese, di assumere la guida e portare con sé la maggioranza. inglobando e rendendo inoffensiva l'ala più estremista. Soprattutto se il miliardario insistesse nel suo progetto alternativo: creare un movimento a sua immagine e somiglianza per ritentare la scalata alla Casa Bianca (per sé o per la figlia Ivanka) o condizionare proprio il Gop sottraendogli voti necessari.
Ai Rep tuttavia non resta altra via. Sebbene la maggioranza Dem di oggi potrebbe dar loro una mano sostenendo le varie accuse a Trump e di fatto mettendolo ai margini della vita politica e togliendogli ogni potere, quello finanziario in primo luogo.
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