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Usa 2020. Tutti i giorni del presidente


ore 17,50 IL NEW YORK TIMES DA' LA PENNSYLVANIA A BIDEN, 273 VOTI, BIDEN E' IL 46° PRESIDENTE

7 novembre. 14,20. Biden ha parlato nella notte. Ha detto "ci stiamo avvicinando alla vittoria" ma ha preferito la prudenza in attesa della conclusione ufficiale - al netto dei ricorsi - dello spoglio, soprattutto in Pennsylvania dove il suo margine di vantaggio si è ampliato, ora è quasi 29 mila voti al 96% delle schede esaminate. In Georgia è ancora un testa a testa con Biden in testa di  oltre 7 mila voti al 98% dello scrutinio. In Arizona il vantaggio si è un po' ridotto, quasi 30 mila voti in più con solo il 3% delle schede da esaminare. In Nevada Biden è avanti di oltre 22 mila voti sul 93% delle schede prese in esame. Insomma la vittoria del dem è praticamente certa, solo che si attende la ratifica di sicurezza del voto controllato e verificato.
Trump non si muove invece nella guerra a distanza giocata sul piano legale. Anche per questo nei comitati locali si va a rilento per lasciare meno spazio possibile alle consultazioni. Il presidente ha messo in piedi un collegio di avvocati che sta inondando di ricorsi comitati, tribunali e perfino al Corte Suprema, sebbene quasi tutti gli osservatori sono concordi nel ritenere che difficilmente la potrà spuntare o comunque portare a casa risultati in grado di ribaltare il verdetto che sta uscendo dalle urne. Anche le possibilità che la Corte Suprema a maggioranza conservatrice  possa intervenire in modo da cambiare il verdetto popolare sono viste come minime (QUI). Nel contempo sempre più esponenti rep stanno prendendo le distanze da Trump, dalla sua offensiva giudiziaria e dai suoi riferimenti a brogli e corruzioni di cui mancano tutt'ora non solo prove evidenti, ma anche minime. 
Fonti interne della Casa Bianca danno un presidente in preda a una rabbia a tratti incontrollabile, alternata a scoramento e risentimento verso chiunque (QUI). Perfino il preferito canale Fox News è finito all'indice per aver assegnato per primo la Arizona a Biden e rifiutato di rimuovere l'attribuzione anche dopo le pressioni indebite dello stesso Trump che è perfino ricorso all'editore del canale tv, Robert Murdoch. Secondo altri fonti, riportate già ieri, la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner sarebbero al lavoro per convincere Trump se non a concedere la vittoria all'avversario, almeno a non mettersi troppo di traverso causando danni, oltre che a se stesso e al partito repubblicano, soprattutto al Paese e alimentando una pericolosa spirale di risentimento e violenza motivati da tweet e fake.



16,40 Lo staff di Trump ha confermato che il presidente non intende "concedere" la vittoria a Biden. I collaboratori di quest'ultimo hanno ribattuto che il "governo degli Stati Uniti è pienamente in grado di scortare fuori dalla casa Bianca i trasgressori". 

15,45 Un senatore repubblicano, Pat Toomey, (PA) ha detto che il discorso di Trump in tv ieri sera "è stato molto difficile da guardare". Non solo, perché ha aggiunto che "le accuse di frode e corruzione su larga scala non sono state provate". Ha spiegato poi di non essere a conoscenza di illeciti nel suo Stato, appunta la Pennsylvania, anche se in ogni elezioni c'è una quota di irregolarità, ma sempre molto piccola e non tale da inficiare i risultati finali. "Comunque decideranno i miei colleghi cosa fare" ha aggiunto. Toomey ha parlato a Today sulla NBC




15,32 Alla fine potrebbe verificarsi veramente quella "onda blu" che i sondaggisti avevano previsto; Se Biden dovesse assicurarsi tutti gli stati in cui è in vantaggio - Arizona, Nevada, Pennsylvania e Georgia - arrivano a 306 voti elettorali,  due in più di quelli che ottenne Trump in quella che fu definita la sua grande vittoria nel 2016





15,20 Biden a un passo dalla Casa Bianca. Secondo CNN  che cita fonti vicine al presidente, Trump non ha intenzione di concedere la vittoria al suo avversario, tradizionale atto formale negli Usa. Seguirà la via dei ricorsi. Sempre per Cnn uno dei problemi per i collaboratori di Trump è comunicare e gestire la situazione in questi momenti all'interno della Casa Bianca e nello Studio Ovale. Si pensa che i delegati siano la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner.
Intanto il Servizio Segreto, che protegge i presidenti ha mandato agenti a Delaware dove risiede Trump e il Pentagono ha disposto, come per i presidenti, la chiusura dello spazio aereo sopra la casa del democratico. 



15,00 BIDEN IN VANTAGGIO IN PENNSYLVANIA, 49,4 A 49,3  5587 VOTI . SE RESTA COSì  JOE BIDEN E' IL 46° PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI

14,55 La Pennsylvania a minuti - 10, 15 - comunicherà i risultati di 20 mila voti scrutinati. Lo dice la CNN





13,50 Potrebbe essere il giorno decisivo per Joe Biden: nelle ultime ore ha superato Trump nell'altro stato fondamentale, la Georgia che pareva saldamente in mano rep. A giocare a favore dell'ex vice di Obama le contee di Atlanta, DeKalb, Fulton, Cobb e Gwinnett, le più popolose, dove i dem sono molto forti e da dove arriva gran parte del voto postale. Con i 16 voti della Georgia, insperati alla vigilia, Biden salirebbe a 269 grandi elettori, uno meno de necessario. A quel punto è difficile che non riesca a prevalere in nessuno degli altri stati chiave, l'Arizona (47 mila voti di vantaggio anche se la contea di Maricopa, dove è avanti con con oltre 60 mila voti, è conservatrice e manca ancora il 10 per cento del voto postale che in questo caso potrebbe essere più favorevole a Trump, ma non è detto), il Nevada (vantaggio di 12 mila voti, 49,4 contro 48,5%, con le due principali contee, Clark con Las Vegas e Vashoe con Reno in mano dem e con oltre il 10 per cento dei voti, in larga parte postali da esaminare) e soprattutto la Pennsylvania (Trump guida ancora 49,5 a 49,2 con 18 mila voti di differenza quando all'apertura delle urne la distanza era di 700 mila voti. Manca però ancora il 10% di Philadephia, qui Biden ha l'80%, che è il voto postale, e il 6% di Pittsburgh dove il dem guida con il 58%). Se Biden si assicura la Georgia bastano anche i sei voti del Nevada, mentre dal punto di vista matematico senza la Georgia Trump non potrebbe arrivare comunque a 270.
Da ciò si capisce la pur disperata strategia dei ricorsi: sommergere di istanze le commissioni elettorali per far ricontare i voti (ci vorranno settimane), ricorsi alle corti statali - tutte finora respinti , eccetto una marginale in Pennsylvania -, fino all'ultimo passo, decisivo, della Corte Suprema, controllata ora saldamente dopo la nomina dell'altra settimana dell'ultraconservatrice Amy Coney Barrett. Ma in questo caso, pur con una posizione di partenza che potrebbe essere più benevolente verso Trump, servono prove concrete, impugnazioni serie per convincere i giudici - consci del loro ruolo, del rispetto comunque della legge e dei precedenti in materia della stessa Corte Suprema - che quindi potrebbero decidere (o non decidere per niente) qualcosa non in linea con quanto vuole il presidente. Presidente che nel delirante discorso dalla casa Bianca dell'altra notte (italiana) è apparso sconvolto, agitato e confuso, incapace di produrre un discorso e soprattutto prove dei brogli e della corruzione cui faceva riferimento. Uno spettacolo penoso, una chiamata alle armi (e non solo in senso figurato) per i suoi fan e per il suo elettorato che, sulla spinta di un discorso che produrrà anche nei prossimi anni, deve essere forgiato nell'idea trumpiana del "furto delle elezioni". Con il risultato, voluto, di mettere non granelli ma aste di acciaio fra le ruote dem, elevare le fake a parole d'ordine e concetti trascendenti. In altri termini portare avanti il processo di distruzione delle basi democratiche e della convivenza in un Paese che si vuole diviso in fazioni e clan. Per arrivare a tanto il presidente nel suo discorso è arrivato a spargere veleno a piene mani, condito da messaggi - costruiti a tavolino o anche solo su whatsapp - palesemente inattendibili tanto che diverse catene tv, dalla Cnbc alla Msnbc, hanno interrotto la trasmissione dell'intervento dalla Casa Bianca per dire, in modo esplicito, che "il presidente sta dicendo cose false". QUI IL VIDEO  . Fox News e CNN, più schierate a favore o contro, hanno scelto di mandare in onda l'intero discorso. 




6 novembre. 0,30. Parla Trump. Esordisce con la rivendicazione della vittoria "con i voti legali" contro quelli illegali che sono arrivarti dopo la scadenza. Intendendo come illegali quelli postali. Poi Trump rivendica i risultati ottenuti contro un fronte nel quale sono riuniti dem, media, aziende tech, sondaggisti che hanno prodotto  proiezioni sbagliate e false. "Abbiamo smentito tutti, c'è stata l'onda rossa". Ha rivendicato il mantenimento del Senato, ha puntato sugli Stati conquistati appuntando gli errori dei sondaggisti e dei giornali. Ha ripetuto la tesi di ieri, con la marcia vincente negli Stati chiave fermata improvvisamente da voti comparsi misteriosamente. Ha accusato i presunti blocchi degli osservatori repubblicani. Ha definito il voto postale come un grande imbroglio, come "denunciato in precedenza". "Difenderemo l'integrità delle elezioni contro la corruzione, nessuno può silenziare i nostri elettori. Stanno cercando di rubare un'elezione, non possiamo permetterlo". Confermate le azioni legali, ribadite le accuse alla corruzione democratica soprattutto in Pennsylvania. Le accuse però non sono state supportate da prove certe ed evidenti, anche se il presidente ha sostenuto che le prove esistono. Ha evocato anche un possibile, estremo, ricorso alla Corte Suprema. Nel discorso confuso e agitato Trump si è ripetuto più volte e ha infilato alcune contraddizioni, confermando l'intenzione di gettare un'onda di sospetti, senza fondamento per ora, sul voto, evocando anche la legittimità di una eventuale rabbia. Nel complesso ha dipinto un Paese estremamente corrotto accusando per la prima volta, da presidente e dalla casa Bianca, i suoi avversari di brogli, corruzione, addirittura di voler sovvertire la democrazia Usa.








16,40 L'Arizona vede ridursi il vantaggio di Biden a circa 70 mila voti, ma nonostante i voti della contea Maricopa, la più popolosa e più conservatrice, dove comunque Biden è in vantaggio di 4 punti, lo stato sembra attribuibile al dem. Anche qui Trump minaccia azioni legali e i suoi fedeli ieri sera hanno assediato la sede del comitato elettorale. Se l'Arizona passasse al blu basteranno i dati del Nevada per incoronare Biden presidente. L'aiuto tuttavia però potrebbe arrivare anche da altrove: dalla Georgia dove il distacco si è ridotto a circa 19 mila voti e mancano ancora molte schede - circa il 10 per cento - nelle contee urbane più popolose e più pro Biden . Andamento simile nella fondamentale Pennsylvania dove Trump partiva con un vantaggio di 700 mila voti, ora è a 140 mila ma anche qui manca il voto postale, in maniera ancora consistente e c'è tempo fino a venerdì, soprattutto quello delle aree urbane più dem. POLITICO spiega perché il dem ha buone possibilità di riprendersi la Pennsylvania. 



23,40. La CNN e anche gli altri media dopo il Wisconsin assegnano anche il Michigan a Joe Biden che in questo modo arriva a 253 voti elettorali contro i 213 di Trump. POLITICO (in alto il grafico) assegna anche l'Arizona portando i voti di Biden a quota 264). In Wisconsin, al 100 per cento dello scrutinio, Biden è al 49,4 contro il 48,8, circa 30 mila voti di vantaggio. In Michigan 49,8 a 48,6 con più di 60 mila voti di vantaggio. I due Stati nel 2016 erano stati strappati per pochi voti da Trump alla Clinton. Ora Biden deve solo confermare il vantaggio in Nevada e in Arizona: in quest'ultimo stato vi sono circa 100 mila voti di differenza con l'86% dei voti scrutinati. Nel complesso sarebbero i 18 voti che mancano per la White House.
Resta la Pennsylvania dove il presidente è ancora avanti pur con un vantaggio che era di 800 mila voti ora scesi a poco meno di 300 mila quando lo scrutinio deve ancora affrontare i giorni dello spoglio del voto postale. Le schede erano circa un milione, ora saranno meno, ma il margine per il sorpasso c'è tutto.
Biden resta prudente ma parla già da presidente:
"Più americani hanno votato queste elezioni che mai nella storia americana. Oltre 150 milioni di persone hanno votato. Penso che sia semplicemente straordinario. E se avessimo qualche dubbio, non dovremmo più avere alcun dubbio su un governo di, da e per le persone. È molto vivo, molto vivo in America "(CNN)

Il dem ha lanciato anche una sorta di appello agli avversari, conoscendo l'imprevedibilità di Trump. "Governerò come presidente americano" aggiungendo che pur con visioni opposte nel Paese,  "dobbiamo smetterla di trattare i nostri avversari come nemici".

Trump per ora, a parte qualche tweet di rivendicazione di presunte vittorie, non ha insistito più di tanto sui "brogli" lasciando il campo alla battaglia legale annunciata da Rudolph Giuliani che ha parlato di corruzione e prospettando un ricorso al Congresso stesso. Si tratta di  fuochi d'artificio, più rumorosi e colorati che pericolosi. Questo anche perché, dall'interno del Gop, si stanno sempre più levando voci che invitano a non andare avanti su questa strada del riconteggio il quale, alla fine, potrebbe danneggiare lo stesso partito ad esempio al Senato dove dovrebbe conservare la maggioranza. Fonti interne alla casa Bianca della CNN avrebbero rivelato di tensione e scontri dei funzionari e alleati del partito con il presidente furibondo per come stanno andando le cose.

Quando un presidente sabota il suo Paese (By Nicholas Kristof) (NyTimes)



19,20 Lo staff della campagna di Trump  annuncia che chiederà subito il riconteggio dei voti in Wisconsin. Ma secondo le norme ciò non può avvenire in quanto occorre attendere il verdetto della Commissione elettorale sullo scrutinio complessivo. Intanto Biden fa sapere che quando riterrà di aver raggiunto i 270 voti elettorali necessari proclamerà la vittoria indipendentemente dall'attestazione del traguardo da parte dei media e delle autorità locali. Entrambe le notizie le riferisce la CNN.

15,35  Secondo Pamela Brown di CNN i giochi in Pennsylvania sono ancora aperti. Di molto. La reporter ha riferito quanto detto da un funzionario statale secondo cui..  

"La Pennsylvania è decisamente in gioco.Speriamo di spingere le contee, questa mattina, a lavorare, senza sosta, fino a quando non sarà tabulato ogni ultimo scrutinio, a partire da questa mattina".

 In  pratica mancano ancora 1,4 milioni di schede postali, mentre al 75% dello scrutinio il vantaggio di Trump è di 618 mila voti circa. Da tener presente che oltre due terzi delle schede per corrispondenza arriva da elettori registrati democratici. CNN

4 novembre. Il punto a metà giornata


E' caos. Trump nella notte ha sostenuto di aver vinto, ma denuncia fantomatici brogli sul voto per corrispondenza che tiene in bilico molti Stati chiave. Per questo la sua soluzione è bloccare tutto, dargli la vittoria dove è avanti e, singolarmente, investire la Corte Suprema proprio sulle presunte illegalità. Biden, dal canto suo, viste ridimensionate le sue attese dell'onda blu, chiede di aspettare, portare pazienza e soprattutto "contare ogni voto". 

Il risultato è il caos, la democrazia sospesa con le vecchie regole a pezzi, i vecchi riti degli avversari e delle assemblee statali rispettose delle prerogative e dell'autorità di un voto nazionale messi in un angolo, un presidente che parla come capo dell'opposizione e si presenta come un caudillo da vecchi stati sudamericani arrivando a paventare, dietro i suoi toni, perfino una reazione forte e di piazza. 

Il guaio è che questa situazione d'incertezza potrebbe durare giorni, forse addirittura fino al 12 quando si è data tempo la Pennsylvania, stato mai così chiave come oggi. Una situazione che nel frattempo rischia di sfuggire dalle mani con un presidente senza limiti che sa di giocarsi il tutto per tutto ( anche la sua vita dopo un'eventuale sconfitta con tutti i problemi legali e fiscali pronti a sommergerlo) in questa elezione. Biden invece si pone in attesa, ma l'impressione è che si affidi più al fato che ai suoi specialisti, ai sondaggisti, categorie che nonostante la lezione del 2016 hanno dimostrato di non aver ancora capito come interpretare le vere pulsioni dei cittadini. Ma anche di non aver ancora la contezza della potenza, mediatica e non, della macchina elettorale repubblicana, seppur fiaccata in questo voto da molti meno soldi che in passato. Dotata però di un cinismo e di una spregiudicatezza di cui la sinistra pare non essere riuscita ancora  a farsene ragione. 

Voto postale o meno per Joe Biden e i democratici è ormai una corsa in salita: troppi voti sperati rimasti nella mani di Trump, pochi quelli nuovi strappati, le roccaforti rosse sono rimaste tali nonostante virus e tutto il resto. A cominciare dalla Florida e dal Texas sognati, con l'ausilio dei sondaggi, alla vigilia.

Per Biden nel parco della possibilità, che all'inizio era amplissimo con una serie di varianti via via svanite nella notte come quattro anni fa, restano poche poste: deve assicurarsi i 20 voti preziosisismi della Pennsylvania (dove il voto si può ricevere e contare fino a venerdì) oltre ai 6 del Nevada e agli 11 dell'Arizona, questa sì strappata agli avversari (la rabbia repubblicana contro la Fox). Non basta, tuttavia: deve prendersi o il Wisconsin (10 voti) dove ha un lieve vantaggio o il Michigan (16 voti) dove è Trump a guidare, seppure di pochissimo (e mancano, dice il segretario di Stato, centinaia di miglia di voti espressi per posta). 

I calcoli di POLITICO

La dimostrazione di quanto pesi il voto postale lo si ha in Wisconsin dove Trump era avanti tutta la notte ma dove, al mattino, con le prime schede per corrispondenza, la situazione si è ribaltata. Ecco cosa ha commentato il reporter della Cnn, Phil Mattingly:

There was “a narrower margin” between the two candidates in the county for much of the night, Mattingly explained. “And then the absentee vote came in, and then early vote by mail came in… All of a sudden, the Trump lead started to narrow.”

Il dem ha bisogno di 43 voti elettorali, quindi potrebbe anche perdere la Pennsylvania ma deve assicurarsi sia Michigan che Wisconsin. Oppure affidarsi all'"aiuto" di Georgia (16 voti) e North Carolina (15 voti) dove però è Trump avanti e lo scrutinio è quasi alla fine. Nella prima però mancano i voti dei sobborghi di Atlanta e di alcune contee decisamente favorevoli a Biden il che potrebbe bastare per colmare il gap e portare in campo blu 16 pesantissimi voti.



3,51. Rust Belt incerta, anche l'Ohio si ridimensiona e sembra tornare verso Trump per pochissimi voti. Tiene la Pennsylvania ma lo spoglio è molto indietro. South Carolina ancora incerta nonostante le previsioni infauste per Biden del Nytimes. Battaglia in Texas mentre Biden si affermerebbe e strappa (forse) New Mexico e Colorado all'avversario, 14 voti elettorali forse più preziosi di quanto si può pensare viste le difficoltà blu altrove



3,24 . Ohio più contendibile, quattro punti di vantaggio di Biden, Interessante sempre nella Rust Belt la performance in Pennsylvania, 63 a 36 con  i voti postali ancora da venire, Winsconsin 62 a 35 mentre il Michigan dato verso Biden segna al 18% dello scrutinio un 59 a 38. Florida ormai a Trump, anche Georgia e soprattutto il North Carolina, stato quest'ultimo sul quale sperava Biden e i cui primi dati sembravano andare in quella direzione


2,26 Allarme per Biden: secondo l'ago del NyTimes anche il North Carolina finora dato con un +2%al dem adesso sembra piegare verso Trump, con un +0,5 , ma indicativo. Se finisse così la Pennsylvania diventa fondamentale, come Michigan e Winsconsin



2,16 In Ohio Biden avanti con 55 a 43. Ma si esaminano prima i voti per posta. Tuttavia è una dato incoraggiante per il dem. Imprevisto, se resta così, quando lo stato è accreditato a Trump.

1,48 L'ago del Nytimes dà la vittoria oltre il 95% della probabilità a Trump in Florida, al 66% in Georgia, mentre Biden è dato al 65% vincitore in North Carolina. Secondo il Nytimes a Biden basta conquistare uno stato su tre per avere forti probabilità di diventare presidente

1,33 Florida al 65 per cento dello scrutinio Biden avanti al 50,4 contro 48,7. Ma essendo conteggiati prima i voti postali il vantaggio Biden è troppo esile. Allarme per i dem

1,24 L'ago del NyTimes vede Biden in due Stati su tre: per essere abbastanza sicuro di vincere al dem basterebbe vincere in uno dei tre stati



1,19 Florida, al 38% dei voti, Biden avanti con 50,3 a 48,

1,03 L'Indiana va a Trump, scontato, con 63,9% contro 33,9. Per il Rep 11 voti elettorali. Kentucky to close to call, per ora 50 a 48 per il presidente ma solo il 13%scrutinato. Ky era dato solidamente per Trump.

23,29. Giocate con la Cnn, ognuno si può costruire la propria mappa del voto ed esercitarsi nella combinazione degli Stati per arrivare alla famigerata quota 270.



23,16. Ecco come il Nytimes (QUI) suggerisce di seguire l'andamento del voto in cinque stati più oscillanti per capire dove va il vento dell'elezione. Anche con un raffronto delle vittorie ottenute quattro anni fa da Trump in questi Stati.

23,05. Mentre scoppia il caso delle telefonate automatiche che invitano a non andare a votare perché ci sono code - sul caso indaga l'FBI - è meglio avere sott'occhio gli orari fondamentali e gli Stati decisivi per poter cogliere al volo chi è in vantaggio e chi può vincere. Ecco lo schema del Nytimes (l'orario di chiusura dei seggi è quello Usa):



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