Non ci salverà solo dal COVID-19. Il vaccino, anzi i vaccini, ci salveranno dalle prossime pandemie. Parola di esperti ( e non delle case farmaceutiche).
Il sito Axios rileva come, in questo frangente, il mondo ha a portata di mano o potrebbe scoprire a breve l’arma decisiva e forse finale per far fronte alle sventure virali del futuro.
Sulla base di questi precedenti e su un principio di prudenza e studi approfonditi si è basata la posizione espressa in Italia dal virologo Andrea Crisanti, fautore della linea dura per contrare il virus, dell’accertamento di massa della positività attraverso l’uso a tappeto dei tamponi. Crisanti per questo è finito nel mirino di molti colleghi e commentatori - ma anche lo stesso Comitato tecnico scientifico che affianca il governo italiano nella sue scelte - che l’hanno accusato di finire per aiutare le tesi no vax e di compromettere una vaccinazione di massa contro il COVIS.
Stavolta invece parliamo di mesi, meno di un anno ( o un anno se prendiamo come riferimento l’allarme cinese)per almeno tre vaccini. Il nucleo della speranza e forse del successo futuro e nella nuova tecnologia genetica che potrebbe cambiare per sempre il volto del concetto di vaccino ed estenderlo a campi finora inesplorati, come quello del cancro, avverte sempre Axios.
Il sito spiega infatti che
“… i vaccini COVID-19 sono progrediti così rapidamente perché sono stati costruiti utilizzando una nuova piattaforma: la tecnologia basata sui geni che sfrutta l'RNA messaggero (mRNA) per istruire essenzialmente il corpo umano a produrre il vaccino stesso”.In altri termini viene spiegato che il vaccino tradizionale usa un virus indebolito e proteine virali trattate (un esempio citato è quello del vaccino antiinfluenzale che non sempre dà i risultati attesi) , mentre in quelli di nuova generazione la rapidità è costituita dal fatto che praticamente viene creato appena è condivisa la sequenza genetica. Ora si lavora appunto sulla velocità in modo da bloccare all’insorgere ogni nuova pandemia.
Il problema però resta sempre nella capacità di valutarne l’efficacia e soprattutto gli effetti collaterali su un lungo periodo e su una massa di persone che non sono “animali da laboratorio” – e quindi non operano in condizioni ideali – per i quali solo il tempo può aiutare. Ma intanto la svolta è importantissima e fondamentale.
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