TumPost Sunday
Rotta Europea. Il caso della nave Diciotti della Guardia costiera italiana ha sfondato i confini e ha consegnato l'Italia, mani e piedi, alla mercé del Vecchio Continente e di chi lo tira avanti cercando di tenerlo unito. Abbastanza, insomma. Alla mercé, ma anche alla derisione
di fronte a un Paese la cui politica ha superato il lato comico e disincantato dei governi Berlusconi, per approdare sulla sponda dell'incapacità totale, della confusione, dello spettacolo avvilente di gente/ministri alle prese con qualcosa di cui non capiscono nulla. L'Europa, di fronte al ricatto dei 177 profughi - tutti con la possibilità di richiedere asilo in quanto eritrei , somali -, alle provocazioni, alla non volontà di Roma di cambiare gli accordi (voto fallito anche per l'opposizione, singolare, della Lega) semplicemente non ha fatto nulla: ci insultate, ci minacciate, ebbene arrangiatevi, del resto il trattato di Dublino è chiaro sul dovere dei Paese di primo approdo. Adesso comincia la resa dei conti: Bruxelles, ma soprattutto Parigi, Berlino, la Spagna, il Portogallo, i paesi del Nord, il Benelux, hanno capito che l'intento di Salvini è sfasciare tutto, in particolare prima del voto del prossimo anno. E i 5 Stelle un po' per non perdere il governo nel quale non rientrerebbero più, un po' per non andare di nuovo alle elezioni, un po' per lo stato confusionale non se la sentono di diventare i difensori dell'Europa che hanno sempre attaccato. Come finirà? I migranti scenderanno dalla nave (e infatti nella notte fra sabato e domenica è avvenuto con una sorta di miniaccordo con Albania e Irlanda e soprattutto l'acuta strategia del vaticano che ha messo all'angolo i "duri")se non altro per questioni sanitarie - sabato se ne è avuto un anticipo -, Salvini e Di Maio confermeranno che la linea della fermezza ha pagato e sarà seguita, la guardia costiera sarà sempre più arrabbiata, le inchieste andranno avanti e qualche grattacapo lo creeranno, l'Europa mollerà questa Italia alla deriva: politica, economica e umanitaria. Ce la farà pagare con la legge di bilancio, con i prossimi posti da occupare a Bruxelles, con il dopo Draghi, con leggi e regolamenti che penalizzeranno l'Italia, con gli altri migranti che arriveranno lasciati a (s)gestire ai nazional-populisti. E la Ue si sentirà ipocritamente sempre meno in colpa.
#AsiaToo. Era l'occasione ideale, sperata, agognata, cercata, magari costruita. L'eroina della denuncia delle violenze e sopraffazioni maschili colta con le mani nel sacco. O piuttosto nelle parti intime di un diciassettenne alle prese con tradizionali tempeste ormonali. Raramente si è assistito nel giornalismo italiano soprattutto, un profluvio di pruderie e arrapamenti senili nel raccontare la storia di Asia Argento e di Jimmy Bennett con sottolineatura non solo dei particolari più scabrosi, ma del fatto che l'attrice ha imitato quanto ha denunciato a carico di Weinstein. Una campagna che da destra tende a dimostrare che #MeToo non è altro che una manovra politica di fanatiche estremiste e che, in fondo, le donne se le vanno a cercare e l'uomo naturalmente... è cacciatore. Dimenticando un piccolo ma decisivo particolare: l'abuso, lo stupro vanno oltre la dimensione sessuale, ma sono un esercizio di potere. Quale potere, quali interessi aveva Asia Argento nell'andare a letto con Jimmy Bennett? Dalle sue confessioni, apparse chissà come e perché attraverso vie misteriose, spiega il suo gelo di fronte a un giovane per il quale lei è sempre stata un mito sessuale e fa capire che non vi è stata "relazione sessuale" (a buona memoria dei giornalisti italiani non deve sfuggire la differenza fra "relazione sessuale" e un singolo atto, ben usata e riconosciuta dai giudici da Bill Clinton per spiegare la natura degli incontri con Monica Lewinski). Così insomma la sua eventuale colpa è di averlo fatto con un poco meno che diciottenne, roba che è reato in California ma non altrove in presenza di consenso ( e quello di Bennett era fin troppo esplicito): un piccolo appiglio giuridico, la cui fissazione è puramente empirica ma tanto è bastato per crocifiggere Asia, bad girl per definizione, donna libera sempre e comunque, nei comportamenti, nelle idee e nei gesti gettando una grande ombra su #MeToo, l'arcinemico. Solo a questo serve la voglia di rivalsa, sperando che il movimento vada in crisi e tutto ritorni come prima. Con tanti divani dei produttori che tornano a funzionare a pie o ritmo.
Rotta Europea. Il caso della nave Diciotti della Guardia costiera italiana ha sfondato i confini e ha consegnato l'Italia, mani e piedi, alla mercé del Vecchio Continente e di chi lo tira avanti cercando di tenerlo unito. Abbastanza, insomma. Alla mercé, ma anche alla derisione
di fronte a un Paese la cui politica ha superato il lato comico e disincantato dei governi Berlusconi, per approdare sulla sponda dell'incapacità totale, della confusione, dello spettacolo avvilente di gente/ministri alle prese con qualcosa di cui non capiscono nulla. L'Europa, di fronte al ricatto dei 177 profughi - tutti con la possibilità di richiedere asilo in quanto eritrei , somali -, alle provocazioni, alla non volontà di Roma di cambiare gli accordi (voto fallito anche per l'opposizione, singolare, della Lega) semplicemente non ha fatto nulla: ci insultate, ci minacciate, ebbene arrangiatevi, del resto il trattato di Dublino è chiaro sul dovere dei Paese di primo approdo. Adesso comincia la resa dei conti: Bruxelles, ma soprattutto Parigi, Berlino, la Spagna, il Portogallo, i paesi del Nord, il Benelux, hanno capito che l'intento di Salvini è sfasciare tutto, in particolare prima del voto del prossimo anno. E i 5 Stelle un po' per non perdere il governo nel quale non rientrerebbero più, un po' per non andare di nuovo alle elezioni, un po' per lo stato confusionale non se la sentono di diventare i difensori dell'Europa che hanno sempre attaccato. Come finirà? I migranti scenderanno dalla nave (e infatti nella notte fra sabato e domenica è avvenuto con una sorta di miniaccordo con Albania e Irlanda e soprattutto l'acuta strategia del vaticano che ha messo all'angolo i "duri")se non altro per questioni sanitarie - sabato se ne è avuto un anticipo -, Salvini e Di Maio confermeranno che la linea della fermezza ha pagato e sarà seguita, la guardia costiera sarà sempre più arrabbiata, le inchieste andranno avanti e qualche grattacapo lo creeranno, l'Europa mollerà questa Italia alla deriva: politica, economica e umanitaria. Ce la farà pagare con la legge di bilancio, con i prossimi posti da occupare a Bruxelles, con il dopo Draghi, con leggi e regolamenti che penalizzeranno l'Italia, con gli altri migranti che arriveranno lasciati a (s)gestire ai nazional-populisti. E la Ue si sentirà ipocritamente sempre meno in colpa.
#AsiaToo. Era l'occasione ideale, sperata, agognata, cercata, magari costruita. L'eroina della denuncia delle violenze e sopraffazioni maschili colta con le mani nel sacco. O piuttosto nelle parti intime di un diciassettenne alle prese con tradizionali tempeste ormonali. Raramente si è assistito nel giornalismo italiano soprattutto, un profluvio di pruderie e arrapamenti senili nel raccontare la storia di Asia Argento e di Jimmy Bennett con sottolineatura non solo dei particolari più scabrosi, ma del fatto che l'attrice ha imitato quanto ha denunciato a carico di Weinstein. Una campagna che da destra tende a dimostrare che #MeToo non è altro che una manovra politica di fanatiche estremiste e che, in fondo, le donne se le vanno a cercare e l'uomo naturalmente... è cacciatore. Dimenticando un piccolo ma decisivo particolare: l'abuso, lo stupro vanno oltre la dimensione sessuale, ma sono un esercizio di potere. Quale potere, quali interessi aveva Asia Argento nell'andare a letto con Jimmy Bennett? Dalle sue confessioni, apparse chissà come e perché attraverso vie misteriose, spiega il suo gelo di fronte a un giovane per il quale lei è sempre stata un mito sessuale e fa capire che non vi è stata "relazione sessuale" (a buona memoria dei giornalisti italiani non deve sfuggire la differenza fra "relazione sessuale" e un singolo atto, ben usata e riconosciuta dai giudici da Bill Clinton per spiegare la natura degli incontri con Monica Lewinski). Così insomma la sua eventuale colpa è di averlo fatto con un poco meno che diciottenne, roba che è reato in California ma non altrove in presenza di consenso ( e quello di Bennett era fin troppo esplicito): un piccolo appiglio giuridico, la cui fissazione è puramente empirica ma tanto è bastato per crocifiggere Asia, bad girl per definizione, donna libera sempre e comunque, nei comportamenti, nelle idee e nei gesti gettando una grande ombra su #MeToo, l'arcinemico. Solo a questo serve la voglia di rivalsa, sperando che il movimento vada in crisi e tutto ritorni come prima. Con tanti divani dei produttori che tornano a funzionare a pie o ritmo.
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