Gli 80 euro non si toccano. E' bastata un'ipotesi, un calcolo già fatto e riproposto per far sì che l'alleanza - anzi sarebbe da chiamare l'amicizia a tempo fra due contraenti di un contratto - giallo-blu entrasse in fibrillazione: gli 80 euro del "malvagio" Renzi non si toccano, saranno iniqui, parziali, costosi e dai discutibili effetti, ma non si toccano.
Parola di Salvini e Di Maio i quali, più che fare i calcoli sulla legge di bilancio in via di compilazione, gli esercizi li fanno sulle percentuali che potranno prendere alle prossime elezioni anticipate. Che ci saranno e forse anche presto, visto che l'amicizia giallo-blu non ha proprio le caratteristiche di un'intesa politica d'acciaio.
Quindi sarà pure un prodotto della narrazione renziana, ma togliere 80 euro al mese a 11 milioni di italiani non è una ossa per politici che coraggiosi non sono.
E dire che sui risultati degli 80 euro i pareri sono discordi, al di là di Renzi che vede il suo 40% alle Europee come un frutto della promessa del futuro più ricco. Qualcosa hanno portato, per altri si è trattato solo di una droga momentanea. Leggi qui, oppure qui o ancora qui .
E non sono mancati i risvolti spiacevoli di chi, un milione e mezzo di italiani, ha dovuto restituire la somma ottenuta non per errori o un qualche raggiro, ma semplicemente perché "lavorando di più" ottenendo gli straordinari, si è finiti fuori della quota limite - 26 mila euro - , un meccanismo perverso spiegato da lavoce.info ma intuito e dimostrato soprattutto da Sandro Brusco su NoisefromAmerika .
Ora mentre il ministro dell'Economia stava accarezzando l'idea di togliere quei famosi 80 euro, i capipopolo hanno imposto lo stop. E dire che Tria non ha fatto altro che riproporre gli stessi argomenti usati dal ministro Padoan con Renzi, ottenendone in cambio un sonore sberleffo (e un bel po' di reali litigate) anche perché nei conteggi europei - checché l'allora premier volesse sostenere con il suo storytelling che si trattava di una detrazione, di un taglio delle tasse - la misura è stata classificata come spesa pubblica, qualcosa come 9 mld. Anche l'uomo della strada, del resto, capisce che -al di là dei meccanismi - che se qualcuno mi dà 80 euro, la sua è una spesa e non un mio risparmio sulle tasse.
Ora siamo daccapo: gli 80 euro non si possono toccare perché altrimenti chi fra Salvini o Di Maio sarà pronto a sfidare l'ira di 11 milioni di beneficiati? Ma se si riuscisse a toglierli dalla casella della spesa non sarebbe male. Anche nei confronti della trattativa, già difficile, che si aprirà con Bruxelles.
Parola di Salvini e Di Maio i quali, più che fare i calcoli sulla legge di bilancio in via di compilazione, gli esercizi li fanno sulle percentuali che potranno prendere alle prossime elezioni anticipate. Che ci saranno e forse anche presto, visto che l'amicizia giallo-blu non ha proprio le caratteristiche di un'intesa politica d'acciaio.
Quindi sarà pure un prodotto della narrazione renziana, ma togliere 80 euro al mese a 11 milioni di italiani non è una ossa per politici che coraggiosi non sono.
E dire che sui risultati degli 80 euro i pareri sono discordi, al di là di Renzi che vede il suo 40% alle Europee come un frutto della promessa del futuro più ricco. Qualcosa hanno portato, per altri si è trattato solo di una droga momentanea. Leggi qui, oppure qui o ancora qui .
E non sono mancati i risvolti spiacevoli di chi, un milione e mezzo di italiani, ha dovuto restituire la somma ottenuta non per errori o un qualche raggiro, ma semplicemente perché "lavorando di più" ottenendo gli straordinari, si è finiti fuori della quota limite - 26 mila euro - , un meccanismo perverso spiegato da lavoce.info ma intuito e dimostrato soprattutto da Sandro Brusco su NoisefromAmerika .
Ora mentre il ministro dell'Economia stava accarezzando l'idea di togliere quei famosi 80 euro, i capipopolo hanno imposto lo stop. E dire che Tria non ha fatto altro che riproporre gli stessi argomenti usati dal ministro Padoan con Renzi, ottenendone in cambio un sonore sberleffo (e un bel po' di reali litigate) anche perché nei conteggi europei - checché l'allora premier volesse sostenere con il suo storytelling che si trattava di una detrazione, di un taglio delle tasse - la misura è stata classificata come spesa pubblica, qualcosa come 9 mld. Anche l'uomo della strada, del resto, capisce che -al di là dei meccanismi - che se qualcuno mi dà 80 euro, la sua è una spesa e non un mio risparmio sulle tasse.
Ora siamo daccapo: gli 80 euro non si possono toccare perché altrimenti chi fra Salvini o Di Maio sarà pronto a sfidare l'ira di 11 milioni di beneficiati? Ma se si riuscisse a toglierli dalla casella della spesa non sarebbe male. Anche nei confronti della trattativa, già difficile, che si aprirà con Bruxelles.
Commenti
Posta un commento