I primi sondaggi dicono: Hillary. Sicura, competente ne sorridente. Queste le armi, insieme alla puntuale cattiveria di un candidato quando si trova di fronte l'avversario, che hanno permesso alla Clinton di prevalere sul Donald Trump nel primo dei tre faccia a faccia.
Vivace e dinamico, il dibattito alla fine ha rispettato le attese: Trump si è contenuto nelle espressioni più forti (anzi le ha represse) e nella polemica personale, ha cercato di darsi un profilo presidenziale. Fin qui è andato bene, poi però è finito sulla difensiva sui temi economici (compresi quelli personali, la sua dichiarazione dei redditi misteriosa e le tasse che paga, un autentico fantasma) e sulla capacità di gestire l'agenda della casa Bianca. La sua avversaria non ha ceduto alla provocazione, ma ha affondato sui giudizi di Trump su donne, minoranze, guerra in Iraq, spietata, dura e con il sorriso sempre stampato.
Dal canto sua il candidato repubblicano ha giocato bene le carte ideali del populismo: gli anni degli accordi di interscambio e delocalizzazione, targati dem, che - stando a Trump - sarebbero all'origine dei licenziamenti e delle chiusura di interi settori industriali. Anche se la Clinton gli ha ricordato , se se lo fosse dimenticato, quel piccolo "particolare" della crisi del 2007-288. E se le ricette di Trump sono risultate chiare sulla sua volontà di "legge e ordine" nelle città Usa, i riferimenti economici si sono dissolti: parla di forte riduzione delle tasse - un must della destra e di quella americana in particolare - ma non spiega come fronteggiare un debito già in salita e che con la riduzione fiscale soprattutto a vantaggio dei più ricchi esploderebbe. Non risponde neppure sulla sua ricchezza e soprattutto sulla sua fedeltà fiscale, peccato non troppo veniale negli States.
Clinton: "No, ho motivi per credere che a un certo punto Donald pubblicherà la sua dichiarazione dei redditi. Sta nascondendo qualcosa".Trump: "Pubblicherò la mia dichiarazione dei redditi, malgrado il mio avvocato sia contrario, quando lei pubblicherà le sue 33mila e-mail, che sono state cancellate".La Clinton è stata... quello che doveva essere: efficace, preparata e sorridente, pur di fronte a qualche accusa da colpo basso (anche se Trump promette di giocare pesante fin dal prossimo dibattito): il profilo istituzionale alto lei ce l'ha, è già stata Segretario di Stato che in America è una carica di primissimo piano e immenso potere se non altro per il potere che proietta all'esterno. Risulta ancora poco trasparente (le mail, la sua salute sono gli ultimi episodi), i legami con il grande capitale e gli speculatori che le ha rinfacciato Bernie Sanders sono reali e potrebbero essere una palla al piede di fronte alla rabbia della ormai ex classe media impoverita proprio dagli spregiudicati lupi di Wall Street. E' una donna potente, Hillary, pure troppo. E lo si capisce. Una bomba, bomba H.
Clinton: "Il piano che propone Donald favorirebbe di nuovo i più ricchi. In realtà, sarebbe una versione ancora più estrema del solito: un taglio delle tasse senza precedenti per chi guadagna di più, in questo Paese. Una ricaduta favorevole inventata".Trump: "Il classico politico: tante chiacchiere, niente di concreto. Suona bene, ma non funziona".Lei potente e l'ira verso i potenti, politici o finanzieri. Ecco il problema: la rabbia, della classe media o ex che ormai è diventata popolare. Questa rabbia può essere l'arma decisiva di Trump per disinnescare la bomba H e nonostante i dibattiti tv è non è da escludere che potrebbe anche vincere.
I sondaggi dicono qualcosa di diverso, Nate Silver colloca la Clinton oltre il 60% di possibilità di travolgere il suo avversario. Ma i sondaggi sono ancora efficaci?
Da qualche tempo in America e non solo, per quanto sofisticati, riescono a intercettare solo in parte gli umori della popolazione. Il pubblico ormai è allenato, come si sente in grado di compiere un delitto e scamparla grazie alle istruzioni di Csi, sa come non svelare le sue convinzioni anche di fronte a precisi strumenti d'indagine. E, in parallelo, il politico tradizionale, dai toni pacati e competente, poco o nulla può fare contro la rabbia cieca. Così la Grande Crisi sta trasformando la gente a tutte le latitudini: il politico è vilipeso e traditore, l'1% ancora più forte e odiato. E Trump a suo modo, con le esposizioni social incorrect, sa come far parlare questo popolo arrabbiato su cui i richiami ai pericoli populisti non hanno alcun effetto. Così la bomba H può essere disinnescata e Trump impossessarsi di quella vera, di bomba.
Qui lo stile e gli argomenti di Trump
Le previsioni di Nate Silver:
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