👉👉👉 (Martedì 27 giugno 2023)
Dalla tragedia alla (quasi) farsa. Più passano le ore e i giorni più il caso del mancato golpe o operazione di giustizia come l'ha definita l'ormai ex uomo forte della brigata Wagner, Yevgeny Prigozhin, assume caratteristiche di una lotta di potere dentro il sistema Putin, una battaglia tra potenti e corrotti, oligarchi e vertici militari che, al di là delle intenzioni muscolari rivendicate dal neo zar, dimostra come il potere sia sempre meno saldo nelle sue mani e il domani della grande confederazione è oscuro e precario. (After mutiny, Putin says Wagner can go to Belarus, go home or fight for Russia - The Washington Post)
L'ex cuoco se la cava con una sorta di amnistia, i suoi uomini, tanto venerati da lui, sostenuti, ritenutosi nuovi potenti e i puri in grado di dettare legge alla cricca dei generali del Cremlino, e i suoi uomini saranno ridotti a mettersi agli ordini proprio di quegli ufficiali che disprezzavano, ricondotti alla disciplina e per di più privati delle armi pesanti. Al massimo a loro resteranno le missioni (e i bottini oltre alla mano libera in stragi e nefandezze) in Africa e in Medio Oriente. E forse qualche appoggio nelle operazioni più rischiose e difficili in Ucraina, carne da macello come i ceceni di Kadyrov. Triste fine per un esercito privato che ha fatto molto, anche troppo, per il signore del Cremlino. Forse proprio in questo senso sta la magnanimità con cui Putin ha trattato Prigozhin, l'uomo che sa tantissimo di ciò che pensa, ha fatto e fa, il neo zar. Soprattutto degli affari che girano intorno alle oligarchie putiniane e di cui il capo della Wagner è stato, e forse sarà ancora, uno dei beneficiari.
👉👉👉Paura dei liberali? No degli ultranazionalistiIL PODCAST. Complotto o colpo di Stato? - Cosa è successo davvero in Russia con i mercenari Wagner - Appunti - di Stefano Feltri | Podcast on Spotify
👉👉👉 (Lunedì 26 giugno 2023)
"Mai Vladimir Putin è stato così in pericolo".
"Anche se Prigozhin fosse fermato e arrestato la stessa guerra all'Ucraina, lo stesso potere di Putin non sarebbero più lo stesso".
Così scrivevamo sabato scorso quando le armate di Yevgeny Prigozhin sembravano decise allo scontro finale. Invece... invece è finita in un altro modo, per certi versi inatteso e imprevedibile. Ma gli aspetti oscuri, sconosciuti sono talmente tanti che, ancora oggi, nulla si può escludere.
"La Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro a un enigma"
Winston Churchill
Mai come oggi la famosa frase di Churchill si attaglia alla situazione russa e a quanto sappiamo noi.Certo che la "resa" del capo della Wagner, quando la strada per Mosca era aperta e l'esercito regolare non sembrava in grado - o non voleva - di scatenare la battaglia, è più che un rebus. E la mediazione di Lukashenko appare come una pallida copertura di ben altro. Gli analisi si scatenano, qualcuno anche fra l'opposizione russa, azzarda alla possibilità di una messa in scena di Vladimir Putin per ripulire i vertici delle forze armate che hanno fallito su tutta la linea nella gestione della guerra in Ucraina. Se così fosse l'immagine del neozar non apparirebbe e non sarebbe così compromessa com'è. Certo Putin potrebbe approfittarne per ristabilire alcune regole al suo sistema di potere che da tempo, prima della cosiddetta "operazione speciale", già denunciava crepe e inefficienze, oltre ad essere marcio e corrotto fino all'anima.
Importante sarà capire cosa e
perché Prigozhin dopo aver lanciato l'assalto finale - preparato da due mesi e in pratica scoperto dai servizi Usa e anche russi già da giorni se non settimane - sia sia bloccato, finendo per abbandonare di fatto i suoi fedeli dopo averli illusi da mesi sul potere corrotto di Mosca e sulla possibilità di cacciare i generali di Putin. Fedeli che per Prigozhin e la Russia hanno pagato
un prezzo di sangue incredibile nella guerra in Ucraina, peraltro macchiandosi - da mercenari quali sono - si crimini che nessuno al mondo potrà loro perdonare. Se il capo della Wagner si rassegna a una sorta di esilio, a perdere parte del suo esercito personale (
Treasury Sanctions Russian Proxy Wagner Group as a Transnational Criminal Organization | U.S. Department of the Treasury-
The Wagner Group: A Russian Symphony of Profit and Politics)- che verrebbe inglobato con stipendi ben diversi - nelle fila delle truppe regolari .- e a conservare solo il potere d'intervento occulto sugli scenari internazionali, dal Medio Oriente all'Africa (
Putin Ally Mines Gold and Plays Favorites in Sudan - The New York Times), una motivazione ben robusta deve esserci alle spalle. Un ricatto, anche personale, il timore di una eliminazione fisica, la sconfitta sul campo (possibile, in questo caso, che Prigozhin non avesse considerato un tale azzardo?),
qualcuno che l'ha comprato (da Mosca fino all'Occidente), presunti alleati civili e militari rimasti nell'ombra che l'hanno mollato a un passo dalla resa dei conti finale? Tutto è possibile, resta nonostante le sicurezze ostentate dal Cremlino, una
falla potenzialmente letale che si è aperta - e per ora tamponata - nel sistema russo e in quello personale di Putin. E soprattutto, come nota
Anne Applebaum, dopo aver coltivato l'indifferenza del suo popolo per anni, decenni, ora Putin stesso sperimenta come ai russi oggi non interessa il destino suo (
Russians Didn’t Care Enough to Save Putin - The Atlantic).
👉👉👉 (Sabato 24 giugno 2023) Mai Vladimir Putin è stato così in pericolo, il suo sistema in bilico, la sua politica sull'orlo del disastro, mai errore come la guerra contro l'Ucraina fu più enorme. La rivolta dei mercenari della Wagner e del suo leader fondatore Yevgeny Prigozhin e la sua marcia, per ora con pochissimi ostacoli e ciò la dice lunga sulla mancanza di ordini e dell'imbarazzo dell'esercito regolare russo, verso Mosca segnano un punto di non ritorno non solo per l'esercito sporco del Cremlino. Anche se Prigozhin fosse fermato e arrestato la stessa guerra all'Ucraina, lo stesso potere di Putin non sarà più lo stesso. Nonostante l'allarme dell'intelligence occidentali , ma non di quella cinese - in pochi pensavano che la sequenza di accuse dei mercenari ai vertici militari di Mosca e quindi alla politica dello stesso neozar, potesse alla fine sfociare in un chiaro tentativo di putsch.A questo punto fondamentale è la tenuta del sistema Putin, delle sue forze di sicurezza, dei militari e della truppa che, se dovessero tentennare anche perché stremate dal punto di vista fisico e soprattutto mentale dalla guerra a Kiev, in pratica faciliterebbe la vittoria di Prigozhin il quale potrebbe trovare facilmente nuovi e opportunisti alleati. Prigozhin è da tempo uno Stato nello Stato e la corsa verso la capitale senza trovare difese finirebbe per assomigliare alla marcia su Roma di Mussolini, vittoriosa per l'inerzia della monarchia italiana e l'appoggio silente di una parte consistente della società. Quella stessa che in Russia, silenziata da Putin, vede come un disastro e senza futuro l'operazione speciale contro l'Ucraina. Un'opposizione che potrebbe puntare su Navalny, anti Putin ma acceso nazionalista e non chiaramente un liberal. Se Putin dovesse allontanarsi dalla capitale, segnale di debolezza, e Prigozhin prendere in qualche modo il potere, le conseguenze immediate potrebbero essere due: da un lato lo stop (strumentale per ora) alla guerra con l'Ucraina, con l'avvio di colloqui di pace, e dall'altro l'allarme occidentale per la conquista di una destra ultranazionalista e ultrafascista del potere, molto meno rassicurante del pur sinistro Putin. Paradossalmente l'Occidente si troverebbe a tifare per Putin. Le atomiche in mano a Prigozhin sarebbero un pessimo segnale per il mondo. Resta però un’altra possibilità: che Prigozhin sia l’utile idiota, ovvero l’estremista che toglie di mezzo Putin per conto di altri poteri, militari e/o economici, ad esempio l’establishment di Navalny di cui si diceva prima. Militari e Servizi non potevano permettersi il colpo di stato in prima persona, sia per il rischio fallimento che per l’inadeguatezza di strutture militari adeguate. Ecco allora la Wagner, con la quale spartire un po’ di potere dopo, a cui garantire impunità per i crimini e usate come in passato in giro per il mondo al soldo del nuovo governo che siglerebbe la pace con l’Ucraina e con l’Occidente. A quel punto Prigozhin diventa parte del potere presentabile e contratta quanto detto prima o un incidente, la vendetta di un fedelissimo putiniano, lo toglieranno di mezzo. Lui è un po’ dei suoi. Che troveranno un altro padrone o finiranno arruolati.
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