Il 💲denaro è da sempre la prima potenza. Non solo economica, ma molto molto politica. Non da oggi chi ha disponibilità governa, guida, condiziona. Ma a differenza di oggi, un tempo i popoli - prima della Rivoluzione francese e no solo - avevano pochi diritti e tantissimi doveri. Come quelli di inginocchiarsi davanti ai potenti, ai ricchi e subire. Sempre e in silenzio.
Tanta acqua e qualche rivoluzione sono passate sotto i ponti, le democrazie sono un bene acquisito di recente nella storia senza doversi affidare alla bonomia dei re e delle regine (a proposito dei nostalgici delle monarchie). Però chi ha soldi, gli abbienti, i ricchi, chi ha industrie e muove i capitali ha la stessa potenza di un tempo. Forse di più grazie alle tecnologie. E a un'attenzione/prevenzione scemate e a un'opinione veicolata da abili mani che il ricco può fare solo del bene, può insegnare agli altri a diventare ricchi a loro volta, non ruba perché non ha bisogno, è potente e in nome di questo può.
Argomenti che nell'ultimo decennio e in Italia da almeno 30 anni sono stati propagandati e diffusi usando la forza persuasiva e infida delle tv prima e dei social oggi. Armi di cui, neanche dirlo, sono state usate a piene mani proprio da chi deve difendere questo status e magari ampliarlo, riportandosi un po' alla volta alle situazioni antiche. Per di più convincendo chi ha poco o nulla, i meno istruiti - guarda caso -, i meno attenti e pervasi da un'ideologia del 👷lavoro che punta ad annullare, e ci sta riuscendo, la stessa dimensione umana, che è strada più giusta ed equa per la nuova società.
Un esercizio che se ha avuto il suo prologo in Italia 30 anni fa, poi si è consolidato e con una tribuna mondiale grazie alla presidenza Trump in America i cui danni si vedono oggi e si vedranno ancora di più domani.
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