Primo giorno
🚨🚨🚨Il rito, quasi immutabile, si ripete da 48 anni ma ancora una volta il Forum TEHA Ambrosetti a Cernobbio sul lago di Como, cade in un momento particolare. Alla ripresa dopo la pausa estiva, il forum si conferma, a livello internazionale, come il palcoscenico che imposta e fissa l'agenda dei prossimi mesi, quando l'economia mondiale e le dinamiche politiche e geopolitiche si svilupperanno in tutta la loro potenza. Occasione dunque davvero unica per capire dove va il mondo e quali protagonisti saranno in prima fila nelle tendenze.
Forte di una presenza di altissimo livello, fra politici, rappresentanti istituzionali italiani ed esteri, economisti, imprenditori, finanzieri ed esperti di geopolitica e geoeconomia, il "salotto" sul lago quest'anno deve misurarsi e misurare un mondo improvvisamente cambiato in profondità nelle sue linee di sviluppo dopo il 24 febbraio, giorno dell'invasione russa dell'Ucraina. Uno scenario imprevisto che è venuto a cadere su un quadro che a fatica si stava riprendendo e cercava di uscire dall'incubo pandemia con un'economia dominata dallo scoppio dell'inflazione e dagli squilibri profondi negli approvvigionamenti di materie prime ed elementi ad alta tecnologia. Su tutto questo è piombata una guerra nel cuore dell'Europa che in pochi giorni ha imposto un ridisegno globale del mondo e delle alleanze su scala globale, buttando all'aria rapporti consolidati e fissandovi di nuovi imponendo una diverso quadro di relazioni - ma anche di contrapposizione - soprattutto nell'Est del mondo.Mentre le altre aree di crisi sono rimaste inalterate o quasi, se non peggiorate.
Il primo giorno, al di là dell'intervento via web di Volodymyr Zelensky (Scenario | The European House - Ambrosetti ) che ha aperto alla possibilità di aiutare l'elettrico europeo ma con il piccolo particolare che arriverebbe dalla centrale di Zaporizhzhia al centro della disputa e delle paure di questi giorni, con la sua possibilità di produzione compromessa dall'occupazione russa e dalla sua efficienza e sicurezza sotto i colpi delle due parti in guerra, al di là del presidente ucraino dicevamo, due i temi che hanno tenuto banco sottotraccia ma neppure tanto: la più che probabile vittoria - o trionfo - del centro destra a trazione populista e d estremista in Italia, l'addio di Draghi e l'impatto della crisi di gas e energia con i prezzi alle stelle e le difficoltà o il blocco degli approvvigionamenti.
📈Il primo televoto sul quadro economico ha segnato le preoccupazioni, ma anche la convinzione di molte imprese - di dimensioni spesso globali - che è possibile reggere, addirittura espandere fatturati e personale. In generale però prevale l'incertezza. crea_wmark.php
📈 Il secondo televoto è stato incentrato sulla lotta alle disuguaglianze che, per i manager e imprenditori, sta diventando fondamentale per assicurare ul futuro alle società. Per il 60% degli intervistati sono necessari ancora altri investimenti e solo il 25% si ritiene sufficientemente attrezzato, mentre il 15% restante è determinato a migliorare in seguito. crea_wmark.php
📊📊📊D'interesse le tabelle previsionali elaborate dall'Ambrosetti 👉👉👉crea_wmark.php cui si aggiunge l'Economic Indicator dell'Ambrosetti Club crea_wmark.php
Secondo giorno
👉👉👉Gentiloni stuecchevolmente europeo - perché essere più realisti del re quando si ha la forza di incarnare la figura di un commissario Ue? -, Mattarella sferzante, Franco... franco (per fortuna). In una Cernobbio orfana di Draghi - mai sentito così tanti rimpianti -, poco positiva sulle possibilità dell'Italia di farcela ad andare avanti sul sentiero del governo appena caduto, dubbiosa che i contraccolpi non feriscano l'Europa, preoccupata (giustamente) dal gas di Putin, i tre esponenti italiani, compreso il presidente della Repubblica, sono state le voce più forti emerse. Tutte tese, consce che sarà un inverno difficile (copyright Franco), e con una buona dose di riserve sul centrodestra a trazione populista ed estremista che potrebbe uscire vincitore dalle urne.
Più preoccupati gli stranieri che i manager e banchieri italiani, annota il Sole 24 Ore. Alla buon'ora, gli italiani sono abituati alle pratiche levantine in cui si tratta, di ammorbidisce, si liscia e così una Meloni non dispiace troppo: con lei e il resto della truppa malridotta di Lega e Forza Italia, non sarà difficile mettersi d'accordo. La destra, in particolare querla moderna, non è un mistero - fuorché per gli italiani sempre poco colti - ciancia di popolo ma alla fine privilegia il capitalismo e i capitalisti più vieti e scontati.
Diverso il discorso per gli stranieri che sono abituati al pragmatismo, alla chiarezza di concetti espressi e leggi approvate. Tutti elementi che nel prossimo governo di centrodestra dureranno lo spazio di un mattino. Come gli annunci meloniani sul Pnrr da rivedere secondo l'ex ragazza per adeguare i progetti ai costi aumentati. ìNiente di più sbagliato, Bruxelles conosce le tattiche dilatorie e attraverso il ministro Franco avverte:
se s'insiste in una revisione del Pnrr, saltano le rate attese. L'ex ragazza ha già troppi guai per caricarsi anche questo. Già a natale rischierebbe di non magiare il panettone.
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Il primo televoto della seconda giornata riguarda la competitività europea e il Forum la promuove con la maggioranza che giudica positivamente gli strumenti per la competitività e l'innovazione. Più prudenti i giudizi sulla gestione delle politiche economiche con un 7 attribuito solo del 16,3% e un 5 affibbiato dal 31,9%
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Il secondo televoto è sul futuro del commercio globale. Imprenditori, manager e finanzieri ed economisti per la metà vedono un processo di de-globalizzazione mentre un 32,2 ritiene che resteremo al livello attuale e solo l'11,9 ritiene che la globalizzazione andrà avanti con un buon ritmo.
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Il terzo televoto è sul futuro dell'Europa. Nonostante le nubi nazionaliste e populiste sull'Italia, seppure temperate da una Meloni preoccupata per la situazione e decisa ad accreditarsi presso le istituzioni di Bruxelles spaventate dalla sua più che probabile ascesa, la platea sul lago di Como al 66,7 è convinta che l'Europa sarà più forte e meno del 10% invece vede un suo indebolimento. Insomma Il Forum vuole crederci. Altrimenti, non lo afferma ma lo paventa dietro le parole diplomatiche, sarà il disastro. per tutti.
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Terzo giorno
👉👉👉 Lasciamo da parte le contrapposizioni elettorali, gli show patetico-vittimistici del capo della Lega, le acrobazie popolustic-atlantiche della ex figlia della lupa, gli eterni imbarazzi e pencolamenti piddì, l'irrilevanza verde-rossa (non presente), le arroganza tardo-centriste del duo di intrattenitori politici, la rincorsa finto progressista del devoto e un po' orfano dell'Est. Lasciamo stare e intristiamoci insieme di fronte al nulla di una classe politica la quale, di fronte a gente che pur attivando finanza e spesso imprese senza troppi scrupoli, i conti li sa fare, ha i numeri e le dinamiche del mondo, conosce le prospettive di sistema geopolitiche che determineranno i nostri futuri.
Temi che neppure lontanamente vengono paventati dai politici agli elettori. Per non spaventarli, è vero, ma anche per tenerli all'oscuro e ricominciare il piagnisteo il giorno dopo il voto quando si vedrà come i nodi vengono al pettine e anche troppo in fretta.
Fonti addentro al Forum testimoniano dello scoramento della platea, appena placato dalle parole di circostanza dovute agli ospiti e dalla constatazione che qualche amico bisogna pur tenerselo fra chi vincerà e anche fra chi perderà.
Di fronte alle lamentazioni continue di un'Italia sempre in difficoltà - una volta per la crisi, poi con il debito e l'austerità, indi per la pandemia, adesso per il gas e annessi e connessi - è sufficiente essere nati appena al di là dei confini per rendersi conto con Italia e Europa parlano, e lo fanno ancora di più in futuro, due lingue. Eccezion fatta per Draghi (che comunque banchiere è nato e banchiere resta nonché uomo dell'establishment) nel resto del mondo continentale è complesso continuare ad prendere per buoni gli alti lai tricolori quando in decenni - diconsi decenni - mai si è provato seriamente - con qualche eccezione, un po' Prodi e Bersani, anche qualcosa Letta, e poi Monti e Draghi - a intervenire sui nodi strutturali di questo paese. Ogni volta che qualcuno vi si avvicinava dalle imprese - è ora che anche queste facciano un bel po' di autocritica perché in un Paese come questo e nonostante tutto sono riuscite a crescere e prosperare approfittando non solo delle loro capacità ma anche delle fessure clientelari. corruttive, nipotistiche che nessuno è mai riusciti (e non ha voluto) svellere - le imprese si diceva alzavano la voce a difesa dello status quo e contro ogni innovazione che in qualche caso metteva in discussione settori produttori. Imprese va detto, in questo, ben seguite da sindacati e lobby varie.
Orbene ora si pretende che di fronte alla figlioletta della lupa confusa e impreparata e all'arruffone dei sondaggi e aspirante a un soglio in una democratura, qualcuno dall'estero conferisca speranze a questa Italia continuando a credere alle favole dell'Italia sempre vilipesa e in condizioni peggiori degli altri (per i motivi visti poco sopra). Difficile e l'aria di Cernobbio, seppure riscaldata dal sole drappeggiante sul lago, ne è stata la prova. Un po' evidente, moltissimo sotto traccia.
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