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Aiutati a casa loro. Ma dai parenti in Italia


Cinquecento miliardi di dollari all'anno. 500 mld di dollari. Una cifra imponente, difficilmente rappresentabile. In altri termini 10 volte quanto la Banca Mondiale eroga ogni 12 mesi ai vari Paesi del pianeta. 
Questa, per la Banca Mondiale,  la portata di una finanza che aiuta soprattutto i Paesi più poveri e i più poveri all'interno di ciascuno di questi Stati. È il calcolo delle rimesse dei migranti verso le loro nazioni d'origine e, come ha sottolineato Axios, "quest'anno segna un'importante pietra miliare in termini di flusso di cassa verso i paesi a basso e medio reddito: le rimesse sono ora notevolmente più grandi di qualsiasi altra fonte di finanziamento". Anche se il calcolo non è sempre semplice perché l'ammontare dei trasferimenti  di solito supera abbondantemente quella che è la definizione comune delle rimesse. Secondo una scala fornita dalla Banca Mondiale assommano a 3 volte l'aiuto pubblico alla sviluppo sempre su scala mondiale. 

Courtesy of Axios
Il tema assume un'importanza duplice: sia per la sua collocazione all'interno del dibattito, soprattutto in Occidente, sui migranti  - basti pensare alle cosiddette "emergenze" negli Stati Uniti e in Europa e in particolare in Italia e Grecia -, sia per l'altro tema di confronto planetario, quello sull'aumento delle disuguaglianze.
Le rimesse dei migranti sono un immenso flusso composto da piccole, a volte piccolissime gocce, pochi dollari, a volte un centinaio che imboccano le vie finanziarie on line dall'Occidente verso alcuni Paesi asiatici e l'Africa, in principal modo. Un fiume che s'ingrossa giorno dopo giorno e oggi ha assunto dimensioni più 
..."grandi degli investimenti esteri diretti, sono molto più grandi dei flussi dei mercati obbligazionari e azionari" (Axios)
Un peso nell'economia mondiale ormai non più trascurabile e che assume un particolare valore  anche per le modalità di aggirano burocrazie statali e finanziarie, che sfuggono ai meccanismi di movimentazione del denaro e sono l'unico caso in cui hanno una sola direzione: quella di andata. Non devono infatti essere mai restituiti ma consentono a piccole economie domestiche e locali di sopravvivere in realtà complicate sul piano ambientale, economico o addirittura bellico. L'impatto sullo sviluppo delle rimesse è enorme , per due motivi principali. In primo luogo, le rimesse disintermediano la maggior parte della burocrazia governativa e vanno dritte alle persone povere. In secondo luogo, e soprattutto, sono gli unici principali flussi in valuta estera che non devono essere rimborsati.
Secondo l'esperto di rimesse della Banca Mondiale Dilip Ratha, citato da Axios, "molti venezuelani morirebbero senza di loro".

La definizione di rimesse secondo il Fmi: 
  1.  “Compensation of employees”: This refers to income earned by temporary migrant workers in the host country, and the income of workers who are employed by embassies, international organizations and foreign companies (or “the income of border, seasonal, and other short-term workers who are employed in an economy where they are not resident and of residents employed by nonresident entities” (IMF, 2009: 272). It is important to highlight that the entire income of temporary migrant workers is included in this definition, although the income may never actually be transferred (at least not entirely) to the origin country as migrants still have to cover their own living costs. Furthermore, the salaries of staff employed by foreign employers (such as embassies or transnational companies) also count as remittances, as these civil servants, diplomats, military personnel and others are considered residents of the origin country (IMF, 2009), although most of these employees may actually not be migrants nor transfer this money anywhere else.
  2. “Personal transfers”: These are all current transfers in cash or in kind made or received by residents (be it migrants or non-migrants) from or to individuals in other countries (“all current transfers between resident and non-resident individuals” (IMF, 2009: 273).


Secondo il Migration Data Portal, "dopo un anno di calo dell'1,6% nel 2016, le rimesse internazionali ai paesi a reddito medio-basso sono aumentate dell'8,8% nel 2017". In base alle previsioni  a fine 2018 sono aumentate del 9,6% fino a raggiungere 529 miliardi di dollari. 
Sempre il Migration Data Portal sostiene che
..."nel complesso, i trasferimenti monetari da lavoratori migranti e altri (vedi sotto per le definizioni) a tutti i paesi del mondo, compresi i paesi ad alto reddito, sono cresciuti del 7,4% a 633 miliardi di USD nel 2017, da 589 miliardi di USD nel 2016. In cifre assolute, due dei primi cinque paesi che hanno ricevuto rimesse nel 2017 e nel 2018 - India e Cina - sono in Asia . Il Messico, le Filippine e l'Egitto sono stati i primi destinatari di rimesse nel 2018. In termini relativi, i primi 5 paesi che hanno ricevuto rimesse come quota del prodotto interno lordo (PIL) nel 2018 sono stimati in Tonga (35,2%), Repubblica del Kirghizistan (33,6%), Tagikistan (31%), Haiti (30,7 % che può essere dovuto alla grande presenza dell'ONU) e Nepal (28%).  In percentuale del PIL, questi paesi sono stati anche i primi cinque beneficiari delle rimesse nel 2017. (...) Nel primo trimestre del 2019, i costi di invio di USD 200 ai paesi a reddito medio-basso erano circa il 7 per cento dell'importo inviato. Questo è ben al di sopra dell'obiettivo del 3% dell'obiettivo di sviluppo sostenibile".



Grafici della Banca Mondiale





Fonte Il Sole 24 Ore
Per quanto riguarda l'Italia, contro  gli aedi della propaganda, bastano alcuni dati che danno la misura di quanto il nostro Paese aiuta le nazioni terze e i loro cittadini "a casa loro". In particolare, secondo uno studio su «L’impatto del lavoro domestico nei Paesi d’origine», che presentato martedì 25 giugno da Domina, Associazione nazionale di famiglie datori di lavoro domestico, e Fondazione Moressa, le rimesse dei lavoratori stranieri in Italia ammontano a 6,2 mld, (+ 20% nel 2018 rispetto al 2017) di cui 1,4 mld provengono dai 623 lavoratori domestici assunti in modo regolare (Leggi QUI). 
Tenendo presente però che il 60% dei lavoratori domestici non ha un contratto regolare, la cifra effettiva - trasferita in vari modi dal conto corrente, al money transfer, alle poste mentre non viene contato il denaro liquido portato sui furgoni e bus a destinazione - risulta molto più alta. Nel complesso alcune economie dipendono in modo fondamentale da queste rimesse: ad esempio per la Moldavia rappresentano il 21% del Pil e il 18,8 di quelle che sbarcano in Romania sono di origine italiana. 




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