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T'insulto, dunque sono. Forse. - I insult you, so I am. Maybe


Non si parla, s'insulta, si attacca sempre e comunque. I social sono diventati una prateria per le web-tribù, per le invasioni barbariche. Prima ancora delle false notizie, ci sono proprio gli attacchi gratuiti, spesso ignoranti e assurdi, senza alcuna base.
Solo per attaccare, avvelenare i pozzi altrui, compromettere gli equilibri, scatenare gli appetiti primordiali. Senza rendersi conto che a insulto rivolto corrisponde un insulto preso, e avanti di questo passo. Fino al duello, talvolta reale purtroppo.
Una pratica aiutata dall'ignavia e dalla fame di affari e soldi dei gestori dei social, ogni clic a prescindere sono soldi e soldi. Ma anche e soprattutto veleni inoculati nella società il cui sbocco letale non si può ancora intuire.
Il guaio è che questa pratica se è diventata un esercizio "a gratis" nelle mani di chi non ha mezzi economici adeguati e tantomeno cultura - e ci sarebbe da riflettere sul perché tutto questo viene tollerato e sostenuto dai centro di potere finanziario e mediatico - , la spinta principale arriva dai politici, dalla nuova destra in particolare, dai populismi estremi e comunque fascistoidi nella concezione che hanno della società, delle idee, della convivenza. Non solo, perché la maggior parte degli insultatori di professione non si rende neppure conto della gravità del gesto, una ricerca italiana pubblicata su La Stampa ha testimoniato come 8 ragazzi su 10 non ritengono che il cyberbullismo sia un reato e comunque un comportamento da respingere per la sua gravità e per gli effetti che produce.
E tanto per dare un'idea del costume e della strategia fine messa in atto per conservare o raggiungere il potere a dispetto delle masse, il New York Times ha messo in fila tutti gli insulti, anzi tutti gli insultati, nientedimeno che dal presidente americano Donald Trump che su questa pratica, sull'uso spregiudicato della violenza verbale (e non solo) e del potere finanziario (ieri) e politico (oggi) che ne ha fatto o ne sta facendo.
Questo è un grafico del NyTimes pubblicato nel dicembre del 2016 che evidenzia i destinatari degli insulti di Trump prima di diventare presidente

Ecco qui l'elenco delle "vittime" di Trump con tanto di definizioni, ovviamente mai rivolte personalmente ma dietro il vigliacco e comodo schermo del pc, attraverso gli apparentemente "democratici" tweet:

L'ELENCO DEGLI INSULTATI E DEGLI INSULTI DI TRUMP

L'odio sul web

L'aggressività sul web

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