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Politiche dell'asilo

Aquarius e le sue sorelle. Le Ong brutte, sporche e cattive, amiche dei trafficanti di corpi e per di più battenti bandiere di altri Paesi. Europei. Dell'Europa, quella stessa Europa che si è dimenticata delle migliaia, decine di migliaia in fuga da fame e guerre, che li ha respinti, cacciati, presi a lacrimogeni e sfollagente, lasciati morire sui treni o sui monti innevati, e che adesso si stupisce di un Salvini qualsiasi che costruisce la sua carriera su un qualcosa che non ha neppure più a che fare nemmeno con la paura.
Ormai è guerra aperta, di parole, per fortuna. "Tu sei cinico, più di me", "tu lasci morire gli immigrati", tu non li hai accolti" e "tu non li hai ricollocati". Che tristezza di classe politica, ottusa, stupida, che pensa di lasciar fuori il mondo della nostre bolle di sopravvivenza, che fa credere che il vicino di casa tuo conterraneo sia per forza migliore di ogni altro e che ti nasconde come quello che mangi è arrivato, a quel prezzo poi, solo grazie al sacrificio dell'"altro", di quello che respingi e che, se proprio devi, paghi con meno di un tozzo di pane e lo ospiti in baracche. O ti nasconde che molti dei servizi di cui godi li devi ai non-italiani (uffici puliti, bagni pubblici, oggetti a prezzi da saldo etc). 
E ora siamo alla farsa, tragica, sulla pelle di gente. I migranti, ovviamente, e anche su quella degli europei che ragionano con la testa e non con la pancia. E sanno leggere, informarsi e ascoltare senza "masturbarsi" il cervello sull'oppio dell'intelligenza chiamato social (mai termini inglese fu in contraddizione con l'uso pratico).
Quindi diamo un po' di numeri su migranti e dintorni, giusto per spiegare  le politiche da asilo di queste ore. 

I ricollocamenti

Come spiegano bene Enrico Di Pasquale, Andrea Stuppini  e Chiara Tronchin   in lavoce.info il trattato di Dublino oltre a dimostrare tutte le ambiguità europee, ha fallito. I numeri sono eclatanti come spiega questa tabella de lavoce:
Il ministro dell'Interno e capo della Lega nella sua querelle con la Francia ha ragione a puntare il dito su Parigi che rispetto all'obbiettivo del 2015 è appena a un quarto dell'opera. E Germania e Spagna  non sono messi meglio. Diversi i numeri per gli altri Paesi del Nord (e non solo) tutti vicini al 100 per 100 e qualcuno anche oltre. Perfino la tanto vituperata Malta ha fatto più del richiesto, 128%. "Numeri bassi" potrebbe essere l'opzione, salvo dimenticare che sono stati stabiliti tutti insieme sulla base della popolazione (quindi conta l'incidenza, cosa che in Italia si dimentica da tempo) e di altri parametri oggettivi. Però, però c'è un qualcosa che un ministro degno di questo nome e non un capofazione avrebbe dovuto dire nella vis polemica: che vi sono altri Paesi a zero, neppure un migrante accolto di fronte a numeri importanti che avrebbero dovuto rispettare. Ebbene, il motivo del silenzio si capisce: si tratta di Paesi che condividono con il nostro rappresentante la politica delle porte chiuse assolute, concetto che però il capofazione deve per forza celare (per ora) agli italiani (e a ai suo elettori). Evidenti a questo punto la malafede e la strumentalizzazione.
Come del resto appare palese il disegno politico più ampio che sta dietro il no italiano alla revisione del trattato di Dublino, un no quasi incomprensibile visto che un nuovo accordo avrebbe alleviato la situazione italiana, portato maggiori finanziamenti e costretto i ricollocamenti con la minaccia di sanzioni (anche se poi la proposta bulgara era molto peggiorativa). Anche in questo caso la condivisione della linea con i Paesi di Visegrad è trasparente, salvo il dover spiegare ai propri elettori italiani come chiedere all'Europa solidarietà e politiche attive di ricollocamento quando i primi a non attuarle sono gli Stati amici. Cosa c'è dietro? Non è difficile intuirlo. Come non è difficile intuire il perché di tanta resistenza a livello locale, prima promossa da capofazione ora si vedrà, agli SPRAR, strumenti di fatto nati all'epoca della Bossi-Fini (!) e che, se sviluppati, assicurano un processo di inserimento, formazione e integrazione capace di svellere tutte le finte e aizzate paure assicurando la ricchezza dell'apporto dello "straniero". 

La spesa
Quanto costano i migranti? Secondo il capofazione leghista, prima di diventare ministro, 5 mld "per mantenerli negli Hotel". Sempre gli studiosi de lavoce.info hanno smontato i conteggi mostrando che per l'accoglienza le uscite sono fra i 3 e i 3,5 mld mentre il costo totale comprende l'intero universo delle spese, a partire dal recupero in mare.

Stiamo parlando, inoltre, di una sola voce della spesa totale che sosteniamo per la gestione del fenomeno. Una componente importante (circa il 68 per cento), ma non l’unica: le nostre risorse sono impiegate infatti anche per il soccorso in mare, per l’istruzione e per l’assistenza sanitaria. Senza contare che, di questi 4,6 miliardi, 80 milioni corrispondono a contributi dell’Unione europea.
In conclusione, per l’accoglienza dei migranti spendiamo, effettivamente, dai 3 ai 3,5 miliardi di euro. (lavoce.info)
Tratto da lavoce.info


Documentazione

Ecco, come ricostruito da lenius.it quanti sono gli stranieri residenti in Italia e quanti negli altri Paesi europei. 


Ecco comunque un focus de Il Post sul fenomeno immigrazione in Italia









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