Passa ai contenuti principali

La rivoluzione è una card


Può una cartolina fare una rivoluzione? Forse Lenin, Mao, Fidel  e l'indimenticabile Che se la prenderanno, ma si sa i tempi cambiano. Niente armi, oggigiorno, ma una cartolina può bastare.
L'idea arriva da Como, dal giornale locale La Provincia che, alle prese da più di otto anni con un lungolago devastato
da un cantiere infinito e drammaticamente fermo, un lungolago che doveva veder sorgere delle paratie per evitare le esondazioni (quantomai rare, peraltro), alla fine si è stufato di scrivere le solite cronache dell'ennesima inefficienza italica con annessa opera incompiuta (e carissima, visto che il progetto prevedeva una spesa di circa 8 milioni e oggi siamo - a cantiere fermo - a oltre 33 e non è ancora finita!) e ha deciso di dare vita a una rivoluzione.
Un giornale che fa la rivoluzione? Sì, oggi può accadere in nome del principio secondo cui i giornali sono i cani da guardia delle democrazie, ma proprio come i cari mammiferi possono anche mordere e far male quando serve.
Così La Provincia di Como ha scelto tre foto esemplificative, scattate da un artista locale (Savethewall geniale street artist), del cantiere che ha messo il lago dietro le sbarre o addirittura l'ha nascosto dietro una palizzata e ha deciso di farne una campagna che punta in alto: addirittura al presidente del Consiglio. I comaschi, ma non solo, non dovranno fare altro che prendere la cartolina indirizzata a Renzi, scrivere (se vogliono) un proprio pensiero su lungolago e cantiere-scandalo da rendere la card al giornale (o agli edicolanti) che provvederà poi a inoltrare i pacchi direttamente a Palazzo Chigi.
Esauriti tutti i tentativi delle istituzioni di rianimare il cantiere-cadavere i cittadini prendono in mano la faccenda da soli, attraverso la stampa. Illuminante l'hashtag scelto: #rivogliamoilnostrolago . Soldi e opere sprecate, progetti devastanti abortiti (un muro che nascondeva il lago, addirittura, e scoperto da un pensionato dal nome che sembra inventato - e non lo è - Innocente Proverbio), due inchieste giudiziarie, un'impresa fallita e ora pronta chiedere i danni del fermo cantiere etc. etc., il tutto ora dovrà essere risolto ai livelli più alti, anche d'imperio che possa  dimostrare al mondo - il lago di Como è conosciuto e apprezzato ai quattro angoli del pianeta, la denuncia dei primi sfregi era arrivata oltreoceano, i divi del cinema, i politici, i grandi nomi delle arti sovente sono da queste parti o addirittura posseggono le case, George Clooney su tutti - che l'Italia è altro, non è (più) solo ruberie, sprechi e inefficienze e tantomeno indecisioni e burocrazia.
La rivoluzione comincia così, con una cartolina. Anche Roma, se vuole, può accorgesene. Il mondo sta a guardare.
Ecco alcuni approfondimenti:
Il sito de La Provincia
linkI costi
Lo stop
LO scandalo in 50 domande
L'iniziativa del giornale

Le foto sopra sono di Carlo Pozzoni

Commenti

Post popolari in questo blog

WEF Davos 2019 - Giorno 1

Al via Il World Economic Forum di Davos, senza gli Stati Uniti e con l'ombra sovranista che incombe in particolare sul Vecchio Continente mentre nel contempo sembra attenuarsi la concezione globalista che è il topic dello stesso Wef.

Quale pace?

Bisogna intendersi sulle parole e sulla propaganda. Troppa quest'ultima nei due anni di guerra a Gaza. In ogni caso il piano Trump è approssimativo, aperto a mille interpretazioni. E arriva tardi

Il declino trumpiano

  Photo by  Abhinav Bhardwaj  on  Unsplash Rieccomi… felice di rivedervi. Grazie per aver letto Umberto’s Substack! Iscriviti gratuitamente per ricevere nuovi post e supportare il mio lavoro. Iscritto Dove eravamo rimasti? (Per usare una famosa frase conseguente a un enorme errore giudiziario consumato in Italia negli anni 80). Eravamo rimasti alla rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, E alle previsioni sui ciò che sarebbe succo. Ebbene, abbiamo sbagliato tutti. Sbagliato a pensare che sarebbe stata una presidenza simile al Trump 1, magari temperata dalla esperienza e dall’età del soggetto. Sbagliato a pensare che, grazie al suffragio pesante conseguito, sarebbe stata un’America più salda, un po’ più chiusa in se stessa, impegnata a ripartire dai suoi valori, più conservatrice anche rispetto alle ere Bush e perfino Reagan- Sbagliato a pensare che, con una presidenza annunciata come energica e meno “ideologica” (così sarebbe parso opportuno convergere visto che...