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Il giudice New Hampshire

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Dopo il caos dello Iowa, ora tocca al New Hampshire. Con i partecipanti in campo democratico posizionati in modo ben diverso da quanto si poteva ipotizzare, o quanti gli analisti prevedevano, fino a qualche settimana fa. Il dibattito di venerdì scorso fra i sette Dem
ha dato ulteriori indicazioni.
Stella nascente uscita dal flop della macchina dem nello Iowa, Pete Buttigieg nel dibattito si è efficacemente difeso dalle domande più insidiose, in particolare sulla sua scarsa esperienza - limitata all'essere solo un sindaco di South Bend -, sul suo comportamento nel caso di un'azione contro un capo iraniano (in sostanza si sarebbe comportato come Trump contro Soleimani) e ha dovuto tener duro sulla circostanza di massicci arresti, in aumento, di neri nella sua città. Il suo profilo moderato ma al tempo stesso progressista in particolare sui temi civili, spiega come possa attirare schiere dem più ampie del previsto. E se si piazzasse anche secondo dietro Sanders nel New Hampshire, anche le sue quotazioni nell'elettorato ispanico e afroamericano, dove risulta debole, sarebbero in crescita.

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Per converso Buttigieg assorbe una parte dell'elettorato che, in altre occasioni, avrebbe votato per Joe Biden. L'ex vicepresidente di Obama, anche nel dibattito di venerdì, non è riuscito a far scattare la scintilla per riprendersi dalla botta subito in Iowa. Anzi ha lasciato intravedere la possibilità di un secondo ko e ha puntato tutto sul passato, sui buoni risultati dell'epoca in cui era alla casa Bianca. Ma, come osserva Chris Cillizza della Cnn, raramente "si vince concentrandosi sul passato".
Fra chi è dato in buona posizione in New Hampshire vi è Amy Klobuchar, senatore del Minnesota, capace di lanciare un messaggio sociale e politico forte, anche se dovrà essere definito in questo voto. A soffiare sulle sue vele, sentiment degli analisti a parte, vi è l'impennata della raccolta fondi, con 2 mln di dollari raccolti nelle 14 ore successive al dibattito, un elemento che di solito riflette le attese del risultato nelle primarie.
Preparata ed efficace come sempre, dovrà però puntare a far dimenticare il terzo posto nello Iowa Elisabeth Warren che si disputa l'elettorato più giovane e radicale con Bernie Sanders. ma il senatore del Vermont risulta più accattivante nelle sue parole d'ordine senza dubbio più anticapitaliste rispetto al liberalismo dell'ex docente di Harvard e nemica di Wall Street. Per questo Sanders sarebbe ancora il preferito e più di qualche commentatore azzarda la possibilità che, anche di fronte al raffreddamento nell'afflusso di fondi, la senatrice del Massachusetts possa fra non molto - magari anche dopo un prevedibile terzo posto in New Hampshire - ritirarsi e convergere su Sanders.
Ultimo nome... quello che non c'è: Michael Bloomberg. L'ex sindaco e miliardario sta spendendo moltissimo in spot - come nel SuperBowl -, non è ancora sceso in capo aspettando il Super Martedì e le difficoltà di ciascuno dei candidati in corsa. Non partecipa ai dibattiti, ma un aiuto indiretto arriva dagli altri Dem che mettono l'accento (negativo) sulle sue spese di promozione e, in questo modo, lo spingono nell'agone. Senza rischiare nel voto locale.

Sondaggio della CNN-University del New Hampshire

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La sfida Biden-Warren per il terzo posto

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