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Tutti adulti nella stanza della Lagarde?



All'apice della crisi greca, nel 2015, l'allora capo del Fmi Christine Lagarde ammonì a distanza Yanis Varoufakis, allora ministro delle Finanze ellenico, che cercava una via d'uscita per il suo Paese  attraverso una ristrutturazione del debito e senza portare alla svendita del suo Paese e neppure al commissariamento della troika.
La Lagarde in sostanza lamentò che, con le posizioni di Varoufakis, non c'era dialogo come avrebbe dovuto essere fra "adulti nella stanza", imputando ai greci una sorta di atteggiamento adolescenziale nel discutere le proposte-capestro dell'Europa - in quel caso dell'Eurogruppo - allora allineata nella difesa inflessibile dell'austerità vista come argine ad altre possibili crisi come quella del 2007-2008
Oggi la Lagarde è a capo della Bce, lei politica di lungo corso, gollista, non certo un tecnico. E oggi Christine Lagarde si trova alle prese con un possibile tracollo dell'economia mondiale sotto la spinta della diffusione pandemica del coronavirus.
Oggi la presidente della Bce è più debole di allora, l'Europa delle nazioni forti - quelle che dettarono le regole più rigide e ciniche per salvare le loro banche coinvolte nella tempesta greca - traballa sotto il numero dei contagi e dei morti esplosi in Italia e ormai pronti all'affondo nel cuore del Vecchio Continente e perfino degli Stati Uniti. La Bce ha annunciato un rilancio del QE per 120 mld e dopo la gaffe sulla non responsabilità e la neutralità sugli spread nazionali  ("non è compito della Bce ridurre gli spread") - evidente il riferimento al boom dell'indice di giovedì 12, balzato a 250 punti  e oltre - ha assicurato, come scrive Repubblica, che...
 "ci saremo, non deve esserci alcun dubbio su questo (...) se necessario la Bce può deviare dalla regola che prescrive acquisti di titoli nazionali commisurati alla quota di ciascun paese nel capitale della Banca centrale. L'Italia, le sue banche, le famiglie, le imprese beneficeranno pienamente di tutti gli strumenti che ho appena introdotto.
Il guaio è che, dai tempi del "whatever it take" di Draghi, la Bce ha le armi spuntate: non può e non vuole tagliare ulteriormente i tassi - già in negativo a -0,5% -, deve ricorrere ai maxi prestiti (anch'essi in negativo) Ltro diretti al settore bancario (pagato addirittura per prendere il denaro) che a sua volta dovrebbe destinarlo alle imprese in difficoltà, strumento che però non è riuscito a imprimere la spinta sperata (le banche hanno preferito muoversi con i piedi di piombo, usare la liquidità per sistemare i bilanci riducendo gli Npl e cercare, appunto senza eccedere nei finanziamenti, di non aumentarne la quota) e il QE ormai deve rastrellare titoli sul mercato privato con un'incidenza ridotta rispetto ai tempi di Draghi.
Così, tra incidenti lessicali, rigidità più politiche che tecniche, il condizionamento di settori tecnici e filosofie rigide di marca nordeuropea all'interno della Bce, il risultato che la Lagarde al suo esordio è stato fra i più disastrosi che si potesse pensare: borse a picco, quasi -17 per l'Italia, gli altri, Usa compresa, fra gli 8 e 10 punti lasciati sul terreno, una perdita secca in un giorno pari alla disponibilità di mld messi sul tappeto dalla stessa Banca centrale.
L'impressione è che l'establishment di Francoforte non abbia ancora compreso fino in fondo le dimensioni e soprattutto l'impatto che la pandemia ha e avrà sull'economia mondiale, già sulla strada di una frenata recessiva dopo una decina d'anni di crescita.
All'interno di questa tempesta perfetta, a cui adesso cercherà di mettere una pezza l'Eurogruppo dei prossimi giorni, nel pieno occhio del ciclone si trova l'Italia, idealmente precipitata fra "gli adulti nella stanza" della Lagarde. Un Paese paralizzato, chiuso manu militari, con 134,8 di rapporto debito/Pil - terzo al mondo, un debito oltre quota 2400 mld, le prospettive di crescita abbattute  e scaraventate in piena zona recessiva.
Goldman Sachs vede ora "un impatto significativamente piu' grande e piu' prolungato dall'epidemia globale di coronavirus sull'Europa" per la quale prevede una crescita dello 0,3% nel 2020 (contro la stima dell'1% pre-virus) con un rimbalzo all'1,8% nel 2021 (1,3 pre-virus). Per quanto riguarda l'Italia, Goldman vede ora tre trimestri consecutivi di ribasso e un pil in calo dello 0,8% nel 2020 (da +0,2% pre-virus) con un rimbalzo a +1,2% nel 2021 (da 0,7%). Cambiano anche le stime della Germania, a -0,2% nel 2020 (da +0,9%) a +2,1% nel 2021 (DA 1,4%). A livello di eurozona, gli esperti di Goldman Sachs vedono ora un impatto negativo dello 0,3% nel primo trimestre e dello 0,6 nel secondo. (Sole 24 ore Radiocor)
Roma avrà il via libera all'accantonamento del Fiscal Compact, allo sfondamento del 3% nel rapporto deficit/pil, per ora stanzia 25 mld, non saranno sufficienti e ne saranno necessari molti altri. Per questo le parole della Lagarde sulla mancata protezione Bce e quindi europea, hanno fatto male . I mercati ne hanno colto il significato e si sono mossi di conseguenza. Carlo Cottarelli rilancia sulla necessità di investimenti in spesa pubblica, temporanei ma veloci per combattere il doppio choc, da offerta e da domanda, piuttosto che su altre misure  come un aumento momentaneo di reddito, perché le famiglie accantonerebbero e non spenderebbero. "Meglio gli eurobond", debito europeo, garantito quindi, e non debito italiano. Ma la partita potrebbe essere molto più complessa e qualsiasi arma potrebbe non bastare a mercati spaventati e quindi più feroci. Spaventati da Roma, da Bruxelles, ma forse ancora di più da una epidemia di coronavirus in un America guidata dal negazionista Trump.

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