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Di imprenditori tonti, lavoratori pigri e Paesi chiusi




L'Italia nella sua beata inconsapevolezza e nella sua illusione che il resto del mondo sia sempre ai suoi piedi disposto ad accontentarla, oggi vive l'ennesima stagione dell'illusione. O del vaneggiamento. Di fronte allo tsunami internazionale che viene avanti, straparla di complotti, di Europa o Bce che ce l'hanno con noi, si diletta di referendum - per fortuna falliti - per distruggere del tutto una giustizia che non è tale da decenni. Mentre il centrodestra si avvia  litigioso e confuso nella mediocrità assoluta dei suoi dirigenti (non è che dall'altra parte sia molto meglio, ma qualcosina si potrebbe salvare ) incensati di bravura e intelligenza politica dai giornali anch'essi confusi e asserviti, il centrodestra - dicevamo - si avvia a vincere le prossime elezioni (e quindi a spingerci stavolta sul serio ai margini di tutto, non solo Europa. Non illudetevi italiani, dopo una pandemia, non ancora domata, e una guerra che sarà generazionale, un'Italia troppo grosso per fallire non è lo spettro più preoccupante), riportare il dibattito sulle cose serie e sulle baggianate di tanti economisti della domenica, può essere un esercizio utile, Anche se forse, a sua volta, illusorio. Per questo riportiamo qui una serie recentissima di tweet chiari chiari, semplici semplici che danno la misura di quanto poco l'Italia è conscia della situazione in cui si trova e di cosa dovrebbe fare (e non farà). I tweet sono del professor Sandro Brusco, originario del profondo e derelitto Polesine e oggi docente alla Stony Brook University di New York (date un po' un'occhiata al suo CV, così avete un'idea che siamo tutti uguali però chi studia è meglio CV_Brusco 2020.pdf)


Ecco il tweet:

"Se pensate una di queste due cose:
1) la produttività è bassa perché gli imprenditori sono stupidi e non fanno gli investimenti giusti; 2) la produttività è bassa perché i lavoratori sono pigri; allora, mi spiace dirvelo, non capite nulla di economia". 






  • Cominciamo dal secondo punto, il più facile. a) Un contadino con un trattore è più produttivo di un contadino che ha solo la zappa. b) Un impiegato che può chiedere autorizzazione per email è più produttivo di un impiegato che deve fare richiesta di persona facendo una coda.
  • La produttività è determinata dalla disponibilità di capitale, dall'organizzazione del lavoro, dalle norme burocratiche. Pensate a quelle ed evitate sciocchi discorsi moralistici sulla voglia di lavorare. 
  • Riguardo agli imprenditori: ce n'è di stupidi e ce n'è di intelligenti, naturalmente. Lasciamo stare la presunzione di quelli che stanno a spiegar loro come fare meglio. La domanda è: perché un imprenditore non dovrebbe fare il proprio interesse e aumentare la produttività? 
  • E l'altra domanda è: se veramente ci sono così tanti imprenditori tonti, perché non entrano nel mercato persone più sveglie e fanno meglio? Dopotutto mica ci vuole la licenza per diventare imprenditore. 
  • O forse sì. In tanti settori le licenze ci vogliono. Oppure ci sono beni dati in canone a prezzi irrisori sempre agli stessi (dai che avete capito). Insomma, ci sono forti barriere all'entrata. 

👉E veniamo al punto. In un mercato concorrenziale con libertà di entrata e uscita alla fine sopravvivono gli imprenditori che sanno soddisfare le esigenze dei clienti ai prezzi migliori, quelli che offrono un buon rapporto qualità/prezzo. 

👉Se questo non accade è perché ci sono barriere all'entrata. C'è enorme evidenza, per esempio, che l'eliminazione delle barriere doganali costringe i produttori domestici a essere più efficienti. 

Quindi, piantatela di lagnarvi di imprenditori stupidi o lavoratori pigri.
 👉Pensate a come aprire i mercati. Pensate ad avere una burocrazia e una giustizia efficienti. Pensate ad avere infrastrutture moderne e funzionanti. E tante altre cose.

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