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Covid tra i banchi? No, paura

 

Meno distanziamento, meno mascherine, voglia di normalità in un mondo che non è più normale. Almeno non come lo si intendeva prima.
Negli States - ma si osserva il fenomeno seppur in modo meno marcato anche in Italia e nel resto dell'Europa - la gente sembra disposta a correre più rischi del dovuto (QUI) piuttosto che rispettare le prescrizioni anti Covid. I risultati si vedono con la pandemia che dilaga ed è abbastanza fuori controllo (QUI) e, complici le politiche del presidente Usa, non si vede come l'ondata si possa arrestare. Se non con un vaccino che chissà quando sarà disponibile in dosi sufficienti per mezzo mondo, o per il pianeta intero. Ma intanto che prezzo si pagherà?
I comportamenti di massa, tuttavia, entrano in contraddizione con le convinzioni e i comportamenti privati. Così, ad esempio, emerge negli Stati Uniti la grande paura del ritorno a scuola dei bambini. Il 71% degli americani, in un poll Axios/Ipsos (QUI) esprime timore e riserve sulla ripartenza dei propri figli. E questo è un indice importante sulla percezione della pandemia e delle possibili ricadute sulla propria famiglia.


Non va meglio in Italia, alle prese - tanto per cambiare - per l'ennesimo caos in una branca fondamentale della società già di per sé stessa compromessa da decenni. 
Lo scenario è da incubo. Solo a Milano si ipotizza che un 10% - circa 3 mila - dei bambini, in seguito alle misure sanitarie, non potranno rientrare a scuola. Ma si prepara una debacle del tempo pieno che era già stato scelto dal 45,8% delle famiglie: impossibile in moltissimi casi attuarlo per la mancanza di spazi, sanificazioni, personale da aggiungere per rispettare i criteri di sicurezza e offerta formativa (QUI). Un problema che si somma a tutti gli altri, non ultimo quello dell'impatto sociale dove, per fare solo un esempio, negli ultimi 8 anni 220  mila neomamme sono state costrette a lasciare il posto di lavoro per seguire i figli. E l'Italia resta al penultimo posto nell'area euro per i soldi spesi pro capite per i propri bimbi.
"A parità di potere d’acquisto la Svezia spende 14mila dollari per ogni bambino tra 0-2 anni, la Francia 7mila, la Germania 3,6mila, l’Italia 1,2mila: Siamo al penultimo posto nell’area euro per % di bambini negli asili nido. In compenso abbiamo fatto Quota 100…” (Carlo Cottarelli)
In America si finisce anche dietro le sbarre perché non si sono fatti i compiti on line. LA STORIA

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